Atto X – Sanità, esenzione ticket: due pesi, quattro misure… e rischio galera
In venti chilometri di distanza un "abisso normativo"
Nel raggio di soli venti chilometri all’interno della stessa provincia i criteri di diritto dell’esenzione ticket sulle prestazioni sanitarie sono differenti. In un sistema sempre più unico ed unificato. E’ l’ennesima strana scoperta ricca di dubbi sulla Sanità locale. Che si aggiunge a quelle rimaste ingiustificate.
Se qualcuno avesse mai dato spiegazioni su una bella varietà di incongruenze circa le disposizioni decise in questi ultimi anni dalla Regione Marche in materia di esenzioni tariffe e ticket delle prestazioni sanitarie locali, ora ci vorrebbe probabilmente qualche investigatore delle serie poliziesche televisive per chiarire anche questa nuova scoperta.
Un cittadino qualunque, disoccupato, che voglia usufruire di una visita specialistica senza pagare può farlo liberamente presso le strutture di Falconara Marittima dichiarando semplicemente "di aver perso lavoro dal 1° gennaio 2010 e di essere in attesa di nuova occupazione" su apposito modulo, senza dover documentare alcun reddito.
Al contrario, un individuo qualsiasi, nelle stesse condizioni del precedente, che volesse rivolgersi per gli stessi servizi presso l’offerta sanitaria pubblica senigalliese dovrebbe innanzitutto portare con se calcolatrice e dichiarazione dei redditi dell’anno indietro per assicurarsi di rientrare nelle fasce economiche pubblicate ed evitare così di compiere una falsa testimonianza anche per dieci Euro in più con il rischio di un processo per direttissima da codice penale.
Davvero una bella novità sapere che in una distanza di soli venti chilometri lineari da città a città (veramente solo sei da comune a comune) vige una così lieve sottigliezza che discrimina persino disoccupati senza reddito e con famigliari a carico, per giunta nella città dell’accoglienza di velluto costruita ad hoc per il turista.
Contraddizione ancora maggiore se si pensa che il servizio sanitario locale si accinge sempre più a diventare unico ed unificato.
Ma ciò che lascia più sgomenti è che nella drammaticità della situazione individuale o familiare, nell’umiliazione generale di dover richiedere agevolazioni persino davanti propri conoscenti vicino agli sportelli, nelle difficoltà delle peripezie burocratiche, nella preoccupazione e nel dolore di una eventuale malattia, c’è il rischio che si possa incappare persino in un errore di dichiarazione rischiando il carcere per compilare, solo a Senigallia, un modulo pasticciato di cifre e disposizioni discriminatorie, formulato forse a tarda notte in osteria. Una sorta di "porcellum politico-amministrativo locale".
Ora bisognerebbe cercare di capire se negli altri quattro grandi comprensori della provincia: Jesi, Fabriano, Ancona, Osimo, sono presenti le direttive "falconaresi" o quelle "senigalliesi" in materia di esenzione tariffe sanitarie, oppure ognuno redige un modello di richiesta a piacere prendendo spunto a grandi linee da normative regionali poco chiare, magari durante una pausa caffè per i bar dei rispettivi corsi cittadini.
Intanto permangono col passare degli anni proprio i soliti i dubbi sui "criteri senigalliesi" rimasti a tutt’oggi inspiegati:
– bambino di età inferiore a sei anni appartenente ad un nucleo familiare con un reddito complessivo di Euro 36.151,98 annui (circa Euro 3.012 mensili) è esente.
– ultrasessantacinquenne appartenente ad un nucleo familiare con un reddito complessivo di Euro 36.151,98 annui (circa Euro 3.012 mensili) è esente.
– disoccupato singolo costituente unicamente nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a Euro 8.263,31 (circa Euro 688 mensili guadagnati nell’anno precedente) è esente.
– disoccupato con familiare a carico, per esempio marito e moglie attualmente entrambi senza lavoro, con reddito complessivo del nucleo riferito all’anno precedente non superiore a Euro 11.362,05 (circa Euro 946 mensili a coppia guadagnati nell’anno precedente) sono esenti.
Per farla più chiara: un figlio di cinque anni di genitore non disoccupato con reddito fino a Euro 36.151,98 annui (circa Euro 3.012 mensili) è esente; un settantenne singolo o una coppia di settantenni con una pensione fissa fino a Euro 36.151,98 annui (circa Euro 3.012 mensili) sono esenti.
Ma un disoccupato trentenne, con moglie a carico anch’essa senza lavoro, con reddito complessivo relativo all’anno precedente di Euro 11.400,00 sforato il limite di 40 Euro (ovvero Euro 950 mensili a coppia durante l’anno precedente), paga già la tariffa secondo prestazione richiesta con aggiunta della tassa governativa di dieci Euro sui ticket inserita in una manovrina di comodo all’inizio dell’estate e adottata dalla Regione Marche senza battere ciglio. Con i tempi di attesa per la prestazione notoriamente risaputi.
Una Vacanza Dimenticabile lo aveva denunciato con una inchiesta nel dicembre duemilaotto (Atto II). A distanza di quasi tre anni nessun entità locale tra istituzioni, azienda sanitaria, politica, sindacati, associazioni, cittadinanza, ha tentato di chiarire il significato di queste direttive.
Fonti:
– Disposizioni e regolamenti Aziende Sanitarie locali in materia di esenzione tariffe per prestazioni sanitarie
– Stampa locale
– Interviste varie
di Stanco in Vacanza a Senigallia
e chi sta in pensione a 3000 euri al mese e magari c'ha ancora qualc'appartamentin' in affitt' in ner' n' paga n'caz..?
ma dai?
ma questo è puro banditismo istituzionale, macelleria sociale, crimine di stato!
Conoscevo a Senigallia una famiglia costituita da moglie, marito, figlia, suocera. Questo nucleo possedeva oltre alla prima abitazione dove tutti risiedevano, 4 appartamenti per affitti turistici e invernali: uno intestato al marito, uno alla moglie, uno alla figlia, uno alla suocera. Se fosse ancora così ad oggi la situazione sarebbe la seguente: essendo tutti titolari di prima casa nessuno pagherebbe l'ICI. Ma considerando il fatto che il marito sarebbe oramai ultrasessantacinquenne pensionato, la moglie pure e casalinga, la figlia studente ed inoccupata, la suocera pensionata ma con ancora poco da vivere, tutti avrebbero diritto pure all'esenzione del ticket sanitario.
Poi bisognerebbe capire se i 50.000 Euro di affitti incassati annualmente verrebbero regolarmente dichiarati. Ma qui poi mettiamo troppa carne al fuoco...
Voglio dire solo una cosa: non capita mai negli altri quotidiani locali di poter essere informati con inchieste come questa! Svegliaaaaaaa!
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