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Arrestati per furto a Senigallia due clandestini provenienti da Lampedusa

Scasso al centro commerciale insieme a due volti noti, uno già coinvolto nella sparatoria del 2009

I Carabinieri di Senigallia intervenutiEra stato arrestato a Senigallia già altre volte in merito a operazioni antidroga e alla sparatoria al porto del dicembre 2009, ma è sempre rimasto attivo nel territorio di Senigallia. Quasi un punto di riferimento per tutti i clandestini, specialmente tunisini e marocchini, che gravitano attorno al senigalliese e che dovevano in qualche modo iniziare la "carriera" o ricevere qualche aiuto. E’ finito in manette nuovamente, stavolta con l’accusa di furto con scasso, l’ormai noto Mahrwan Hassan, denominato anche "Maradona". Con lui altri tre tunisini, dei quali due fuggiti di recente da Lampedusa e Linosa nella serie di sbarchi che sta mettendo in crisi l’isola siciliana.

Grazie al servizio di sorveglianza privata di cui si è dotato il centro commerciale Maestrale, martedì 29, verso le 16:30 i Carabinieri di Senigallia hanno potuto cogliere sul posto (e osservare in azione grazie ad un video) i quattro clandestini rei di aver rubato indumenti per un valore di circa 35 euro.
Le immagini nel video all’interno del supermercato e l’averli colti sul posto ha permesso l’arresto dei quattro, portati in caserma per accertamenti.

Dell’uomo più "esperto", ormai si conosce un pò tutta la storia: 27 anni, Mahrwan Hassan ha collezionato già 6 alias e quattro arresti solo nel senigalliese. Protagonista per episodi di spaccio di droga, piccoli quantitativi, e per la sparatoria al porto tra tunisini e algerini del dicembre 2009, "Maradona" si è mostrato avere un carattere violento, autolesionista e furbo.
Violento perchè in più d’una occasione ha opposto resistenza, tranne in questa perchè ha capito il sistema; autolesionista perchè si era procurato dei tagli nei precedenti arresti per poter "uscire" dalla cella: in quest’occasione si è mangiato un braccialetto; e furbo perchè ha capito come funziona la giustizia italiana, tant’è che ha fatto intervenire un suo avvocato "di fiducia".
Ha infatti patteggiato con rito abbreviato la condanna a 5 mesi, ma dopo esser stato portato in Questura per la procedura di espulsione, è stato rilasciato.

L’altro "esperto", in quanto non nuovo a queste situazioni, è un ventenne tunisino, A.S. Ha già 4 alias e 3 procedimenti di espulsione alle spalle, l’ultimo dei quali datato 12 marzo 2011. Anche lui – come il precedente soggetto – si è dichiarato estraneo ai fatti (in quanto la refurtiva la detenevano gli altri due, le nuove "leve") ed è stato rinviato a giudizio.

Anche gli altri due giovani tunisini, O.A. di 28 anni e T.A. di 24, sono stati rinviati a giudizio. Clandestini sul territorio italiano, sono stati segnalati dalla Questura di Trapani durante i recenti sbarchi a Lampedusa e Linosa. Passati poi per Manduria (Taranto) sono arrivati a Senigallia probabimente grazie proprio al contatto "radicato" nel territorio, Mahrwan Hassan che non ha mai smesso in pratica di reclutare nuovi arrivati per piccoli furti e altre operazioni di spaccio al dettaglio di cui si serve assieme al secondo uomo.

"Non possiamo arretrare nel nostro territorio – afferma il Capitano dei Carabinieri di Senigallia Roberto Cardinali: nonostante i mezzi siano scarsi per combattere il fenomeno, dobbiamo continuare nel controllo per scongiurare il rischio che qui si formi un nucleo forte di delinquenza".

Tutto questo proprio nei giorni in cui si parla di ospitare– sotto l’appello del Ministro Roberto Maroni – alcuni profughi per dare una mano alle comunità di Lampedusa che da tempo sono impegnate nell’accoglienza di persone in fuga dal nord Africa.

di Carlo Leone

Carlo Leone
Pubblicato Mercoledì 30 marzo, 2011 
alle ore 19:10
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Commenti
Solo un commento
Anonimo2011-03-31 18:13:13
Penso che democrazia non signifchi che chiunque possa fare ciò che vuole. Democrazia significa che il potere è in mano al popolo, ma chi ha il comando di questo paese ha il dovere di essere in grado di comandare. Nel caso dei signori tunisini ed algerini le forze di Polizia hanno l'obbligo di spiegargli con qualsiasi mezzo, che costoro essendo nel nostro territtorio sono solo ospiti. In democrazia deve esserci patriottismo, visto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nei giorni della rievocazione dell'unità d'italia ne ha parlato.
Credo che l'italiano debba iniziare a fare l'italiano. Concludendo: questi signori non sono rifugiati ma semplicemente clandestini, andi molti sono usciti di galera dai loro paesi. Sono una minaccia per lo Stato.
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