Sulla vicenda dell’anziana signora di 78 anni deceduta nel dicembre 2008 dopo una caduta dall’ambulanza o dal lettino di indagine, indagherà ora la Procura della Repubblica. Il calvario, iniziato nell’agosto 2008, era finito al centro dell’attenzione per via del fatto che dei traumi riportati a seguito di questa caduta non compariva traccia nelle cartelle cliniche dell’Asur Zt4. Da allora i familiari della donna hanno cercato di far luce sull’episodio che diede inizio all’aggravarsi delle condizioni di salute dell’anziana.

Dunque sarà la magistratura a lavorare per dare risposte alle tante domande rimaste senza un perché. Complice – secondo la tesi dell’avvocato Roberto Paradisi, legale dei familiari della vittima – la “totale indifferenza della dirigenza dell’ente sanitario che continua a negare ai familiari il diritto alla verità e alla chiarezza“.
Nessuna risposta dunque e nessun risarcimento alla famiglia visto che – parlando del versante civilistico – l’Asur 4 non si è presentata alla mediazione.

Questo – continua l’avv. Paradisi – “nonostante il consulente medico-legale nominato dal Tribunale di Ancona abbia stabilito che il trauma cranico, seguito alla caduta (dall’ambulanza o dal lettino di indagine) tenuta nascosta ai familiari, abbia contribuito ad aggravare il quadro clinico della signora fino a provocarne il decesso“.

La famiglia è decisa ad andare fino in fondo in tutte le sedi competenti per cercare di capire se la vicenda si è svolta come sostengono, ovvero con una responsabilità dell’Asur o se il quadro clinico dell’anziana si è aggravato in seguito alle patologie di cui soffriva e per cui era stato disposto prima il trasferimento al nosocomio di Macerata e poi alla Rsa di Ostra Vetere.