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Patria e Nazione anche a Senigallia non solo il 17 marzo

De Amicis: "Comunità, Tricolore, Risorgimento, parole da celebrare 365 giorni all’anno"

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Fiamma TricoloreNoi della Fiamma Tricolore siamo rimasti un po’ sorpresi dalle parole del primo cittadino sui 150 anni d’Italia, Maurizio Mangialardi: “Comunità nazionale, Tricolore, Risorgimento”, parole che non possono essere ricordate e celebrate solo per motivi istituzionali, ma che vanno inscritte nei propri cuori 365 giorni all’anno.

Sessant’anni di ideologia anti-italiana condita di internazionalismo socialista (comunista) e cosmopolitismo radical-chic hanno determinato una vera e propria fuga da se stessi, mentre il MSI prima e successivamente la Fiamma Tricolore uniche forze politiche, dagli angoli dell’emarginazione, facevano della Patria e del Tricolore Italiano le guide su cui riunire un’intera comunità spirituale.

Cos’è la Patria? E’ un legame eterno con la Terra nella quale si nasce, con i propri avi, con i propri figli. Patria vuol dire avverare il sogno innato dell’uomo di essere eterno mediante il vincolo di sangue che scorre al di là del tempo, collegando attraverso le Tradizioni i padri con i figli.

Ma la patria è sempre stata debole da noi. L’Italia è la sola cultura che abbia avuto un teorico del particolare, quel Guicciardini che si studia insieme a Machiavelli (che ne fu l’esatto contrario), mentre andrebbe bruciato ritualmente in effigie.

Il Risorgimentopretese di fare la nazione contro il popolo o i popoli italiani, fin dal principio disonestamente. Il fascismo riuscì meglio, con la nazionalizzazione delle masse, interessandole ai destini della nazione: in questo senso Prezzolini lo chiamò compimento del Risorgimento.

Ma l’8 settembre 1943 decretò, come si è detto, la morte della patria, quella debolissima patria incipiente e imperfetta. Infatti da allora, ogni richiamo alla nazione è stato bollato come fascismo: impossibile ogni restaurazione del civismo nazionale.
Patria, il cui portato filosofico è la Nazione, sintesi suprema della dimensione verticale dell’esistenza, proiezione dell’uomo nell’Infinito.

Nazione o meglio il senso della Nazione, il senso di essere una comunità di destino, in cui ricchi e poveri, dotati e non dotati, avanzano insieme nella storia legati da un qualche obbligo di solidarietà o fratellanza civile, da un qualche orgoglio condiviso, da una qualche volontà di affermarsi non come individui, ma come comunità.

Ma ai giorni nostri manca un motivo solido, un motivo riconosciuto, esaltato dalla comunità, additato ad esempio. Manca la bussola invisibile nei nostri cuori. La bussola che fa amare la patria, la bussola che dovrebbe orientarci, come persone e come istituzioni, nei casi dubbi dove la legalità e il moralismo non bastano.

Il senso della nazione è quello che avrebbe dovuto spingerel’amministrazione di Senigallia a destinare l’area ex-Ipsia ed ex-Sacelit a favore delle giovani coppie o dei giovani disoccupati.

Il senso della nazione è quello che dovrebbe spingere l’assessore Campanile e il vice-sindaco Memè a condannare definitivamente lo “sballo positivo”.

Il senso della nazione è il motivo che dovrebbe invogliare l’assessore Volpini ad occuparsi maggiormente degli anziani, la Patria del domani.

Il senso della nazione è il motivo che dovrebbe convincere il dott. Pesaresi a salvaguardare i posti di lavoro all’ospedale di Senigallia e a non chiudere la guardia medica di Ostra per un reale Stato Sociale.

A proposito: due parole vanno dette a coloro che non celebreranno i 150 anni d’unità. Il nostro pensiero va alla Lega Nord che in questi giorni festeggia un federalismo fiscale di fatto localista e secessionista. Ma come si sa nelle tragedie che mai mancano nella storia italiana, avanziamo ognuno per sé, indeboliti dal nostro stesso tornaconto, furbi e sempre ridicoli e vergognosamente sconfitti nel perenne 8 settembre di chi non vuol avere bandiera.

Il 17 Marzo un solo pensiero (grido): viva l’Italia, viva il Tricolore e guai a chi lo tocca!

dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore
sezioni di Senigallia e Ostra

Riccardo De Amicis
Pubblicato Mercoledì 16 marzo, 2011 
alle ore 18:01
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