Svolto a Senigallia il primo incontro della campagna Eternit Free
L'obiettivo è la sostituzione delle coperture in amianto con pannelli fotovoltaici, ma servono gli incentivi
Mentre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firmava il Decreto Romani, ribattezzato da molti "ammazza-rinnovabili", la Regione Marche, la Provincia di Ancona, il Comune di Senigallia hanno aderito al progetto "Eternit Free" promosso da Legambiente Marche e AzzeroCO2. Un progetto che mira a sostituire le coperture in eternit di case, capannoni industriali, rimesse, fienili, magazzini e quant’altro con impianti fotovoltaici. Il tutto beneficiando di alcuni invcentivi che proprio per il decreto appena firmato cadono in una dimensione di incertezza sia per quanto riguarda la tempistica che l’entità.
Nuovi ostacoli dunque all’allargamento di quell’economia "green" che solo nella Provincia di Ancona produce già una buona fetta dell’energia elettrica regionale. La Regione, la Provincia e il Comune di Senigallia sono i primi enti ad aderire all’iniziativa che si pone come obiettivo la sostituzione (mentre con le ordinanze precedenti si indicava la rimozione o l’incapsulamento delle lastre) delle coperture con pannelli fotovoltaici.
In pratica chi vuole può usufruire di un rimborso alle spese per la sostituzione dell’eternit con il fotovoltaico. Per farlo si dovrà chiamare lo sportello di Legambiente Marche che seguirà la pratica raccogliendo qualche informazione. Poi seguirà un sopralluogo tenico. Il tutto si concluderà con un preventivo gratuito che il privato potrà confrontare con il mercato.
Ad aprile si conosceranno i rimborsi di cui si potrà usufruire con questa iniziativa che prevede la cessione del diritto di superficie per 20 anni ad AzzeroCO2 che si occuperà dell’intervento. Una volta scaduti i termini, l’impianto ancora funzionante tornerà nelle mani del privato, dell’industriale, dell’imprenditore agricolo che poi dovrà provvedere solo allo smaltimento nel momento in cui l’impianto cesserà di essere utile o vorrà rinnovarlo.
In questo progetto c’è anche un occhio all’occupazione: in un raro esempio di filiera corta, si prevede che solo 250.000 persone saranno quelle occupate con i lavori cui poi si aggiungeranno quelle dell’indotto. Dallo smaltimento delle vecchie coperture, all’installazione dei pannelli, dalla costruzione dell’impianto, ai materiali usati, tutto sarà made in marche – o se possibile – in Ancona.
"Abbiamo chiesto il ripristino degli incentivi – afferma l’Assessore all’ambiente Marcello Mariani – al Governo nazionale: servono più stimoli per la produzione di energia elettrica non da combustibili fossili ma da fonti rinnovabili. Con questo progetto sarà preservato anche l’aspetto paesaggistico del nostro territorio visto che non si costruiranno impianti a terra con un consumo di suolo che non ci possiamo permettere, ma con interventi sugli edifici".
"La nostra è la prima iniziativa nelle Marche – afferma il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – e Senigallia vi ha aderito con convinzione: non è una mossa dell’ultimo minuto, ma un’idea che da anni portiamo avanti, basti pensare alla Sacelit Italcementi o ai vari protocolli cui aderiamo nella costruzione dei nuovi edifici".
Il progetto prevede parallelamente l’organizzazione di una serie di incontri pubblici per sviluppare una campagna di informazione e sensibilizzazione diretta alla cittadinanza. Stimolando un’opera di risanamento ambientale del territorio e l’abbattimento delle emissioni di CO2, l’innovazione e il perseguimento di una effettiva “Green Economy”. Il primo incontro si è svolto proprio mercoledì 9 marzo in sala consiliare cui hanno partecipato anche le associazioni di categoria.
di Carlo Leone
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