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Senigallia, è polemica sulle deroghe alle aperture domenicali

Le associazioni di categoria ribadiscono il loro "no": centro storico a "rischio" impoverimento

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Corso II Giugno a SenigalliaLiberalizzare o regolamentare. Tutto o niente. O solo qualche domenica. E’ questo il nocciolo della polemica sull’estensione delle aperture domenicali che torna a far parlare di sè. Aperture domenicali che interessano gli esercizi commerciali sia del centro storico sia quelli sparsi su tutto il territorio comunale di Senigallia, gallerie e centri commerciali compresi. E per capire qual è la situazione e le posizioni, abbiamo ascoltato i rappresentanti delle associazioni di categoria.

Finora le ordinanze comunali, in base alle leggi regionali vigenti, hanno stabilito che i negozi e le attività commerciali in genere possono godere di deroghe particolari rispetto all’obbligatoria chiusura totale nei giorni domenicali e festivi. Deroghe previste dall’ordinanza del Sindaco Mangialardi n° 612 del 02/12/2010.
Se le attività su tutto il territorio comunale possono stare aperte per 26 giornate tra domeniche e festivi, i negozi del centro storico possono invece aprire i battenti per tutte e 52 le domeniche e le festività dell’anno eccezion fatta per i giorni del 1°gennaio, Pasqua, 25 Aprile, 1°Maggio, Natale e Santo Stefano.

Dopo l’approvazione della manovra finanziaria da parte del Governo centrale, per far fronte alla crisi che attanaglia imprese e non solo, è stata prevista la possibilità per i Comuni di emanare una nuova ordinanza (la n° 493 del 2011, Ndr) per un’ulteriore deroga al divieto di apertura nelle giornate del 9, 16 e 23 ottobre 2011.
Tre domeniche insomma, che anticipano di quasi un mese l’apertura continuata tipica del periodo autunnale e invernale.

Riccardo PasquiniSecondo Riccardo Pasquini, Confcommercio Senigallia, l’ordinanza del Sindaco non va incontro alle esigenze dei negozi del centro: "La precedente situazione consentiva di bilanciare le aperture domenicali dei Centri Commerciali e della Grande Distribuzione e il loro strapotere. Nei giorni di apertura esclusiva i negozi e le rivendite del Centro Storico riuscivano a fare buoni affari, buoni affari che inevitabilmente con l’apertura dei maxi centri periferici venivano, specie in caso di maltempo, a mancare. Chiaramente i negozi centrali non possono usufruire dei servizi e dei parcheggi di un Ipercoop o di un Ipersimply".
"Si dice inoltre – continua il segretario Confcommercio – che la scelta dell’Amministrazione sia stata obbligata per allinearsi alla finanziaria dello scorso settembre, ma noi sappiamo che non è esatto. Nella norma in oggetto, che va verso una liberalizzazione quasi totale degli orari, si afferma che «l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge». Ma questo è valido pienamente solo per quelle località incluse negli elenchi regionali delle città turistiche e città d’arte, elenco che la Regione Marchè non ha ancora redatto e quindi questo provvedimento non era a nostro avviso nè obbligato, nè necessario".
"In pratica – conclude Pasquini – ci va bene la liberalizzazione in tal caso però l’Amministrazione Comunale deve provvedere a migliorare rapidamente la viabilità, l’arredo urbano, i servizi e tutti quelle componenti senza le quali il cliente domenicale sceglierà sempre il Centro Commerciale (specie in autunno e in inverno) rispetto ai negozi di città. A meno che non si voglia un centro storico pieno solo di bar, pizzerie, pub e gelaterie e destinato solo alla passeggiata domenicale e non allo shopping. Passeggiata commerciale e shopping che sono due cose ben diverse".

