La paura della parola nucleare
La Fiamma Tricolore sul referendum del 12 e 13 giugno: "Non voteremo, non deve vincere la paura"
L’ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha confermato che i cittadini potranno esprimersi sul quesito referendario riguardante la costruzione di nuove centrali nucleari. Ed allora facciamo un po’ di chiarezza. La storia dell’energia nucleare in Italia parte da lontano. E’ una storia affascinante, dove i protagonisti sono le menti eccellenti che il nostro paese ha prodotto ed esportato in tutto il mondo insieme a conoscenza teorica, sviluppo energetico e innovazione tecnologica.
Parliamo di Ettore Majorana, i «ragazzi di via Panisperna», Emilio Segré, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, ma soprattutto Enrico Fermi, che ricevette il premio Nobel per la fisica nel 1938. Fermi progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione che venne costruito negli Stati Uniti e che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata della storia.
All’indomani della conferenza di Ginevra (8-20 agosto 1955), anche in Italia venne presa la decisione di costruire centrali elettronucleari: Latina, Sessa Aurunca e Trino che al momento della sua entrata in funzione, costituiva a tutti gli effetti la centrale più potente al mondo. Nel 1970 inizia la costruzione della quarta centrale, quella di Caorso, destinata a diventare l’emblema italiano dell’avanguardia della tecnologia nucleare.
La crisi petrolifera degli anni ’70 impose una ridefinizione delle strategie energetiche e il Parlamento varò nel 1975 il Piano Energetico Nazionale (PEN), basato sulla diversificazione delle fonti. A farla da padrone sarà l’energia nucleare, una valida alternativa, economica e competitiva, ai combustibili derivati dal petrolio e agli impianti termoelettrici tradizionali. Il vasto programma di crescita del settore nucleare previsto avrebbe a tutti gli effetti portato il nostro paese, nel giro di qualche decennio, alla completa autonomia energetica. E poi? E poi c’è la tragedia di Cernobyl, nella Russia comunista ormai al collasso.
Da allora la parola nucleare provoca ansia, evoca più facilmente la distruzione che la costruzione, aumentata dalle immagini televisive che ci testimoniano la catastrofe di Fukushima. Insomma, la sola parola nucleare provoca timore e terrore.
Cosa che invece non abbiamo con la parola elettricità. Il gesto del dito indice che schiaccia l’interruttore e accende la lampada è il momento finale di un complesso meccanismo che si chiama energia elettrica. Questo gesto naturale non disturba la nostra immaginazione, così come non ci preoccupa la combustione di benzina, gasolio e affini che, oltre a darci l’energia elettrica, muove le automobili e produce il riscaldamento delle nostre abitazioni. Gli esperti ci dicono che provoca morti e malattie terribili. Noi, però, continuiamo a usare la macchina, a bruciare idrocarburi senza troppe preoccupazioni. Eventualmente ci conforta la consapevolezza che il progresso scientifico ha il suo prezzo.
Crediamo sia doveroso fidarsi delle competenze degli scienziati, i quali ci informano che l’energia nucleare non è pericolosa, se non in casi estremi. Ma sono proprio questi casiestremi quelli che alimentano le nostre paure.
È inutile fingere: ci impensierisce molto meno la catastrofe ambientale provocata dalla fuoriuscita nel mare di tonnellate di petrolio che una fuga radioattiva. Il petrolio che inquina l’ambiente ci rammarica; l’energia nucleare libera nell’aria ci terrorizza. E’ dal 1987 che una certa sinistra ambientalista di Neanderthal sugli effetti devastanti dell’energia nucleare ci catechizza. In più abbiamo giornali, telegiornali e trasmissioni televisive che fanno a gara nell’incuterci sgomento.
Poi, come se non bastasse, noi italiani abbiamo la vocazione di dividerci su tutto in due partiti: dai patrizi e plebei romani, ai guelfi e ghibellini, ai nuclearisti e antinuclearisti. E così aumentano perplessità e insicurezze: ci si schiera, ma non facendo riferimento alla cultura scientifica, bensì al buonsenso, ai sentimenti, che sono pessimi consiglieri quando si tratta di capire realmente come stiano le cose.
Ed è per questo che noi della Fiamma Tricolore consigliamo di NON ANDARE A VOTARE, non vorremmo che il 12 e 13 giugno a vincere sia la PAURA.
da MSFT
Segreteria provinciale Ancona
sono stato sempre dalla vostra parte... ma questa volta non vi do retta
...di boicottare uno strumento democratico come il referendum non andando a votare, andaste a votare NO?
