Dal cantiere di via Baroccio a Senigallia affiorano edifici di epoca romana – FOTO
A un mese dall'avvio, gli scavi per le fondamenta riportano alla luce notevoli reperti dell'antica Sena
Era stato aperto da un mese il cantiere di via Baroccio a Senigallia, dove sorgeva la vecchia sede della palestra Nirvana, in cui sono tornati in superficie, durante gli scavi per le fondamenta della nuova palazzina residenziale, i muri perimetrali di una abitazione risalente all’epoca romana, all’antica Sena Gallica.
Immediato, come da prassi, l’intervento della Soprintenza per i Beni Culturali che si è attivata al fianco del Comune di Senigallia e di tecnici ed esperti dell’Università di Bologna, al lavoro per ripulire la struttura dal terreno che la invadeva.
I resti dell’edificio romano riemerso ben delimitano quella che era una piccola abitazione, con due grosse pietre angolari, un pavimento (ora non più esistente) ottenuto con un piano di terra battuta ed un basamento di mattoni ordinatamente disposti sui lati dell’edificio a pianta rettangolare.
A fianco a questa costruzione si trova un viottolo di terra battuta e la base di quello che era il muro perimetrale di una casa attigua, che però continua sotto i terreni e gli edifici del quartiere: non sarà quindi recuperabile. Dall’altra parte, a sud, per ora non sembrano esserci altri reperti: in quella zona, all’epoca palustre, scorreva il torrente Penna, nei secoli successivi canalizzato e poi interrato, su cui ora passa viale IV Novembre.
“L’obiettivo ora è riuscire a musealizzare questa antica stuttura che è stata rinvenuta. – ci dice il Professor Giuseppe Lepore dell’Università di Bologna – Stiamo riscontrando molto interesse e una fattiva collaborazione da parte della Soprintendenza, del Comune di Senigallia, della proprietà e dell’impresa di costruzioni.
Avevamo fatto delle indagini geologiche non intrusive prima di dare il via agli scavi, ma le nostre ispezioni si erano fermate a tre metri di profondità, visto che poi c’era una falda acquifera, invece poi, prosciugando con le pompe e scavando è tornato alla luce tutto questo“.
“Stiamo già vagliando le possibili soluzioni per rendere friubile il ritrovamento archeologico anche una volta completata la realizzazione del progetto residenziale – interviene Umberto Marcantoni, titolare dell’impresa di costruzioni – Difficilmente sarà attuata una soluzione tipo quella del Teatro La Fenice, con un rialzamento della palazzina, visto che in questa zona siamo sotto il livello dell’acqua”.
di Luca Ceccacci
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