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Basket: parla Sergio Maddaloni, esterno della Pallacanestro Senigallia

Il commento in vista della sfida per la salvezza: "Non possiamo tirare i remi in barca proprio ora"

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Sergio MaddaloniSergio Maddaloni è una delle sorprese più gradite di questo campionato di A-dilettanti. Dopo tanti anni nelle minors a fare esperienza, Ostuni e Padova per citare le più importanti, la guardia senigalliese debutta quest’anno, in un campionato difficilissimo con la squadra della sua città, convincendo soprattutto dal punto di vista realizzativo.

Il campionato però, sta volgendo al termine e domenica 6 marzo contro Pavia, Senigallia è chiamata a vincere per rimanere ancora in corsa per la salvezza. Sergio e compagni dovranno dimostrare la loro unione, gettare il cuore oltre l’ostacolo e regalare una gioia al popolo bianco rosso, sempre tanto vicino alla squadra.

Sergio, come spieghi la sconfitta di Riva?

L’approccio alla gara è stato ottimo, siamo partiti concentrati e convinti di poter far risultato al PalaGarda. Fino al terzo quarto siamo rimasti in partita grazie alla nostra lucidità e alla nostra determinazione, due ingredienti indispensabili in sfide così importanti. Come al solito, però, sono bastati tre minuti di black out per compromettere tutto, non siamo più riusciti a mantenere la lucidità necessaria per chiudere il match, andando incontro ad una sconfitta forse immeritata. Purtroppo abbiamo incontrato Riva in un momento di forma strepitoso e questo non ci ha certo aiutato.

Giocare in A-dilettanti è una bella responsabilità, soprattutto con la maglia della squadra della propria città, ti ritieni soddisfatto?

Ammetto che il salto di categoria lo abbiamo sentito tutti, la serie A-dilettanti è un mondo completamente diverso da quello a cui eravamo abituati, sia dal punto di vista tecnico sia da quello organizzativo. Per me giocare con la maglia della mia città, in questa categoria, è davvero fantastico. Ricordo perfettamente il mio esordio, ero totalmente paralizzato dall’emozione, poter giocare di fronte ad amici e parenti è qualcosa di indescrivibile, tutto è amplificato: sensazioni che in qualsiasi altra squadra non si possono provare.

La situazione della Goldengas, ad oggi è piuttosto delicata, in questi momenti un gruppo si sfalda o si unisce ancora di più?

Sembra retorica, ma più passa il tempo, più il gruppo si consolida. Molte squadre in un momento così difficile si sarebbero disunite, ma non la Goldengas. Conosco i miei compagni da molto tempo prima dell’inizio di questa avventura e ciò ha contribuito a creare un gruppo praticamente indistruttibile. Sappiamo tutti che la nostra forza è proprio questa, la nostra unione! Mi dispiace ammetterlo, ma tecnicamente siamo inferiori a quasi tutte le squadre di questo campionato, quindi non possiamo permetterci di tirare i remi in barca proprio ora.

Luca Furlanetto, vostro prossimo avversario, in settimana ha dichiarato che Pavia e Senigallia sono squadre molto simili, definendole “a due facce”, vista la differenza di rendimento in casa e in trasferta, sei d’accordo?

Contro Pavia, domenica 6 marzo, passerà l’ultimo treno per i playout per entrambe le squadre. Chi perde è fuori dai giochi, quindi c’è tanta tensione e spero vivamente che questo trend positivo in casa continui anche contro Pavia. La Goldengas affronta tutte le partite con la stessa mentalità, quindi non so dare una spiegazione razionale a questo andamento così altalenante. Probabilmente è una questione di entusiasmo o di concentrazione.

di Nicolò Scocchera

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