Delibera sulla Sanità: l’Asur liquida Senigallia in sei righe
L'ipotesi di riorganizzazione dell'ospedale: due maxi-reparti (medicina e chirurgia), il resto dislocato
Non si placa la polemica sulla sanità regionale e senigalliese. Dopo i buchi di bilancio, i tagli paventati, i discorsi rassicuratori, i timori degli addetti ai lavori e dopo la prima bozza del piano regionale proposto dalla Regione Marche, ecco che finalmente arriva un’altra proposta, questa volta da parte dell’Asur. Una proposta, giunta con delibera n° 240 del 28 marzo 2011, che liquida Senigallia e l’intera Zona Territoriale 4 in sei righe.
Sei semplici righe che ipotizzano unariorganizzazione dell’intera sanità senigalliesee che il capogruppo di Partecipazione Roberto Mancini commenta con un sarcastico "finalmente sappiamo di che morte moriremo, anche se il compito di informarci su tali ipotesi forse spettava al Sindaco o all’Assessore alla Sanità".
La proposta. Una riorganizzazione che prevede la creazione di due poli, due "maxi-reparti" come li definiscono i tre consiglieri di opposizione, uno per chirurgia e uno per medicina in cui concentrare le aree di degenza, affiancati da una differente dislocazione in altre sedi di studi, ambulatori e locali di medicheria. Il tutto con una settorializzazione che procede per gradi di intensità assistenziale sul modello di Jesi (che però su questo obiettivo era già preparata anche a livello strutturale e sostenuta da un piano nazionale).
Oltre al fatto che è stata proposta la cessazione di tre unità infermieristiche, la perdita di 5 posti letto in chirurgia e due in medicina, la domanda che i consiglieri Mancini, Rebecchini e Battisti si sono posti e hanno posto in una conferenza stampa martedì 26 aprile, è stata sulla qualità delle prestazioni che dovranno essere garantite a Senigallia; Senigallia che tra poco raddoppierà la popolazione in vista del periodo estivo e che si ritroverà strozzata in un contesto che vede altrove centri di specializzazione o perlomeno più qualificati (Torrette, Jesi, Pesaro-Fano) nell’ottica dell’area vasta come prevede il piano regionale approvato e presentato già anche a Senigallia nella conferenza congiunta Mangialardi-Spacca.
"L’approssimazione della proposta regionale – afferma Luigi Rebecchini –farà tornare indietro Senigallia di 50 anni, fino agli anni ’60 quando in due reparti si curava un pò tutto e niente. Senigallia perderà rilevanza – continua il consigliere di Rifondazione Comunista – oltre ai posti letto, con seri rischi sulla qualità della sanità pubblica e la preoccupante apertura a quella privata".
Ma non c’è solo Senigallia nel mirino della riorganizzazione della Regione e dei vertici Asur: anche Arcevia e Ostra faranno la loro parte.
Nel quadro relativo alla Guardia Medica, dove ognuna dovrà servire una popolazione di almeno 20.000 abitanti, sarà Ostra a perdere il proprio servizio che non viene più conteggiato mentre rimangono i centri di Senigallia, Corinaldo, Ostra Vetere e Arcevia. La stessa Arcevia che non avrà più il medico a bordo dell’ambulanza, ma solo il presidio infermieristico; condizione peggiorata poi dal fatto che pure Sassoferrato perderà la sua ambulanza (come poi è venuto fuori pure per Falconara).
Insomma un quadro, quello che viene dipinto dalla dirigenza regionale dell’Asur, non certo rassicurante per il territorio senigalliese, che vede ancora la guardia medica in una struttura fatiscente, fredda e senza adeguata strumentazione per l’accoglienza "nonostante le rassicurazioni giunte dal Sindaco Mangialardi che aveva promesso in poche settimane di risovere la situazione", dichiara Battisti.
Ma non è solo il servizio di Guardia Medica che preoccupa i tre consiglieri: è lo stato di disagio che i cittadini provano intorno al tema sanità e che si percepisce dalla telefonate che gli stessi consiglieri ricevono. Telefonate che testimoniano come non ci sia informazione sullo stato delle cose.
"La nostra proposta, accolta, del Consiglio Grande sulla sanità – continua Battisti – non ha ancora una data nonostante sia stata avanzata tempo fa e abbiamo dato come consiglieri e come città disponibilità massima alle autorità regionali perchè possano intervenire e dire di fronte alla cittadinanza di cosa si sta discutendo. Proprio per questo appuntamento cercheremo di focalizzare l’attenzione in Commissione su un documento comune che possa esser recepito dalla Giunta regionale e dall’Asur dove faremo presenti le questioni di Senigallia e dei Comuni della Zt4. Un documento che deve arrivare prima dell’approvazione della nuova bozza del piano regionale".
Tutte questioni su cui l’Amministrazione comunale non sembra voglia far sentire la propria voce, questa è l’accusa che muovono i consiglieri di Partecipazione e Rifondazione. Chiude Battisti: "non vogliono affrontare il tema, questa è la loro strategia".
di Carlo Leone
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