Turbogas, lettera aperta del Comitato Sviluppo Sostenibile Valcesano
Riavviare il procedimento è illegittimo, ma la vicenda non è chiusa: l'appello ai cittadini
Carissimi,
il 6 maggio 2011 ci siamo riuniti nella palestra di San Michele per avviare, insieme ad altri Comitati, un’azione comune per difendere la Valcesano. Abbiamo anche fatto il punto della situazione relativa al progetto Turbogas. In quella occasione abbiamo toccato diversi argomenti e, crediamo, sia necessario fissare e ribadire alcune informazioni importanti. Inoltre ci sono stati degli sviluppi, che vorremmo comunicarvi.
Come ci siamo lasciati il 6 maggio?
Cosa consumerà la centrale: 1 miliardo e 307 milioni di metri cubi di metano
Cosa emetterà la centrale:
– monossido di Azoto (NOx) pari a 196 tonnellate all’anno
– monossido di Carbonio (CO) pari a 1.179 tonnellate all’anno
– biossido di Carbonio (CO2) pari a 2.555.924 tonnellate all’anno
– vapore d’acqua per 5.110.400 metri cubi all’ora
– polveri sottili PM10
-· calore
Tutte emissioni estremamente dannose per la salute, in un territorio dove la Regione sta limitando la circolazione del traffico per contrastare l’inquinamento dell’aria.
Cosa produrrà la centrale: 7.117 GWh di energia elettrica all’anno, poco meno del fabbisogno annuo della Regione Marche
Il decreto interlocutorio negativo del Ministero dell’Ambiente
Il giorno 4 agosto 2010 il MINISTERO DELL’AMBIENTE ha acquisito il parere della Commissione Tecnica Ministeriale di V.I.A. (V.I.A. significa Valutazione d’Impatto Ambientale: la Commissione deve analizzare l’impatto della Centrale Turbogas sull’ambiente, cioè l’eventuale danneggiamento che essa potrebbe comportare sugli abitanti e sul territorio) ed ha espresso un parere interlocutorio negativo. La stessa Commissione ha motivato questo parere dicendo che il progetto presentato da Edison non riportava alcune indispensabili informazioni necessarie per valutare i possibili effetti della centrale sul territorio, la salute e l’economia delle zone interessate. Tuttavia, il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, titolare del procedimento principale, non concludeva la procedura respingendo la domanda di autorizzazione, ma decideva di tenerla illegittimamente sospesa.
La richiesta di chiusura del procedimento
Il Comitato ha subito contestato questa decisione del Ministero dello Sviluppo Economico, perché illegittima. La posizione espressa dal Comitato è stata condivisa dai 35 Sindaci e dai Presidenti delle Province, che la ribadirono ufficialmente e congiuntamente il 15 ottobre 2010, in Palestra a S.Michele, sottoscrivendo un documento unico, in cui chiedevano al Ministero dello Sviluppo Economico, l’immediata chiusura del procedimento che aveva avuto esito negativo, che, contrariamente, veniva tenuto "sospeso". Anche il Consiglio Regionale ha fatto sua questa posizione, infatti il 30 novembre 2010 ha votato all’unanimità una risoluzione che dava incarico alla Giunta Regionale di chiedere a sua volta, al Ministero dello Sviluppo Economico, la definitiva chiusura del procedimento.
La delibera della Giunta Regionale
La Giunta Regionale, però, il 21 febbraio 2011, con la Delibera n.236, non ha chiesto la chiusura definitiva del procedimento: ha invece deliberato di comunicare preventivamente al Ministero dello Sviluppo Economico (che di seguito, per brevità, chiameremo MISE) il proprio diniego al progetto (ovvero ha dichiarato di negare l’Intesa Stato-Regione, cioè il sì congiunto del Ministero e della Regione, necessario ad autorizzare definitivamente la centrale). In pratica la Giunta Regionale, invece di dire no, ha detto che dirà no. A qualcuno potrebbe sembrare la stessa cosa, ma non lo è: infatti questa è l’anticipazione di un adempimento oggi non necessario, che si dovrà fare solo se il procedimento andrà avanti.