Manola DonatiSulla stessa lunghezza d’onda anche Manola Donati di Confesercenti.
"Considerando che per i nostri negozi del centro l’apertura domenicale è ammessa tutto l’anno e facoltativa questo provvedimento ci trova fortemente contrari. Le aperture domenicali sono già un sacrificio per i negozi a conduzione familiare che non possono avvalersi di dipendenti; non c’era bisogno secondo noi di aumentare le difficoltà concedendo una deroga che va ad esclusivo vantaggio della grande distribuzione. In effetti la deroga è per tutti i negozi fuori dal Centro Storico ma chi se ne avvale è solo la Grande Distribuzione in quanto i piccoli negozi di periferia non hanno alcun interesse ad aprire nei festivi. Chiaramente le grandi catene commerciali premono per tenere aperto per più domeniche possibili, ma una differenza di trattamento tra questi ultimi e i negozi del Centro è per noi obbligata. Questi gruppi spesso stranieri incassano proventi nel nostro comune per poi trasferirli altrove spesso fuori dalla nostra nazione e anche i dipendenti vengono pagati poco e assunti in condizioni di grande precarietà. I piccoli negozi cittadini sono invece quasi sempre gestiti da famiglie o imprenditori della nostra città e quindi i ricavi di queste attività sono un vantaggio economico per il nostro territorio".

Massimiliano SantiniAncora in maniera più decisa è intervenuta la CNA di Senigallia che per bocca del suo segretario Massimiliano Santini ha reso noto di non voler assecondare l’estensione delle aperture domenicali. "E’ necessario valutare attentamente le priorità di fondo, gli interessi generali della collettività e del tessuto imprenditoriale. Stante la scarsità di risorse a disposizione delle famiglie, il fatto di condizionare, nel periodo storico attuale, le abitudini dei consumatori e i conseguenti flussi commerciali, produce un’inevitabile cannibalizzazione del mercato a scapito dei più piccoli. In ottica vasta, ne consegue che tali scelte potranno portare deleterie ripercussioni nel commercio senigalliese e nei centri limitrofi. Chiediamo all’Amministrazione di revocare il provvedimento preso".

Giacomo Cicconi MassiQueste tre domeniche in più di apertura non sono un segnale sfavorevole secondo la Confartigianato. Il responsabile Giacomo Cicconi Massi fa sapere che in un momento come questo di crisi forte e duratura, una piccola deroga in più non può che far bene al commercio. "Ma – precisa Cicconi Massi – se dovessimo parlare della liberalizzazione del commercio per tutte le 52 domeniche allora dovremmo porre attenzione ai vari interessi che entrano in gioco, tra cui anche la viabilità in centro storico, i parcheggi e alle varie agevolazioni che i centri commerciali hanno in più rispetto al centro storico".
C’è il "serio rischio di una concorrenza sleale con conseguente depauperamento delle attività" conclude il segretario Confartigianato nel salotto buono di Senigallia.

di Simone Tranquilli e Carlo Leone

Allegati

Scarica e leggi le ordinanze del Comune:

Commenti
Ci sono 2 commenti
gianni 2011-10-19 21:36:24
La domenica per tutti
La domenica è il principale giorno di riposo in tutti i Paesi ed in tutti i settori che non siano considerati essenziali e le festività parlano della nostra storia, ne trasmettono la memoria alle future generazioni, difendono l’identità culturale, civile e religiosa del Paese.
Io sono contro il fatto di far diventare (con il proliferare di aperture nei giorni festivi) la domenica come un giorno qualsiasi , perché credo che ci siano dei capisaldi della nostra cultura che vanno tutelati: è si necessario fare spazio al nuovo ma bisogna trovare un modo perché questo non avvenga a scapito di importanti valori sociali e per chi crede anche religiosi.
Sono anche buone tradizioni che fanno parte della nostra identità e che credo debbano essere salvaguardate dall'invasione di una mentalità consumistica.
Una comunità vera si difende anche con l'affermazione di principi condivisi.
Nelle domeniche e nelle feste si devono “consumare” soprattutto i beni relazionali tra le persone, prima ancora che acquistare quelli materiali.
marco 2011-10-22 09:28:28
per gianni
Ma scusa allora i ristoranti?
Se io che lavoro tutta la settimana ad eccezione del weekend volessi passeggiare e fare un po' di shopping, perchè non darmi la possibilità di trovare negozi aperti? Riposerete il lunedì che non c'è nessuno in giro...
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