Economia, per BankItalia la crisi delle Marche si fa più dura. Anche a Senigallia
Contrazione del credito, recessione settori produttivi, tassazione freno per le piccole e micro imprese
Nei primi mesi del 2011 c’erano stati spiragli di ripresa, misti a momenti di flessione. In molti sostenevano che il sistema reggeva bene, nonostante la situazione fosse incerta. Ora no. Ora c’è certezza che la crisi si sta dimostrando sempre più dura, con conseguenze a cascata sui vari settori imprenditoriali e non solo di tutte le Marche, Senigallia compresa. E a fare il quadro della situazione ci pensa la Banca d’Italia, sede di Ancona, con l’Aggiornamento congiunturale dell’Economia delle Marche pubblicato martedì 8 novembre.
C’è stato un rapido deterioramento di quelle che erano le tendenze positive trainate dal settore turistico, un rapido deterioramento che con l’inizio dell’autunno si è fatto registrare e che si presenta sempre più nero con il passare dei mesi.
Anche Senigallia non sfugge a questo quadro dipinto con mano realista: i segretari di Confartigianato e Cna, Giacomo Cicconi Massi e Massimiliano Santini, definiscono la trama della tela come impregnata di recessione e stagnazione, in base ai settori di riferimento.
"Il quadro tracciato da BankItalia è veritiero– afferma il segretario Confartigianato – , i principali settori sono in profonda crisi: legno, tessile, edilizia ma anche il piccolo commercio sopravvivono grazie ad un po’ di export, ma finora sono lasciate senza una vera programmazione strutturale. Qualche aiuto potrebbe arrivare dalla politica, come, ad esempio, una riduzione della tassazione a carico delle micro imprese a conduzione familiare o la sburocratizzazione delle pratiche che per le aziende ha un costo di circa 2.000 euro l’anno".
"Senigallia – conclude Cicconi Massi – ha un ammortizzatore sociale che si chiama turismo, per cui solo nei mesi distanti dall’estate si può capire in quali situazioni vivano i cittadini. Ma, dando uno sguardo a Jesi ed Osimo, si può comprendere il quadro generale".
Sulla stessa linea d’onda il segretario Cna Massimiliano Santini che parla di un’eterogeneità senigalliese che rende più difficile comprendere l’entità e la portata della crisi economica mondiale e dei suoi effetti sulle imprese cittadine. "Ma è la crisi che sta prendendo forma: se il turismo traina bene nei mesi estivi ed ha una cassa di risonanza lunga, il settore del commercio non gioisce. Gli stessi turisti poi non riversano le stesse disponibilità nelle attività del centro che vivono un brutto periodo".
E la soluzione per uscirne non è certo semplice. Santini suggerisce di riproporre una città moderna, ma che non lo sia solo nelle infrastrutture: serve unità d’intenti – cosa che in questo momento non c’è – e un dialogo serrato con l’entroterra, dove Senigallia sia anche prolungamento del territorio, con le sue tipicità, peculiarità e tradizioni, verso il mare.
"Ora stiamo vivendo – continua Santini – l’onda lunga della crisi produttiva che da qualche anno sta stringendo sui poli come Fabriano e Jesi e che si sta trasformando in crisi del commercio. Serve una cabina di regia pubblica che guardi al territorio nella sua interezza, per rilanciarlo tutto quanto in maniera sinergica e concordata".
di Carlo Leone
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