Continuano gli approfondimenti sul Risorgimento a Palazzo Mastai a Senigallia
Sintesi delle conversazioni con Lanfranco Bertolini e Sergio Fraboni. Giovedì 25 escursione al Cesano
Continua la proposizione di quanto è stato detto, annotato e rievocato di recente a Palazzo Mastai in margine al Seminario di conversazioni e letture "Prima e dopo il 1861". L’auspicio è di riuscire a fornire ai lettori un quadro stringato ma puntuale dell’intero evento.
E’ il momento delle sintesi minime riguardanti gli interventi intensi e di spessore di Sergio Fraboni e di Lanfranco Bertolini; il primo alla 3a sezione, “Educazione e sussidiarietà”, ha proposto una delicata quanto penetrante ed esaustiva riflessione riguardo a “L’eredità di Pio IX e don Bosco”.
Invece Lanfranco Bertolini alla 4a sezione, “Il Meridione”, con la conversazione “da Rosso Malpelo a Padron ’Ntoni”, da collaudato politico nonché esperto di letteratura ha sollecitato l’uditorio ad una vigorosa rivisitazione delle contraddizioni sociali e civili denunciate dalla scrittura di Giovanni Verga ed anche dalle vicende dello Stato unitario di ieri e di oggi.
Sintesi minime delle conversazioni tenute al Seminario "Prima e dopo il 1861"
Serata dello scorso 15 luglio, alla 3a sezione “Educazione e Sussidiarietà”
Conversazione di Sergio Fraboni su: L’eredità di Pio IX e don Bosco
Pio IX e don Giovanni Bosco, seppure profondamente diversi tra loro per nascita, per contesto socio-politico in cui sono cresciuti e si sono formati e per i rispettivi percorsi vocazionali, manifestarono, entrambi, grande at-tenzione ed impegno verso l’assistenza e la formazione giovanile, ovviamente con modalità diverse e proprie in dipendenza del loro diverso “status”.
Papa Mastai aveva maturato questa sensibilità a Roma, frequentando l’ospizio “Tata Giovanni” (per l’istruzione e l’avviamento al lavoro dei giovani) e successivamente dirigendo il “San Michele”, un altro impor-tante istituto assistenziale romano. In entrambi i casi il giovane sacerdote Mastai dette prova di grande sensi-bilità e sagacia, meritandosi la stima e l’apprezzamento dei superiori. Non possiamo poi dimenticare, in par-ticolare, le importanti istituzioni benefiche, realizzate da pontefice, nella sua Senigallia, a proprie spese, provvedendole anche di adeguati mezzi per la loro autonomia finanziaria.
Don Giovanni Bosco da parte sua, in un contesto del tutto diverso da quello romano, intuì che la nascente so-cietà industriale richiedeva nuovi modi di aggregazione, prima giovanile e poi adulta. Da qui nacque l’«invenzione» dell’oratorio salesiano: una macchina perfetta che sapeva ben utilizzare diversi canali di co-municazione come il gioco, la musica, il teatro e la stampa.
Un ambiente, l’oratorio, che prescriveva ai suoi frequentatori un codice morale e religioso, ma che accoglieva anche chi non lo seguiva; che contribuiva a completare il percorso formativo dei giovani; che non voleva esse-re per gruppi ristretti; che aveva di mira soprattutto i giovani dei ceti popolari e non escludeva i marginali e i bassifondi di periferia; che non poggiava sulla costrizione e faceva leva sulla libera e spontanea partecipa-zione al di là di qualsiasi appartenenza. In questo stava la novità e la modernità dell’oratorio di cui si fece promotore don Bosco.
Pio IX e don Bosco si conobbero di persona e furono legati da profonda amicizia. Don Bosco manifestò più volte sentimenti di filiale affetto verso papa Mastai, così come questi non mancò di esprimere verso il sacer-dote piemontese stima, incoraggiamento e paterna sollecitudine.
