Ancora senza responsabili l’esplosione delle bombole alle Saline di Senigallia
Nuova udienza del processo: ascoltati periti e teste della difesa. Le vittime aprono la causa civile
Giovedì 24 marzo presso il Tribunale di Senigallia si è svolta la quarta udienza per il procedimento penale legato all’episodio delle bombole esplose presso il campo sportivo delle Saline il 12 maggio 2007, che ferirono gravemente i senigalliesi Andrea Tarsi e Valentina Argentati, all’epoca rispettivamente 19enne e 17enne.
Questo nuovo atto dell’udienza, che segue la terza svoltasi lo scorso 12 gennaio, in cui erano stati ascoltati i testi del PM, ha dato la parola ai periti e a seguire, ai testimoni chiamati dalla difesa. Si è partiti con le deposizioni dei periti dell’accusa, rappresentata dalla PM Cinzia Servidei, e della controparte, con gli avvocati Marco Guidotti e Riccardo Pizzi.
Per il Pubblico Ministero ha testimoniato il perito Walter Ciuti, che era stato richiesto dalla PM Sottostanti all’inizio delle indagini per l’individuazione di chi era penalmente responsabile dell’accaduto, mentre per la difesa l’ingegnere Tiziano Zuccaro. Entrambi con lievi sfumature sono stati concordi sul fatto che l’esplosione può essere in generale causata solo con la presenza di tre fattori: l’aria, il combustibile, quindi in questo caso la presenza di foglie secche e semi di pioppo altamente incendiabili, e l’innesco, secondo loro una sigaretta o una bottiglia lasciata sull’erba vicino al luogo dell’esplosione. Le bombole, infatti, non posso aver subìto un surriscaldamento dato dal sole di maggio, in quanto l’esplosione è avvenuta alle 19 di sera, e il muro dell’impianto sportivo le copriva dai raggi.
E’ stata analizzata durante le testimonianze dei periti anche la possibilità che le bombole fossero non collaudate, ma Zuccaro ha affermato che questo è irrilevante: infatti ha asserito che collaudate o meno, sarebbero comunque esplose.
Sentito poi il Volontario della Protezione Civile Franceschetti: ha raccontato che con i lavori in corso a maggio 2007, gli uomini del Corpo non ebbero più libero accesso all’area, ma potevano andarci soltanto seguendo le disposizioni di Luciano Carli, responsabile della Protezione Civile di Senigallia. Questo anche per quanto riguardava le modalità di liberazione dell’area dalle loro attrezzature. Nel frattempo si era formato un altro gruppo comunale della Protezione Civile, i Falchi della Rovere, che iniziarono ad utilizzare l’area all’interno dell’impianto sportivo delle Saline.
A seguire sono stati ascoltati dal giudice Dr.ssa Francesca Giaquinto del Tribunale di Senigallia due ragazzi che assistettero all’esplosione del 12 maggio 2007: Riccardo Cenciarini e Roberto Volpe erano allo skate park, che si trova a fianco del campo sportivo. Si accorsero del fumo che proveniva da dentro l’impianto, e per questo Cenciarini si sporse dal muro di recinzione per vedere cosa stava accadendo: "Ho visto 3 o 4 bombole, ora non ricordo più bene. – racconta Cenciarini – Da sotto al bancale proveniva un fuoco alto che arrivava fin sopra le bombole. Non c’era nessuno dentro l’area… intorno alle bombole c’erano tanti semi di pioppo". Per questo avvertì il suo amico, si allontanarono e andarono dall’altra parte della strada. Si accorsero del sopraggiungere di Andrea Tarsi e Valentina Argentati in bicicletta, ma non fecero in tempo ad avvertirli prima che avvenisse lo scoppio.
Infine è stato ascoltato Renato Livieri che ha dato un elemento in più rispetto alle testimonianze emerse in questi mesi: il signore dal suo garage vide il fumo e si avvicinò al campo, notando che le fiamme erano anche all’esterno del muro. Subito incontrò Luciano Messersì, custode dell’impianto delle Saline, che lo ammonì subito dicendogli di allontanarsi che c’era il rischio che sarebbero scoppiate delle bombole e che già aveva chiamato i Vigili del Fuoco; subito poi il botto. Anche Livieri non è riuscito ad avvertire per tempo i due ragazzi in bicicletta.
La difesa ha poi rinunciato all’ascolto di diversi testimoni che aveva nominato ed anche all’esame dell’imputato, Renato Giovannetti presidente del coordinamento volontari della Protezione Civile di Senigallia. A questo punto la seduta è stata aggiornata alla prossima udienza, che dovrebbe essere quella finale, il 16 giugno.
Presenti in aula i genitori dei ragazzi, che hanno affermato di aver depositato le carte per aprire la causa civile, in quanto delusi del fatto che il processo penale non sta riuscendo ad accertare l’accaduto, e per il caos tra Protezione Civile, Falchi della Rovere e Comune di Senigallia: chi tra loro era responsabile dell’area?
di Barbara Baldassari
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