Concessioni balneari, mozione del PdL Senigallia contro la direttiva Bolkenstein
Iniziativa del gruppo consiliare per salvare gli stabilimenti balneari nella città e nella Regione
Il Pdl di Senigallia, in concerto con il coordinamento regionale, si pone contro l’applicazione della direttiva Bolkensein, approvata dal Parlamento Europeo e poi recepita dall’Italia. In particolare, è stata aspramente criticata la normativa relativa alle concessioni balneari.
La direttiva Bolkenstein è stata votata a Strasburgo il 12 dicembre 2006, e poi recepita dal nostro paese il 26 marzo 2010 mediante decreto legislativo. Suo principio fondante è il fatto che se un bene è prodotto e commerciato legalmente in uno stato europeo, gli altri stati membri non possono limitarne la circolazione bensì presupporre la sua conformità. Si tratta pertanto di un principio di mutua fiducia, che ha permesso di eliminare in un colpo solo molte minute differenze di regolamentazioni che limitavano i progressi del mercato interno. Il tutto da essere applicato nel settore dei servizi (tranne i servizi finanziari, le reti di comunicazione elettronica, i servizi di trasporto, il settore fiscale).
Suoi cardini fondamentali sono l’eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento, l’eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e, infine, l’instaurazione della fiducia reciproca tra stati membri.
Un provvedimento, quindi, dal sapore ultraliberista.
Ora, tale direttiva dovrà essere applicata anche all’ambito specifico delle concessioni balneari, un settore molto importante per il turismo, a sua volta settore vitale per l’economia senigalliese. E di questo si è preoccupato il gruppo consiliare regionale, provinciale e senigalliese del Popolo della Libertà.
Il partito, infatti, teme che la direttiva Bolkenstein vada a cancellare le piccole imprese balneari sul territorio, frutto di investimenti di tante piccole imprese familiari, e quindi la loro tipicità sul territorio e le loro offerte particolari che valorizzano la specificità del territorio; che la nuova messa all’asta delle concessioni finisca per essere aggiudicata di grandi catene della distribuzione e/o ristorazione (anche straniere, quindi estranee alle nostre caratteristiche) che applicherebbero un’omologazione snaturante dell’attività, una ‘colonizzazione’.
Ma a questo può aggiungersi anche un’altra pericolosa eventualità: che in questo momento di difficoltà economica, le concessioni finiscano nelle mani della criminalità organizzata (vi sono state segnalazioni a riguardo dagli inquirenti), unica a disporre di ingenti somme di denaro, con il conseguente fallimento di piccole imprese familiari e dell’indotto che difficilmente potrà continuare a usufruire di prodotti del territorio; e che migliaia di addetti perdano il posto di lavoro.
Nella nostra regione il problema è stato portato in assemblea da consigliere e vicepresidente Giacomo Bugaro: “La direttiva colpisce particolarmente l’Italia, nel suo portato culturale; già in questo momento è difficile investire con sicurezza in questo settore delle concessioni balneari. Dopo un incontro col ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, spero che tutte le forze politiche del territorio si diano da fare per fare luce sul problema e risolverlo. L’Italia, e le Marche, che vivono di turismo balneare, non possono vedersi cassare per decreto un settore peculiare che comporta investimenti e fatica”.
Il consigliere provinciale Marco Grandi, ha affermato che sabato mattina, 9 aprile, la mozione sarà presentata in Provincia.
In questi giorni, si è svolta una manifestazione a Roma alla quale hanno preso parte i sindacati SIB e FIBA dei bagnini di tutta Italia, tra i quali anche quelli di Senigallia.
E non sono mancate le risposte polemiche, come quella di OaSI: secondo quest’ultima il paese starebbe cercando di chiudere la procedura di infrazione promossa dall’Unione Europea contro la licenza concessa in difformità alla direttiva; e afferma che questa protesta è stata strumentalizzata solo per evitare di vedersi aumentato il canone pertinenziale.
Il Pdl senigalliese, dal canto suo, adatta la mozione a livello locale e chiede al Sindaco e alla Giunta Comunale di prorogare l’applicazione della direttiva, così da individuare soluzioni più idonee, a sostenere le associazioni di categoria nelle loro rivendicazioni.
“La nostra offerta turistica balneare deve essere salvaguardata – hanno affermato i consiglieri Gabriele Cameruccio, Enrico Rimini, Alessandro Cicconi Massi –. Metà dei nostri 15 km di costa dà lavoro alle nostre famiglie, ed ultimamente i nostri operatori sono stati innovativi. Il Piano degli Arenili, votato anche da noi in Consiglio, potrebbe essere vanificato dalla direttiva Bolkenstein. Per la prima volta a Senigallia una forza politica cercherà un’approvazione trasversale”.
di Simone Paolasini
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