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Successo del convegno del Csv Marche alla Rotonda di Senigallia

I limiti del Pil, la necessità di nuovi indicatori di benessere e il valore del volontariato marchigiano

Michele da Ale

Convegno sul volontariato alla Rotonda di SenigalliaIl Pil (Prodotto interno lordo) non è un indicatore sufficiente a valutare il benessere di un paese e la stessa crisi economica ne ha evidenziato i limiti. Per misurare realmente il benessere di un territorio occorre includere altri indicatori – sostenibilità ambientale, capitale sociale, pari opportunità, diritti di cittadinanza – tanto che ormai da tempo si parla di Bil (Benessere interno lordo). In questo scenario, anche la presenza del volontariato, che pure non è misurato dal Pil, dà un importante contributo sociale, culturale e anche economico indiretto.

E’ questo, in sintesi, il principale messaggio emerso dal convegno Volontariato, imprese ed istituzioni: quale contributo al benessere del territorio?” promosso dal Centro servizi volontariato delle Marche, che giovedì, alla Rotonda di Senigallia ha visto confrontarsi mondo non profit, enti locali e imprenditori.

Ancor di più in questa fase – ha dichiarato il presidente del Csv Marche Enrico Marcolini, aprendo i lavori – occorre che Terzo settore, imprese ed enti uniscano le loro forze per creare le condizioni culturali del cambiamento. Se le Marche si distinguono per il ‘viver bene’ lo si deve anche al volontariato, che contribuisce al bene comune non tanto e non solo dal punto di vista economico, ma prioritariamente da quello del capitale sociale generato”.

Secondo il Pil, le Marche sono all’undicesimo posto in Italia – ha spiegato Giulio Marcon, portavoce della campagna “Sbilanciamoci!” – ma per il nostro indice Quars, elaborato per misurare la qualità dello sviluppo delle regioni italiane, salgono al settimo. Oltre il Pil, che da solo non rappresenta il benessere, servono altri indicatori di qualità sociale e ambientale per orientare politiche e risorse pubbliche. Fa bene dunque il volontariato a mettere in luce il proprio valore di attività gratuita, ma che produce comunque ricchezza”.

Il volontariato marchigiano continua infatti a coinvolgere un numero crescente di persone. Le associazioni sono oltre 1500, i volontari oltre 40.000, e con un rapporto di 26 unità ogni 1000 abitanti le Marche risultano una delle regioni con la più alta vocazione al volontariato. I volontari sono per lo più continuativi e in media dedicano a quest’attività 4,3 ore di tempo ogni settimana. Da qui si può affermare che tutte le organizzazioni di volontariato marchigiane muovono un impegno mensile dei volontari, che equivale a quello di circa 2700 lavoratori dipendenti a tempo pieno, con un risparmio annuale stimato in 69,5 milioni di euro.

Convegno sul volontariato alla Rotonda di SenigalliaQuesti e altri dati sono stati illustrati, nel corso del convegno, dal direttore del Csv Marche Alessandro Fedeli e da Maria Elena Tartari del Sistema informativo statistico regionale. Con l’occasione infatti, è stato presentato il volume Quanto conta il volontariato nelle Marche? I numeri, le caratteristiche ed il valore del volontariato marchigiano”, che presenta i risultati, aggiornati al gennaio 2009, dell’ultimo Censimento delle organizzazioni di volontariato marchigiane, esplorando anche la possibilità di una misurazione del valore sociale ed economico del volontariato, ed è il frutto di una collaborazione tra Regione Marche – Ufficio Statistica e Osservatorio Regionale Politiche Sociali, Csv Marche e Università di Urbino – Dipartimento di Economia, Società e Politica.

Sul ruolo che impresa, ente pubblico e volontariato possono svolgere per lo sviluppo della comunità si sono confrontati in una tavola rotonda, Enrico Bracalente, amministratore unico di Nero Giardini SpA, Paolo Petrini, vice presidente Regione Marche, Luigino Quarchioni, qui in qualità di vicepresidente Avm (Associazione volontariato Marche), Benedetta Polini, docente all’Università di Urbino e Pina De Angelis, responsabile formazione del Csv Marche. “Il successo della mia azienda – ha detto Bracalente, raccontando l’ascesa del marchio Nero Giardini a livello nazionale e internazionale – lo devo ai miei collaboratori tutti, grazie a loro siamo arrivati dove siamo, nonostante la crisi. Un lavoratore che si sente realizzato produce qualità e l’imprenditore deve saper coinvolgere e gratificare la forza lavoro, perché dovunque, dietro qualsiasi progetto, la differenza la fa il capitale umano. Credo – ha aggiunto – che gli imprenditori debbano dare risposte al territorio in cui operano. Ecco perché abbiamo scelto di non delocalizzare, ma piuttosto di reinvestire nel nostro territorio: una scelta che alla lunga si è rivelata vincente”.

Occorre ripensare un modello partecipativo – ha spiegato Petrini – deve aumentare la capacità di governo nell’allocare risorse che sono più scarse, c’è bisogno di un municipalismo virtuoso, di valorizzare le risorse locali e di dare corso a un’autentica sussidiarietà”.

Del valore dell’associazionismo come “palestra” per allenare le persone alla cittadinanza attiva ha parlato invece Quarchioni. “Più la società va verso l’individualismo, più l’associazionismo rappresenta una risposta al bisogno di essere un ‘noi’ e non solo un ‘io’”. Dal canto loro, Polini e De Angelis hanno invece rimesso l’accento sul valore sociale ed economico del volontariato e della progettazione sociale, sostenuta dal Csv, in termini di risorse attivate, reti di collaborazione, innovazione e sperimentazione.

A margine del convegno è stato consegnato il Premio “Volontariato & imprese” promosso dal Csv con il patrocinio di Confidustria Marche, per valorizzare le esperienze più innovative di partnership tra associazioni di volontariato e aziende: a vincere la seconda edizione il progetto di collaborazione tra l’associazione Il Ponte onlus di Fermo e Confindustria Fermo – sezione agroalimentare.

da CSV Marche

Csv Marche
Pubblicato Martedì 31 maggio, 2011 
alle ore 14:29
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