Le ottantasette immagini qui raccolte costituiscono un atto di omaggio verso un aspetto del paesaggio fisico e antropico, che sta del tutto scomparendo dalla nostra percezione, ma che mantiene un suo potere di fascinazione nei confronti della nostra facoltà di ricordare e di immaginare.

Non si tratta di una raccolta sistematica, che documenta un fenomeno racchiuso in una unità di tempo e di luogo, ma di una piccola ricerca amichevole condotta coi criteri della vicinanza geografica, affettiva e  cognitiva.

Le strade bianche sono innanzitutto tanti gentili segni sul paesaggio di colline e montagne, segnature che confinano e orientano, in grado di far riconoscere un luogo, in grado di farlo amare e farlo sognare, sotto lo sguardo rassicurante delle querce. 

Dentro questa mappatura risiedono abbondanti tracce di memoria e di contemporaneità, che riguardano la vita nella sua interezza, le sue età e i suoi giochi, la dignità del lavoro, la fedeltà e la devozione, la guerra e la Resistenza, il placamento delle croci, la compagnia degli animali, la magia misteriosa dei ritmi, delle maschere e delle streghe.

Il cammino resta la destinazione della strada bianca, un cammino di altura e di pianura, di valicamento: un cammino trepidante ma leggero, come la piccola “rotola”, che saltella sulla breccia e che ci fa confidare nell’intravedere sempre una casa accogliente.

Inaugurazione nel Salone del Circolo di Palazzo d’Arcevia il 30 luglio 2011 alle ore 18.00.

da Angelo Verdini