Senigallia fra guerre aperte e clandestine. Mangialardi: Sindaco o Questore?
Occupy la Casa del Custode e i Giardini Catalani, ecco l’agenda dell’ordine pubblico di novembre
Il Mezza Canaja torna sul territorio e occupa un immobile che il Comune ha messo in vendita per riempire le crepe nel bilancio. L’occupazione, definita “non temporanea” dagli attivisti del centro sociale, è stata accompagnata da una precisa proposta per l’amministrazione Comunale: che l’edificio rimanga pubblico e venga utilizzato come spazio culturale autogestito, con le spese di ristrutturazione ed utenze a carico degli occupanti. Già trovato il nome del centro culturale, Arvultùra, finalmente un recupero del dialetto in una fase di crisi globale.
L’occupazione è un autentico atto di guerra nei confronti dell’Amministrazione: l’edificio è stato messo in vendita all’asta da tempo e lunedì prossimo dovrebbero essere aperte le buste con le offerte. L’Amministrazione potrebbe trovarsi con una gatta da pelare, forse una tigre, perché venderebbe un bene libero da vincoli ma con una settantina di occupanti dentro. Chissà se il Codice Civile prevede questa eventualità. Per Mangialardi sono stati momenti difficili e ha convocato subito i suoi consiglieri di fiducia, il Falco e la Colomba dell’Amministrazione: Mario Cavallari e Mario Fiore. Sembra che i due volatili non abbiano avuto esitazioni, un duro comunicato di condanna e richiesta di sgombero immediato dei locali.
Tempestivi nell’occupazione, quelli del Mezza Canaja e Collettivo studentesco, sono stati anche abili a chiamare subito in causa quella parte della Maggioranza che tiepidamente li sostiene (Città Futura) o quel centrosinistra che plaude ad Occupy London o Wall Street sperando che non succeda mai dalle parti di casa sua.
Ma l’agenda dell’ordine pubblico di novembre è fitta d’impegni per il Sindaco. Se quella dei centri sociali è una guerra aperta, un’altra battaglia si sta combattendo clandestinamente a colpi di moduli ed email. Il Gruppo Società e Ambiente, storica associazione ambientalista, ha chiesto l’autorizzazione per un banchetto sulla petizione riguardante i Giardini Catalani, la fortunata iniziativa di partecipazione cittadina che ha già raccolto 300 sottoscrizioni. Il banchetto doveva tenersi oggi, sabato 5 novembre e (ovviamente) era stato richiesto lo spazio nei pressi dei giardini. Se devo fare una festa al mare non chiederò l’autorizzazione per Scapezzano, se devo parlare dei Giardini Catalani è proprio lì che vorrò andare con il mio banchetto. Questo hanno pensato quelli del GSA, non sapendo di costituire una minaccia per la pubblica sicurezza.
Normalmente questo tipo di iniziative vengono sottoposte al parere dei Vigili Urbani per valutare eventuali problemi al traffico e alla sicurezza o per evitare lo svolgimento di manifestazioni in contemporanea. A Senigallia c’è anche il parere del Sindaco, evidentemente interessato a congruità e liceità di quanto viene richiesto da libere associazioni di cittadini. Smessa la fascia di Sindaco e indossata quella di Questore, Mangialardi ha autorizzato il banchetto del GSA, ma in un altro posto, a viale Carducci, distante un chilometro dai Giardini Catalani e, pur se recuperato e reso gradevole, uno dei luoghi meno frequentati del Centro Storico. Nella mia lunga esperienza di raccolta firme non ricordo un solo banchetto allestito a viale Carducci. Un motivo ci sarà.
Di motivi per spedire il GSA a viale Carducci e per negare lo spazio ai Giardini Catalani il Sindaco ne ha trovati a sufficienza. Cavillando a piene mani sulla richiesta, ha trovato “generica” l’istanza (forse il GSA doveva dichiarare in anticipo quante firme avrebbe raccolto e il nome dei firmatari), e “imprecisato” l’ingombro delle strutture che il GSA avrebbe messo in campo per il banchetto (un tavolo da pranzo o un tavolino da campeggio? sedie pieghevoli o da cucina impagliate?).
Anche l’assembramento di persone è un problema che deve aver scosso il Questore che è in lui. Migliaia di cittadini inferociti armati di penna, in grado di mettere in ginocchio tutta la viabilità di un’area pedonale. Sì, perché persino il luogo, i Giardini Catalani all’angolo di piazza Saffi, un’area pedonale con un marciapiede largo quattro metri, restituita alla Città con le fanfare e l’inaugurazione, non è risultato idoneo, perché “è prossimo al Viale Leopardi, arteria aperta al traffico e come tale luogo improprio per organizzare manifestazioni”.
Il Gruppo Società e Ambiente è formato da persone pacifiche e di buon senso. E’ un’associazione con duecento iscritti che si avvia a festeggiare il trentennale e, nella sua lunga storia, ha passato momenti peggiori. Di fronte alle obiezioni del Sindaco, ha rinunciato al permesso e ne ha chiesto un altro per sabato prossimo, 12 novembre, sempre ai Giardini Catalani o, in alternativa, in piazza Saffi all’ingresso del Corso. Un luogo dove si possono organizzare adunate oceaniche, distante 50 metri dai giardini. Chissà se sarà una distanza sufficiente per esprimere liberamente il proprio pensiero sulla Città.
di La Piaga di Velluto
Adesso capisco perchè era pronto a riconsegnare la fascia tricolore da sindaco al Prefetto!!!!!!!!!!!!!!!!!
Già gli avevano regalato quella da Questore!!!!!!!!!!!!!
Bravo Mangelon......gira pure di notte a mantenere l'ordine pubblico tra ubriachi e gente che sfascia la proprietà altrui!!!!!!!!!!
Il dissenso non si può più combattere con la forza, è una mossa politicamente sbagliata; il dissenso oggi si nasconde, non si rilasciano permessi, le pratiche diventano lunghe, non se ne parla sui media...ecco qui la sinistra oggi! A chi dare il proprio voto?
Gianni! L'ottimismo è il sale della vita! e tu pensi che loro si lasceranno abbattere da qualche pene disegnato sulle schede elettorali? così si spreca il proprio voto, e magari si potrebbe utilizzarlo per dar voce ad altri che lo meritano...
Omnia munda mundis.
Sono un padre di uno di questi ragazzi del collettivo, sono un operaio che guadagno 1.050 euro al mese, ed ho una figlia che fa l'università, quindi altro che figli di papà. Premetto che comunque non condivido questa azione, ma quando ho chiesto i motivi di questo, fra tanti che possono essere più o meno giusti, ce nè uno che mi ha colpito particolarmente. "Perché noi per stare insieme dobbiamo per forza stare in un bar o pub, dove sei costretto a consumare, bere, e poi quando esci c'è la polizia che ti aspetta con l'etilometro?" Già perche? Fra i tanti commenti, ho letto tanti "andate a lavorare", a trovalro un lavoro. Io per mio figlio, per trovargli un lavoro per giugno e luglio, ho dovuto fare i salti mortali. La mia paura è che ci sia, dietro a questa azione, qualcuno che li spinga a fare questo, per far crollare il prezzo dello stabile, per poi acquistarlo a pochi euro. Comunque se il comune ha bisogno di soldi, poteva affittarlo già da tanti anni fà, perche quando l'hai venduto non ce l'hai più.
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