Il "prato" Catalani a Senigallia
Riflessioni del GSA ad un mese dalla riapertura dei giardini dopo l'intervento di ristrutturazione
Di seguito alcune riflessioni sulla ristrutturazione dei Giardini Catalani, ad un mese dalla inaugurazione, una prima valutazione sull’argomento che è nostra intenzione approfondire dopo estate.
Le promesse mancate – Nell’incontro formale con gli assessori Memè e Campanile, ed in altri informali, ci era stato assicurato che nessun pino sarebbe stato abbattuto, salvo alcuni malati o pericolanti, al massimo cinque o sei. Invece di alberi ne sono stati abbattuti più di venti (su un totale di circa 50), quasi un dimezzamento. Anche l’assicurazione che saremmo stati informati degli sviluppi del progetto è restata lettera morta.
E’ più che comprensibile che al proposito qualcuno si senta preso in giro.
Oltre alla decimazione dei pini, si è proceduto anche ad una eccessiva riduzione dell’area a verde, a favore di un mega – marciapiedi e dell’allargamento del Viale Leopardi. Un ampliamento che ci sembra eccessivo per una arteria che, una volta entrata a pieno regime la nuova complanare, è destinata a diventare una strada urbana.
E’ realisticamente difficile comprendere la tanta enfasicon cui viene presentata l’opera.
Gli aggettivi mirabolanti da parte di sindaco ed assessori non sono stati certo risparmiati, dal paragone con il Central Park di New York, fino alla intenzione del sindaco di invitare il ministro (quale?) per mostrarne la magnificenza dell’operato.
Ma a guardare bene è solo un prato, un semplice ed anche banale prato alberato!
Per di più di dimensioni molto modeste, circa 3.000 mq. – Meno della metà di un campo di calcio, le cui dimensioni medie vanno da un minimo di 7.500 mq ad un massimo di 10.000 mq.
Un piccolo spicchio di campo da golf, un prato “all’inglese” come ogni villa che vuol essere di prestigio ha, magari a fianco dell’immancabile piscina di plastica.
E non è neanche una novità per Senigallia, il Parco della Pace è lì da qualche decennio, di dimensioni ben più ampie, ed il cui prato alberato è abbondantemente utilizzato.
E’ improprio definirlo un giardino. Basta leggere la definizione di giardino che fanno specialisti o semplici enciclopedie per rendersene conto.
Generalmente tale definizione può essere sintetizzata come “uno spazio di terreno coltivato a fiori e piante ornamentali”; se trattasi di giardino pubblico andrebbero aggiunti altri elementi quali vialetti e panchine per il passeggio e la sosta del pubblico, fontane.
Molti dubbi sorgono in merito alle effettive possibilità di utilizzo dell’area.
Le panchine sono poche, rivolte verso la strada e ai margini dell’area verde, quindi non sempre all’ombra. Nelle ore di punta sono sempre tutte occupate: che tocchi prendere il numero come alle poste?
La possibilità di utilizzare un telo o altro al fine di sdraiarsi sul prato per prendere il sole (e fare pic-nic?), tanto sbandierata dai nostri amministratori, può essere una opportunità anche interessante, ma molto riduttiva. Limitata in primis ai giovani e giovanissimi; perché non vediamo certo gli anziani del centro storico e le badanti, magari con i loro assistiti, stendersi sul prato. E se anche così fosse, sarebbe limitato a soli due (massimo tre) mesi l’anno, per ovvie ragioni climatiche ed atmosferiche.
Gli altri 10 mesi, quando il terreno sarà umido e a volte fangoso, l’erba bagnata, come lo si utilizzerà? Tra l’altro l’erba umida o bagnata è anche molto scivolosa….
Allora la mancanza di percorsi e camminamenti si farà concretamente sentire.
Non si può pensare sempre e solo ad una città che vive tre mesi l’anno.
La potatura dei pini superstiti, alquanto drastica e a “scopetto”, è stata giustificata con la necessità di far penetrare la luce nel sottobosco e permettere così la crescita del prato. Vorremmo ricordare che la mancanza di vegetazione nel sottobosco di aghifoglie è dovuta, più che alla mancanza di luce, alla elevata acidità del terreno, derivata dai lunghi tempi di decomposizione del materiale organico. Infatti, la resina impedisce la rapida decomposizione degli aghi dei pini e delle altre conifere, ed è causa dell’acidificazione del suolo.
In sintesi: ieri avevamo un giardino (anche se maltenuto ed in abbandono), oggi un prato, e domani?
dal direttivo GSA Senigallia
Toh! Dopo otto anni (otto) il GSA si risveglia dalla catalessi.Sarà l'effetto del rinnovo ( di facciata) del direttivo o forse ( e meglio) che non è più tempo di difendere l'indifendibile ( e gli indifendibili).
"...Un piccolo spicchio di campo da golf, un prato “all’inglese” come ogni villa che vuol essere di prestigio..." Il termine "all'inglese", non so chi l'abbia usato per primo o se trattasi solo di una battuta. Non essendo un esperto e non possedendo il pollice verde sono andato a cercare qua e là e leggendo qui( http://www.giardinare.it/pratomain.html ) le cure che si devono osservare, credo che di già, a partire da un immediato futuro, dovrà essere tenuto continuamente sotto osservazione...
