Il Centro Olimpico Tennistavolo di Senigallia verrà frazionato?
C'è chi vorrebbe spazi autonomi, non più gestione unica. Che fine farà il progetto Città del Ping Pong?
Il Centro Olimpico Tennistavolo smetterà di essere un luogo aperto a tutti e diventerà riservato a pochi, rinnegando così i motivi per cui è stato costruito e poi gestito per quasi 30 anni? Dopo gli importanti riconoscimenti degli ultimi anni ed i successi ottenuti dal progetto culturale, sociale e sportivo che ha rappresentato la spina dorsale della gestione del Centro in tutto questo tempo e che hanno fatto di Senigallia la "Città del ping pong", stanno facendo capolino istanze che seppelliscono questo progetto affermando che l’impianto debba essere frazionato in parti.
Non più quindi un impianto ed una gestione unica che permettono di sviluppare un progetto omogeneo ma, al contrario, più spazi autonomi destinati ad attività di tennistavolo disomogenee e perfino contrastanti tra loro, gestite autonomamente, alcune con l’occhio rivolto al business di pochi.
Tutto è nato nel 2006 quando il "lodo M" impose indirettamente al TT. Senigallia il forte ridimensionamento degli sponsor per l’attività agonistica, accentuando il concetto che l’uso dell’impianto dovesse essere a vantaggio della collettività e non di una società sportiva.
Quello che uscì sbattendo la porta, perché toccato nei propri interessi individuali, da allora ha cercato sempre di rientrare dalla finestra aggirando il "lodo M" (scomparso, come per magia, da ogni ragionamento) e godendo della libertà di non dover pensare alla collettività.
La longa manus degli interessi farà nuovamente accadere quanto successo a metà degli anni 90 quando furono privatizzati i campi di tennis del Ponterosso da parte dell’Azienda di Soggiorno?
da Tennistavolo Senigallia
Finalmente il "Santuario" del tennistavolo può diventare un luogo per quello che è stato costruito, cioè far sviluppare questo sport e non un luogo di culto di pochi adepti.
Quali sono i privati che "allungano la mano" per interessi personali? forse l'altra società pongistica che è costretta a giocare in uno spazio angusto perchè non gli è stato concesso lo spazio dal Comune (o dal "Guru")!
Oppure per non contaminare la Mecca del ping-pong dobbiamo costruire un'altra cattedrale per gli infedeli!
Basta! che finalmente il centro sportivo sia punto di ritrovo per tutte quelle anime pongistiche che amano questo sport e che possano riportare il nome di Senigallia ai fasti di un tempo.
Basta! con queste discussioni pretestuose che nascondono vecchi rancori o litigi personali!
Se il centro è comunale l'ultima parola deve essere quella del suo esecutivo e non quella (ed in questo caso sarebbe la mano lunga del privato) del "sacerdote del tempio"!
Mio figlio ha seguito diversi sport tra cui, recentemente anche il ping-pong. L'ho seguito qualche volta al Centro e sono rimasta entusiasta per l'ambiente che ho trovato. Se decidesse di continuare sarei contenta perché ho toccato con mano una organizzazione seria, piena di persone competenti e capaci, che pensano allo sport in maniera giusta. Spero che non venga rovinato tutto di questa bellissima realtà cittadina e che il Centro non diventi una semplice palestra per tesserati.
Nessuna volontà di esclusione quindi ma più semplicemente una scelta autonoma di non utlizzare la struttura.
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