Il 24 febbraio 2011 Il Comitato ha immediatamente diffidato il Presidente della Giunta Regionale a NON "comunicare preventivamente il diniego all’intesa" al Ministero dello Sviluppo Economico (cioè a non dire anticipatamente che negherà l’accordo finale), dal momento che il procedimento di V.I.A. si era già concluso con esito negativo e quindi la Regione non sarebbe mai stata chiamata a dare l’intesa. Nella stessa diffida il Comitato ha avvertito il Presidente che questa iniziativa della Giunta Regionale (non in linea con quanto previsto dalle norme che regolano l’iter autorizzativo della centrale) poteva dare a Edison la possibilità di fare quel ricorso che altrimenti non avrebbe potuto più fare, visto che i termini erano scaduti. In altre parole, comunicando il diniego preventivo dell’Intesa, la Regione avrebbe offerto a Edison un’arma pericolosa per il territorio e i cittadini. Nella stessa nota, il Comitato ha ribadito al Presidente della Giunta Regionale che, invece, avrebbe dovuto richiedere ufficialmente e formalmente al MISE la chiusura del procedimento, così come avevano già fatto i Comuni, le Province e il Consiglio Regionale. Questa richiesta è stata ulteriormente espressa da 1450 cittadini con una petizione on line.
La Giunta Regionale però ha mantenuto la sua posizione
A chiedere la chiusura definitiva del procedimento è stato l’Assessore Regionale all’Ambiente, inviando una nota di richiesta al MISE. Sappiamo che la richiesta di un assessore non ha affatto il valore giuridico di una delibera di Giunta. Il MISE, il 25 marzo 2011, ha risposto all’Assessore rilevando che l’annuncio della NON INTESA (quello della Delibera n.236 del 21 febbraio 2011, duramente e giustamente contestata da Comitato e cittadini) non c’entrava nulla con i tempi previsti dalla procedura, a conferma di quanto già espresso dal Comitato.
Il procedimento non si chiude
Il 31 marzo 2011 il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) ha comunicato a Edison che, non avendo la ditta prodotto alcuna integrazione al progetto, avrebbe provveduto a concludere la V.I.A. con esito negativo; ha concesso però a Edison 10 giorni per fare osservazioni a questo preannuncio di chiusura. Pochi giorni dopo Edison ha risposto alla comunicazione, chiedendo che le venisse concesso ulteriore tempo per "sistemare" le carenze del progetto. Questo ci conferma che Edison non ha affatto intenzione di tirarsi indietro.
Cosa è successo dopo il 6 maggio?
La riapertura del procedimento
Il 5 maggio 2011 il MATTM ha risposto alle osservazioni di Edison riavviando il procedimento e concedendole altri 90 giorni per correggere e integrare il progetto Centrale Turbogas. I 90 giorni scadranno il 9 agosto 2011.
Il monitoraggio dell’aria
Tra le tante mancanze e carenze che presenta il progetto Turbogas, c’è la mancata analisi della qualità dell’aria allo stato attuale: infatti la Commissione V.I.A. aveva chiesto ad Edison di eseguire una campagna di monitoraggio nel periodo estivo e nel periodo invernale. Il 1 aprile 2011 Edison ha presentato ad A.R.P.A.M. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche) un nuovo progetto che riguarda lo studio delle ricadute al suolo delle sostanze inquinanti emesse dai camini della centrale, chiedendo allo stesso ente indicazioni sul luogo dove posizionare le centraline di rilevamento. Su segnalazione del Comitato, oltre 20 sindaci hanno invitato la Regione Marche e A.R.P.A.M. a non collaborare con Edison in merito al perfezionamento del progetto, anche rispetto al monitoraggio dell’aria, dal momento che l’Amministrazione Pubblica ha compiti di controllo e valutazione dei progetti e non è un organo di "consulenza" di soggetti privati.
Qual è oggi la posizione del Comitato?
Il procedimento è da considerarsi chiuso sin dal 04.08.2010, perché ha avuto un esito negativo e perchè sono scaduti i termini previsti per legge. Riavviarlo è stato dunque illegittimo. Quanto è accaduto recentemente ci fa capire che la Questione Turbogas non è affatto conclusa e occorre ancora che i cittadini facciano sentire forte la loro voce: abbiamo ottenuto importantissimi risultati, ma dobbiamo rimanere vigili affinché vengano rispettati i diritti dei cittadini e del territorio in termini di salute, di qualità della vita e di patrimonio e la stessa normativa italiana ed europea.
Per agire in modo efficace e far rispettare i nostri diritti di cittadini, in questo momento è necessario intraprendere specifiche azioni giudiziarie e, ovviamente, sostenerne le spese.
Per proseguire le iniziative e mettere in campo tutte le strategie necessarie a far valere i nostri diritti, occorre il sostegno e il contributo di tutti, cittadini ed Enti Locali. Solo in questo modo potremo riuscire a diffendere i nostri territori, le nostre proprietà e la nostra salute.
dal Comitato Sviluppo Sostenibile Valcesano
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