Più di una impresa al mese chiude i libri contabili e li rassegna al tribunale. Fallimento. Sono in 15 le aziende del Senigalliese che lo hanno dichiarato dall’inizio del 2011. Ormai quasi un anno. La maggior parte di esse si concentrano nel cuore del distretto, il Comune di Senigallia dove in 12 hanno chiuso l’attività, commenta Giacomo Cicconi Massi segretario della Confartigianato di Senigallia. Le altre perdite si distribuiscono tra Barbara, Ostra, Ostra Vetere.

Soffre il comparto manifatturiero. Le imprese che abbandonano la presa di fronte alle spine della crisi sono aziende collegate alla moda, edilizia, impiantistica.
Le attività artigiane del Senigalliese subiscono il contraccolpo di una crisi che sta decimando i più piccoli ovvero chi ha meno mezzi per difendersi.

Confartigianato monitora la situazione e ribadisce che la spina nel fianco della microimprenditorialità è la scarsità di liquidi. Questa è tanto più grave per chi lavora conto terzi. Recuperare i crediti è nella maggior parte dei casi pura utopia: i pagamenti dovuti per lavori effettuati, se arrivano, arrivano con inaccettabili ritardi.

Privi della necessaria liquidità le imprese non riescono a far fronte alle spese di gestione aziendale: le materie prime e gli strumenti costano, i prezzi aumentano. Da qui al taglio del personale e infine al fallimento il passo è breve.

Le Istituzioni non possono ignorare quanto sta accadendo. Occorre lottare contro il lavoro sommerso e tutte le forme di imprenditoria in nero che stanno disgregando dalle basi l’ossatura produttiva del distretto con la loro forma di concorrenza sleale e servono, conclude il segretario della Confartigianato di Senigallia Cicconi Massi, incentivi per la micro e piccole imprese, supporto all’innovazione, investimenti sulla formazione professionale e l’eliminazione degli adempimenti burocratici inutili.

da Confartigianato Senigallia