Oggi sono praticamente inutilizzati e tra poco, con le piogge sarà un prato bagnato e deserto.
Unica soluzione è amio avviso trovare qualche altra risorsa per almeno mandarci i bambini a giocare, altalena, scivolo e/o simili. Realizzare anche dei vialetti transitabili anche a piedi per 12 mesi immagino sarebbe molto costoso oltre ai 400 mila euro già spesi.
Se resta senza ulteriori modifiche resterà un bel prato inutilizzato e ben illuminato di notte (illuminazione per un prato non si capisce a cosa serva, sicurezza di un posto inaccessibile di notte perchè senza camminamenti.
Per il momento gli amministratori hanno avuto le loro belle fotografie inaugurali ma ora serve restituire ala città uno spazio da usare veramente.
Se volevano far vedere meglio le mura della città ci sono riusciti bene "era giusto valorizzarle" ma l'opera non è finita allora. Sfoltire le piante e dimezzarle. Chi ha fatto i primi studi sulla valorizzazione delle mura di Senigallia? non era quello il progetto, ma non era quella neanche l'intenzione del rifacimento dei giardini Catalani.
Quanto ci è costata tutta l'opera? per poi avere solo il praticello "inglese o no".
Forse era giusto un camminamento centrale o affianco alle mura. Quella di prima non poteva essere mantenuta almeno una camminata al fresco dei pini e le panchine all'ombra? dove uno si poteva sedere ed aspettare all'ombra un amico, l'autobus, fare una chiacchierata con gli amici.
Vuoi vedere che è meglio così, diranno che almeno non sarà più punto di ritrovo per certi traffici. e la gente se si vuole sedere vada nei bar e paghi così si rilancia il commercio.
Spero solo che certi spazi sulle piazze e sui marciapiedi, occupati con tavolini e sedie dei bar, siano corrisposti al Comune come occupazione del suolo pubblico, come in piazza del Comune e sul lungomare da tutte le parti vedi certi allargamenti che neanche si passa a piedi. Spero che qualche controllo si faccia. Basterà vedere se le entrate del Comune, dovute per occupazione dgli spazi pubblici, sono aumentate o no, ma non solo per aumento delle tariffe.
Quella fontana che fine ha fatto? visto che lì non ci azzeccava niente dove verrà messa?
Mi faccio molte domande, ma solamente per capire con che criterio vengono eseguite le opere per tutti, perchè vengono pagate dai senigalliesi, e non dal Sindaco o dalla giunta comunale. Insomma dove vanno a finire i nostri soldi? Che uso ne viene fatto? quali sono i risultati?
Se è vero che quel giradino ci è costato 400.000 €., rabbrividisco e mi chiedo in che mani siamo, poveri noi.
Totò direbbe "e io pago".....
Il problema è che oltre ad una buona fattura del marciapiede il risultato del recupero dei giardini catalani è pessimo perchè non è più un giardino....E' UN PRATO CHE NON SERVE A NULLA ....SPERIAMO ANCORA PER POCO
i bambini non possono giocare,gli anziani non godono dell'ombra degli alberi e respirano i gas di scarico delle auto ,per non parlare della fontana....un punto verde di nessuna utilità che ispira solo rabbia e indignazione. Complimenti a chi l'ha progettato e appovato.
P.S.: alcuni giorni orsono c'erano degli operai che scavavano per mettere a dimora tre piante. Se le erano scordate? Oppure vale il discorso keynesiano: scava la buca, riempi la buca, così non mancherà mai il lavoro?
Concordo totalmente con il GSA.
E' uno scandalo... ma chi ha votato per questi (...omissis...) pretenziosi saccenti politici che non ci meritiamo?
Ricordiamo ci alle prossime elezioni...
Piazza del Duca? Un aborto... ma il popolo, come si diceva, fa la bocca a tutto... che tristezza.
Ricevo dal Gsa:
"Cari soci e cari amici,
con profondo dispiacere dobbiamo comunicarvi che il tavolino per la petizione a favore dei giardini Catalani, non ci sarà sabato 29, poiché il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha negato l'utilizzo di piazza Saffi angolo giardini Catalani come avevamo richiesto e, in seconda istanza, anche gli spazi in piazza Roma.
Il sindaco ci ha offerto, in alternativa, uno spazio in via Carducci.
Riteniamo che il luogo suggerito dal sindaco non sia adatto alle nostre finalità: via Carducci rimane una zona marginale della città,spesso deserta.
Rimaniamo in attesa delle motivazioni che hanno spinto il primo cittadino a negarci sia pazza Saffi che piazza Roma dove, per quanto ne sappiamo, non erano previste altre manifestazioni o eventi che avremmo potuto in qualche modo ostacolare con la nostra presenza.
Alla luce di quanto accaduto, considerato l'inconsueto imprevisto, allungheremo i tempi della petizione e, in attesa di ottenere risposte credibili da questa amministrazione, vi preghiamo di avere pazienza e di fare un piccolo sforzo in più portandoci la vostre cartoline in sede.
Ovviamente lasciamo a voi ogni considerazione sull'operato del nostro sindaco; da parte nostra, vi terremo informati sugli sviluppi di questa inusuale vicenda.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!