Movimento Sociale sull’acqua pubblica: "Mano ai pomodori marci!"
Fiamma Tricolore contro il sistema delle privatizzazioni: "Tornare al pubblico"
Acqua bene comune, strillano le sinistre con tanto di raccolta firme per il referendum. E siccome l’acqua è un bene di tutti chiediamo al sindaco Mangialardi di venire in consiglio comunale e di iniziare un dibattito, o almeno di riferire alla “città di tutti” sul rinnovo del Consiglio di amministrazione della Multiservizi S.p.A. Non lo farà perché i cittadini potrebbero capire la vera differenza che c’è tra “acqua bene comune” (e lo sarà sempre) e “acqua bene pubblico gestita pubblicamente”.
Un passettino indietro: il 2 giugno 1992 il Britannia, panfilo di sua maestà britannica, arrivò di fronte a Civitavecchia con a bordo tutti i banchieri della finanza anglo-americana mondiale (Warburg e Barclay, Coopers Lybrand, Goldman Sachs, ecc.).
Da lì partì l’ordine di smantellare lo stato sociale italiano, i gioielli industriali dell’IRI, pagati mille volte dai contribuenti italiani con le loro tasse, una torta da 100 mila miliardi di allora. Furono i governi di sinistra, e dunque il PCI (poi PDS, poi DS, ora PD) ad eseguire gli ordini, a compiere quelle che passarono con il nome di privatizzazioni: Amato, Prodi, Carlo Azeglio Ciampi, Beniamino Andreatta.
Inoltre i monopoli naturali (acqua, energia, telefonia, sanità, autostrade, ecc.) per loro natura non lucrosi, furono trasformati in società per azioni. Ma ecco il trucco, con il Tesoro come azionista di maggioranza assoluta (ad esempio l’ENI, l’ENEL). Il che significava: i guadagni agli azionisti, mentre le perdite le ripiana sempre il contribuente italiano, ossia Pantalone.
Il trucco ha avuto tanto successo, che l’hanno ripetuto a tutti i livelli locali: hanno privatizzato centrali del latte, aziende dei trasporti municipali, acquedotti comunali, sanità, raccolta dei rifiuti. Il vantaggio era duplice: ora le società sono soggette al diritto privato, queste aziende non sono tenute a trovarsi i fornitori con concorso pubblico, né ad alienare i propri beni (pagati dai cittadini) per gara pubblica, né a limitare le paghe ai loro dirigenti: sono diventati manager, consiglieri, amministratori delegati, da pagare come si usa sul mercato libero.
Basta che andate sui vari siti della Multiservizi SpA, del CIR33 SpA e di tutte le altre, leggerete i vari membri dei consigli di amministrazione. Non ci sono laureati in geologia o in idraulica, ma una lunga serie di ex-assessori, ex-sindaci che non vengono scelti per concorso pubblico.
Avete mai sentito esprimere una critica a questo sistema dai vari partiti in consiglio comunale? Questa è la vera lotta politica tra PD (e suoi cespugli) e il PDL: riempire le varie partecipate di amici e compari. Questa è le vera casta da abbattere.
Ecco perché il MSI prima e oggi la Fiamma Tricolore chiedono da sempre una riforma semplice: basta ritornare al SISTEMA PUBBLICO per tutto ciò che dà SERVIZI PUBBLICI. Perché la privatizzazione (pseudo) non ha nulla a che fare con la devoluzione, né con il federalismo e nemmeno con la democrazia.
Non abbiamo dubbi: la raccolta delle firme per il referendum delle sinistre è l’ennesima presa in giro. Sveglia ragazzi! Mano, non ai fucili che non abbiamo, ma almeno ai pomodori. Marci. Marci come loro.
da Riccardo De Amicis
per Movimento Sociale – Fiamma Tricolore
Sveglia tu invece! Le firme le abbiamo già raccolte e il 12 e 13 giugno si va al voto del referendum! Anzi a parte questo articolo che non è serio, ricordiamoci la vera cosa seria: che è importante votare 4 SI!
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