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Nucleare in Italia? No grazie!

"No alla costruzione di centrali, sì alla ricerca" l'intervento del segretario GD Senigallia Pettinari

Sci Club Senigallia

Centrale NucleareL’8 e il 9 novembre 1987 si votò in Italia per cinque quesiti referendari: due sulla giustizia e tre sul nucleare. L’esito di quel referendum fu dettato da una sostanziale presa di coscienza, da una sorta di morale dovuta in gran parte al disastro di Chernobyl avvenuto un anno prima. Non dimentichiamoci, infatti, delle diverse centrali francesi costruite in prossimità del confine italiano, se una di quelle dovesse subire un incidente non ci rimetterebbe solo Le Grand Air.
Oggi è importante andare a votare mettendo da parte l’emozione e sostituire a questa l’informazione.

Alcuni ambientalisti sostengono che le scorte di uranio finiranno entro i prossimi cinquant’anni e che quindi le centrali che verranno costruite in Italia dovranno essere chiuse per questa ragione proprio quando saranno arrivate a pieno regime, ovvero quando verranno coperte le spese di costruzione e si inizierà a produrre a costi competitivi rispetto alle fonti di energia tradizionali. Ciò non è del tutto vero, l’analista Adam Schatzker, del gruppo finanziario RBC Capital Markets, che ha condotto questa indagine, molto probabilmente ha tenuto conto solamente dei giacimenti di uranio terrestri e dello smaltimento dell’uranio presente nell’arsenale atomico russo, che terminerà nel 2013, ma non ha considerato l’enorme riserva di uranio che è il mare. Qui, infatti, sono disciolte almeno quattro miliardi di tonnellate di questo metallo e già l’India ha iniziato la costruzione di un impianto pilota per l’estrazione (Bhabha Atomic Research Centre).

Un motivo per dire no alla costruzione delle centrali nucleari in Italia è innanzitutto per la difficile localizzazione della loro ubicazione. La nostra penisola è ad alto rischio sismico e le zone dove la percentuale dei terremoti è minore sono ad alto tasso di popolosità. Non c’è ancora nulla di ufficiale ma il documento in mano al governo, prodotto dopo un oculato studio con i tecnici del settore, indicherebbe le zone più papabili per ospitare la costruzione di quattro centrali in prossimità delle città di Monfalcone (Friuli Venezia Giulia), Chioggia (Veneto), Caorso (Emilia Romagna), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Montalto di Castro e Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari (Puglia) o tra Nardò e Manduria, Scanzano Ionico (Basilicata), Oristano (Sardegna) e Palma (Sicilia). Questi sarebbero i siti maggiormente idonei per la vicinanza a zone costiere o a fiumi.

Il secondo motivo per cui sarebbe preferibile che l’Italia non intraprenda la via del nucleare è lo smaltimento delle scorie. Gli unici Paesi che riciclano le scorie nucleari sono oggigiorno la Francia e il Giappone, non a caso l’Italia, ancora occupata a smantellare le sue centrali degli anni ’80, manda le proprie scorie ai francesi, insieme a diversi milioni di euro, perché le smaltiscano.
Il processo consiste nel separare il plutonio e l’uranio dagli altri scarti radioattivi e riutilizzarli ottenendo, a quanto pare, lo stesso quantitativo di energia. Tuttavia una gran quantità di plutonio rimane nelle scorie e ciò quindi non riesce a rendere la loro vita radioattiva più breve.
In secondo luogo, riciclare il plutonio costa diverse volte di più di quanto non costi usarne del nuovo.

Il terzo motivo per cui al Referendum dobbiamo votare Sì per fermare la costruzione di queste centrali è che lo scorso luglio Pechino ha annunciato l’intenzione di costruire 60 nuove centrali entro il 2020, che andrebbero ad aggiungersi a quelle già esistenti. Secondo la World Nuclear Association, se il progetto andrà in porto la potenza nucleare cinese toccherà quota 85.000 megawatt, circa nove volte quella attuale e ciò provocherà uno spostamento dell’uranio verso la Cina con una vertiginosa impennata del prezzo di questo metallo che andrà poi ad influire sul costo dell’energia.

Al Referendum di domenica 12 e lunedì 13 mettiamo Sì per dire No e fermiamo la costruzione delle centrali nucleari in Italia, ma non la ricerca.

da Marco Pettinari
Segretario GD Senigallia
e membro dell’ANTER (Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili)

Giovani Democratici
Pubblicato Venerdì 10 giugno, 2011 
alle ore 10:40
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Commenti
Solo un commento
paolo 2011-06-11 11:08:16
Questo articolo mi piace, ma i numeri ?
Scusate ma sono un cittadino a cui piacerebbe conoscere i numeri esatti (perchè dall'articolo sembra che il nucleare sia da neanche prendere in considerazione) e quindi vorrei capire se noi italiani siamo più furbi rispetto a molti altri paesi che hanno intrapreso il nucleare oppure quelli che presto saranno sottomessi da questi stessi paesi e dove i nostri figli dovranno andare a lavorare in quanto l'industria e la vita nel nostro paese non sarà competitiva; praticamente schiacciati dal costo delle bollette.
Noi non avremo le centrali ma i nostri figli dovranno andarci (se la montagna non va da Maometto, Maometto dovrà andare dalla montagna).
Pertanto, visto che Lei mi sembra preparato bisogna che dica quanto costerebbe esattamente al cittadino l'energia prodotta dal nucleare al lordo (possibile che nessuno lo sa? ). Per il probabile aumento del costo dell'uranio beh, abbiamo visto il petrolio dagli statici 20 dollari al barile siamo arrivati a punte di 170 però si consideri che un grammo di uranio soddisfa 5 milioni di famiglie per un anno pertanto aumenti si ma su che quantità ? Poi come ne usciremo dai limiti di CO2 che presto ci imporranno ? Con il solare ? D'inverno le fabbriche le chiudiamo ? Di notte teniamo spente le luci ? (sto facendo esempi per capire intendiamoci).
Una valida alternativa garantita che non inquinerebbe come il carbone, petrolio, biomasse ecc. sarebbe la Turbogas ma da un anno a questa parte si dice NO anche a quella; ditemi voi...adesso si criminalizza anche il metano che è la fonte più pulita dopo l'idrogeno.
Non la vogliono lì, bene allora perchè deve andare da un'altra parte...qualcuno deve prendersela se usiamo l'energia.
Io dico che per noi cittadini se non ci vengono chiarite bene le idee in tutte le sue sfaccettature, si spenderanno soldi per il referendum dove non vincerà la ragione e la logica (se passerà il quorum) ma la sola paura e la sola paura non fa andare avanti un paese ormai globalizzato (se fossimo soli il discorso poteve essere diverso perchè si può scegliere come vivere).
Nazione a rischio sismico ? Questo è un valido punto ma penso che ci siano soluzioni per contrastarlo; lo hanno fatto per le case figuriamoci per una centrale. Le scorie presto saranno "riciclate" non totalmente dalle centrali di quarta generazione previste pronte per il 2020 in maniera ottimistica e comunque non molto più tardi e che hanno anche la capacità di ottenere più energia dalla stessa quantità di uranio/plutonio di quelle di seconda e terza generazione.
Dove invece sono molto d'accordo è sulla ricerca, quella non va dismessa in tutti i campi e sono sempre disponibile ad investirci denaro sopra questo perchè anch'io sono d'accordo (ma penso tutti noi compreso i nuclearisti più accaniti) che se si riuscisse a trovare una fonte rinnovabile e pulita in grande quantità i discorsi sono presto chiusi.
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