Accanto ad un Risorgimento "eroico", quello consacrato dagli studi celebrativi susseguitisi numerosi dopo l’Unità, esiste anche un Risorgimento minore, più episodico, legato al vissuto dei paesi di provincia, dalle tinte sicuramente molto meno eroiche, eppure più vere, e di cui restano testimonianze negli archivi locali, anche se quasi sempre poco note o ignorate perché non riducibili agli schemi della storiografia patriottica ufficiale.

In questi contesti emergono anche figure di varia estrazione sociale, senza la cui opera gli ideali democratici o liberali del Risorgimento sarebbero penetrati negli strati popolari con molta più difficoltà.
 
A questo argomento è dedicata una conferenza dal titolo "Personaggi e fatti del Risorgimento arceviese 1831- 1861", che sarà tenuta dal prof. Virginio Villani sabato 3 dicembre alle ore 17 presso il Centro Culturale S. Francesco di Arcevia.

Nella cittadina montana alla metà dell’Ottocento si faceva ancora sentire il peso di una piccola ma diffusa nobiltà conservatrice e conformista e di un clero numeroso e influente, soprattutto nelle campagne, che contrastò quando poté il movimento risorgimentale e quando non poté farlo lo visse passivamente come riflesso degli eventi nazionali o come necessaria conseguenza dei rivolgimenti avvenuti nelle città maggiori.

Di conseguenza l’iniziativa patriottica nel capoluogo e in alcuni castelli rimase affidata ad un numero abbastanza esiguo di sostenitori, nobili, professionisti e piccoli proprietari, che solo nel 1859-60 riuscirono a prendere l’iniziativa di sovvertire l’ordine costituito, anche per effetto dell’approssimarsi della fine della monarchia papale. Poco quantificabile resta la partecipazione popolare, che fornì tuttavia la più o meno ampia base del consenso, molti volontari alle guerre patrie e vivaci e coloriti episodi di partecipazione politica e contestazione sociale .

da Virginio Villani