Ogni comunità di persone, per sentirsi davvero tale, deve poggiare la propria convivenza su alcuni valori condivisi, su principi attorno ai quali quell’unione si è formata. Anche una data può assolvere a questa funzione di coesione sociale e politica, laddove essa sia in grado di riassumere e simboleggiare i tratti costitutivi di una nazione.

Per l’Italia quella data è il 17 marzo, perché è in quel giorno che nel lontano 1861 il Regno d’Italia è stato proclamato. Quest’anno poi, nel 150° anniversario della proclamazione, quella data assume un rilievo tutto speciale.

Sono convinto che sia giusto celebrare questo appuntamento come una festività piena, senza se e senza ma, che accanto alla chiusura di scuole e uffici pubblici preveda la chiusura anche delle attività commerciali. Lo sostiene uno come me, che ha sempre creduto nelle liberalizzazioni e che vorrebbe chiusi i negozi solo per Natale, Pasqua, 25 aprile e 1° maggio.

Ma questa volta no, perché la festa speciale istituita per i 150 anni della nostra nazione è qualcosa di più e di diverso.
Basta vedere il modo con il quale è stata indetta: con alcune forze politiche che si sono fieramente opposte, non sentendosi più rappresentate da questa nazione.
Basta analizzare il contesto politico generale nel quale si colloca, con un dibattito infinito su un concetto di federalismo troppo spesso interpretato come rivendicazione di chi ha più nei confronti di chi ha di meno, con ben poca attenzione alle esigenze generali della comunità nazionale.

Festeggiare il 17 marzo è allora un modo per ribadire che noi al valore dell’Italia unita ci crediamo davvero, che ci riconosciamo nei suoi simboli, dal Tricolore all’inno di Mameli. Per ricordare i tanti giovani del nostro Risorgimento che hanno perso la propria vita per quel sogno di un’Italia finalmente libera e unita.

Si può parlare dell’Italia unita anche senza retorica, con uno sguardo rivolto non solo al nostro passato ma anche proiettato verso il futuro, riflettendo sulle tante ragioni che ancora ci tengono insieme.

E’ questa l’impostazione che abbiamo seguito nel programma di celebrazioni per i 150 anni a Senigallia, coinvolgendo i giovani e il nostro prezioso tessuto culturale e sociale.

Il 17 marzo è il nostro compleanno e, almeno ogni 50 anni, possiamo permetterci di festeggiarlo come si deve. Trascorriamolo con le persone che amiamo, gustando le nostre bellezze artistiche e ambientali. Sarà davvero un bel modo per sentirci orgogliosi di appartenere a questa nazione e a questa comunità di donne e uomini.

dal Sindaco di Senigallia,
Maurizio Mangialardi