Scusa Roberto, come mai non sei d'accordo ? Pensi che le fonti alternative bastino per stare dietro agli altri paesi ?(non parlo di quantità ma di costo).Oggi si parla di polveri sottili, anidride carbonica e altri gas nocivi provenienti tutti da combustioni che in maniera subdola logora la salute di tutti. E' vero che la centrale nucleare ha il problema scorie ma si consideri che 10 grammi di uranio soddisfa il bisogno energetico delll'Italia per un anno; non produce polveri sottili e tantomeno anidride carbonica proprio perchè è una combustione nucleare. Presto dovremmo rispondere alla comunità mondiale per le emissioni di anidride carbonica e per allora che facciamo ? I pannelli fotovoltaici, lo ricordo, se non li aiutiano tutti noi nelle bollette che paghiamo non sono convenienti ed in molti casi tolgono terreno agricolo utile per coltivazioni nvece di importare schifezze dagli altri paesi (il nucleare non lo vogliamo però rischiamo di morire avvelenati). Roberto sarei d'accordo con te se si potesse fare a meno ma qualcuno ci deve spiegare se riusciamo ad essere competitivi con le fonti attuali non dando peso più di tanto al petrolio perchè, come abbiamo visto, siamo in balia degli altri. Attualmente la produzione di energia più valida e sicura è l'idroelettrica con costi di produzione intorno ai 0,02 euro al Kwh contro uno 0.06 del nucleare e uno spaventoso 0.57 del solare. Ho letto su una rivista scientifica che l'Italia acquista di notte energia elettrica in eccesso dalla Francia provenienti da centrali nucleari per riportare, tramite pompe elettriche, acqua riempiendo di nuovo i bacini per poi riaprire le dighe di giorno quando il fabbisogno aumenta. Ragazzi non è facile, tutto ha un prezzo e fa parte della nostra vita che abbiamo scelto o imposto comunque siamo quì. Diciamo NO a tutto oppure cerchiamo di ragionare e trovare la soluzione migliore per non restare fuori ?
...per aver bloccato anche questo mio commento!
Caro Luca,
non so cosa intendi per costo, costo nella salute umana? Con il nucleare non c’è prezzo che tenga, una volta che fuoriesce materiale contaminato quella zona diventa off limits per centinaia di anni, un paese come il nostro che è appena largo 300 Km vorrei sapere dove fuggi!
Il Giappone per la loro cultura, serietà ecc che fino ad ora ci avevano dimostrato (fatto credere), anche loro hanno nascosto verità scottanti
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201106071050-eco-rt10052-giappone_fukushima_peggio_del_previsto_radiazioni_doppie_di_stime
Parli che servono appena 10 grammi per mandare avanti una centrale, non conosco la tua fonte ma…
“non produce polveri sottili e tantomeno anidride carbonica proprio perchè è una combustione nucleare.”
Per produrre il combustibile di uranio si emettono 56 grammi di CO2/kWh
Per costruire una centrale nucleare si emettono 12 grammi di CO2/kWh
Per trattare le scorie e smantellare gli impianti si emettono 28- 66 grammi di CO2/kWh
Ogni kWh prodotto da una centrale nucleare è responsabile dell’emissione in atmosfera tra 95 e 134 grammi di CO2
per estrarre 200.000 tons grammi di uranio servono e si scartano:
220 tons di Esplosivi = 6.000.000 di m3 di roccia di scarto
1.370.000 m3 di acqua = 200.000 tons di scarti = 2.000 tons di liquidi radioattivi
Servono poi 22.000 m3 di acido solforico e 370 tons di Fluoro
Per far funzionale il tutto servono190.000 tonnellate equivalente di petrolio tra fossili e EE = 313 m3 di liquidi radioattivi, 12.000 GWh di elettricità e 40 tons di Combustibile “spento”
In totale si emettono 670.000 tonnellate di CO2 pari a 56 grammi per kWh di EE prodotta dal reattore.
Altri dati dal resoconto Società Terna che riguardano il 2009
http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=MLAtrIiFDTg%3d&tabid=418&mid=2501
Nell’anno, la richiesta di energia elettrica sulla rete è stata soddisfatta per l’86,0% da produzione nazionale (88,2% nel 2008), per un valore pari a 275,3 miliardi di kWh, al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi, con una riduzione del 8,1% rispetto al 2008. La restante quota del fabbisogno (14,0%) è stata coperta dalle importazioni nette dall’estero, per un valore pari, nel 2009, a 45,0 miliardi di kWh, in aumento del 12,3% rispetto all’anno precedente. Nel 2009 i consumi totali di energia elettrica sono scesi a 299,9 miliardi di kWh (-6,0%).
Fonte enea, terna, sergio zabot.
IL 14 % !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! DALL’ESTERO.
E dobbiamo costruire delle CENTRALI NUCLEARI per il 14%!!!!!!!!!!!
Centrali che andranno in funzione tra 20 anni se va bene salvo (MAFIA, CORRUZZIONE, MAZZETTE, SUBAPPALTI ECC).
Per l’approvvigionamento dell’uranio saremo dipendenti da altri come per il petrolio visto che da noi non ci sono miniere e non abbiamo testate nucleari da dismettere ma dovremmo comprarlo dalla Russia come il gas (siamo da capo).
E anche vero che di notte noi acquistiamo energia per pompare acqua e rimetterla nei bacini, ma questo perché e più conveniente che produrla.
Per questo e per altri motivi che andrò a votare SI.
Roberto roby
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