Sergio Fraboni
Serata dello scorso 15 luglio, alla 4a sezione “Il Meridione”
Conversazione di Lanfranco Bertolini su: Verga, da Rosso Malpelo a Padron ’Ntoni
Attraverso un’attenta indagine sulla rappresentazione letteraria e gli stili narrativi del Verga, Lanfranco Bertolini ci ha porto la lettura della formazione dello Stato unitario dalla parte delle contraddizioni. L’astrattezza e parzialità dell’idea dell’Italia culla di civiltà e del suo primato morale e civile ignora il mondo degli emarginati e degli esclusi. Diversi erano i gradi di Italianità, ma lo stesso Verga sempre dal punto di vista borghese in Rosso Malpelo, in Ieli il pastore rappresenta la massa di sfruttati come un mondo ogget-tuale che resta lontano ed escluso con diffidenza dal movimento per l’indipendenza nazionale. Malpelo è un Cristo che assume su di sé l’immensa oppressione che la società esercita sui più deboli; le sconfitte del vecchio ’Ntoni e del giovane ’Ntoni palesano come l’orizzonte etico dei mondi verghiani entri in rapporti rovinosi con l’invadente modernità. Garibaldi (vedi Libertà) e i Piemontesi passano incuranti e restano e-stranei, mentre l’alfabeto della Patria si riempie di nuove spinte ad infiammare i giovani verso quel crogiolo unificatore dei gruppi sociali che sarà la prima guerra mondiale. Bertolini si è poi soffermato sugli esiti ne-gativi del non expedit e su nuove dinamiche sociali, attraverso un’ampia lettura della Storia Italiana in una logica di primato e di decadenze, di rovine e di memorie, leggendo come minacce ricorrenti sia le spinte di emarginazione sia i miti di superiorità.
L’attenzione del Circolo culturale di Palazzo Mastai e della rivista "Sestante" torna a rivolgersi alla bella vallata del Cesano per proporre un approfondimento conoscitivo di due località di forte valenza storico-artistica: San Lorenzo in Campo e Mondolfo. Questa volta, però, l’escursione che è programmata per il pomeriggio e serata del prossimo giovedì 25 agosto, comincia con un prologo tutto speciale, cioè alle 15.30 propone la novità, originale e poco usuale, dell’appuntamento in galleria per parlare insieme anche degli artisti indigeni che adesso e non ieri danno lustro al nostro territorio.
Per la circostanza l’appuntamento è alla Galleria Arearte e l’artista su cui indagherà Franco Porcelli è il suo amico nonchè coetaneo Walter Bastari, recentemente agli onori della cronache per le mostre ed i cataloghi di prestigio che lo hanno riguardato.
Subito dopo l’indagine sul pittore Bastari, l’escursione riprende il suo tradizionale sviluppo con la partenza in bus alle 16.10 da piazza Garibaldi, alla volta di San Lorenzo. Lì dalle 16.50 alle 18.50 saranno via via visitati, sempre con l’opportuno servizio/guida: l’Abbazia benedettina cui è legata la nascita del paese, una maestosa costruzione romano-gotica a tre navate con arcate a tutto sesto che è il più prezioso monumento del luogo e uno dei più ragguardevoli delle Marche; poi il Teatro "Tiberini" al piano nobile di Palazzo Della Rovere con il loggione a galleria di stile liberty, il Museo delle "Terre marchigiane" e, nelle cantine del Palazzo della Rovere, il Museo archeologico che offre un sostanzioso panorama della storia delle popolazioni della media valle del Cesano dalla preistoria alla tarda età romana. Immediatamente dopo è previsto il trasferimento a Mondolfo per la visita guidata della Chiesa di Sant’Agostino, dai tre portali e scandita da ben dodici altari riccamente lavorati. E’ una chiesa ricchissima d’arte, tanto da meritarsi l’appellativo di chiesa-pinacoteca: tra le altre, sono visibili tele di artisti del calibro di Ridolfi, Guerrieri, Barocci, Tiarini, Van Chayck ecc.
In coda al tour, alle 20.30 – come è colladuata consuetudine – pausa di ristoro con uno spuntino casereccio, questa volta al rinomato "Chiostro dell’Avis" di Mondolfo. Alle 22.00, la partenza per il ritorno in città.
Per maggiori dettagli ed informazioni nonchè per le eventuali prenotazioni, rivolgersi alla sede del Circolo a Palazzo Mastai (dietro il Comune) aperta dalle 18.30 alle 19.30 fino a lunedì 22 agosto.
da Circolo di Iniziativa Culturale e Rivista “Sestante”
Palazzo Mastai – Senigallia
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