La crisi economica mondiale ha duramente colpito il settore della cantieristica navale. I cantieri sono pressoché fermi e quanto promesso a suo tempo, in investimenti e commesse, dall’allora ministro Scajola sembra essere sfumato. Il comparto,strategico per la sviluppo dell’industria italiana in termini di ricerca e innovazione tecnologica, ha in Fincantieri, controllata attraverso Fintecna dal Ministero dell’Economia, la principale realtà nel paese e una delle più importati in Europa.

Mancando in questi mesi un’iniziativa chiara e concreta da parte del Governo Nazionale sono le amministrazioni locali a supplirne il ruolo cercando nuove modalità di intervento, ad esempio il tavolo tecnico promosso dalla Regione Marche per un progetto sul fotovoltaico in collaborazione con Provincia, Comune di Ancona e Autorità Portuale, per offrire una alternativa occupazionale ai lavoratori dei cantieri navali di Ancona.

Appare però critica, per il gruppo Fincantieri nel suo complesso, l’assenza di un piano industriale e di una linea politica del Governo capaci di portare commesse nazionali ed estere per tutelare le prospettive di sviluppo di un settore di interesse strategico per l’intero Paese.

Nel medio lungo periodo appare devastante l’attuale latitanza dell’Esecutivo circa la crisi di uno dei principali gruppi industriali italiani, realtà fin dall’origine e ancora oggi sotto il controllo dello Stato come strumento di intervento diretto sullo sviluppo del paese.

Sviluppo industriale, crescita economica e tutela dell’occupazione, erano un tempo temi centrali della Politica. Ora appaiono sempre più marginali nell’agenda del Governo Nazionale,sempre più “avvitato” su questioni e problemi estranei al Paese reale.
Governo incapace di portare avanti riforme per sbloccare la situazione economica,o anche solo di fare fronte alla crisi di un settore in cui il nostro paese è all’avanguardia ed è stato capace di divenire protagonista a livello mondiale.

da Carlo Tortarolo,
Coordinatore A.L.Vi.P Marche