I "Notabili nel Risorgimento" di Severini aprono i venerdì a Barbara
Prossimo incontro il 5 agosto: dall’Istituto di Storia dell’Università di Urbino il direttore Gilberto Piccinini
Il noto saggista Marco Severini, docente di storia del Risorgimento presso l’Università di Macerata, ha animato il 29 luglio il primo incontro dei venerdì estivi all’interno dellamostra "Marchigiani nel Risorgimento", aperta a Palazzo Mattei nei giorni festivi dalle 17 alle 19. Il tema trattato, al cospetto di un attento ed interessato uditorio, è stato quello dei "Notabili, dirigenti e possidenti nel Risorgimento marchigiano".
Di fronte ad una recente storiografia tutta intenta a studiare i vinti, lo scopo del relatore è stato quello di analizzare i vincitori cioè i ceti dirigenti del movimento risorgimentale ed in particolare la ‘notabilazione’ cioè la formazione degli esponenti del potere regionale o municipale, in una regione ‘campanilistica’ come quella marchigiana.
Breve ma stimolante l’introduzione cui è seguito un articolato dibattito: si è descritta la funzione mediatrice dei notabili, cioè deputati, sindaci di nomina regia, patriziato agricolo, amministratori, avvocati, fra il governo centrale sabaudo e la periferia marchigiana, caratterizzata dall’80% di analfabeti.
Oltre ad altre tecniche, più o meno lecite o convincenti, si utilizzava lo strumento "della pagnotta e del sigaro": in occasione delle elezioni, i funzionari del padronato invitavano a pranzo tutti i dipendenti, offrivano loro un sigaro, poi li accompagnavano al voto. Così si assiste a casi come quello del plebiscito di Corinaldo, dove il 100% dei votanti è favorevole all’annessione, pur non trattandosi di una comunità particolarmente patriottica o rivoluzionaria.
Gli stessi esponenti del patriziato o padronato agrario avevano compreso, in modo gattopardesco, che occorreva salire celermente sul carro del vincitore, rappresentato nelle Marche dall’amministrazione del commissario regio Lorenzo Valerio, per fruire prima e meglio delle opportunità offerte dal nuovo sistema.
Pur tuttavia nell’accoglienza dell’unificazione, l’atteggiamento dei ceti dirigenti marchigiani è differente fra le provincie meridionali – legate al presenzialismo, al monumentalismo, al clientelarismo tradizionale – e le settentrionali – più impegnate nell’attività imprenditoriale, nelle iniziative preindustriali, nei reinvestimenti dei profitti finanziari o bancari, come nell’esempio del primo deputato del distretto senigalliese, il barbarese conte Giacomo Mattei.
Nel contesto dell’attualizzazione dei valori risorgimentali e garibaldini, si è evidenziata anche la grave situazione della Somalia, invitando ad offrire un contributo economico alle associazioni volontaristiche presenti in loco – come "Medici Senza Frontiere", ‘Unicef’ o ‘Croce Rossa’ -, della quale è esposto nella mostra un poster divulgativo di inizio Novecento.
Venerdì 5 agostoil prof. Gilberto Piccinini, direttore dell’Istituto di Storia dell’Università di Urbino e presidente dell’Istituto provinciale per la Storia del Risorgimento Italiano delle Marche, interverrà alle 21.30 su "Le gesta di Garibaldi fra tradizione e attualità", cioè sulle radici e le conseguenze del garibaldinismo.
L’incontro è organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Barbara, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e nell’ambito della mostra “Marchigiani nel Risorgimento” – aperta a Palazzo Mattei nei giorni festivi, dalle 17 alle 19.
da Ettore Baldetti
Foto di Angelo Papi
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