Il Mezza Canaja all’occupazione del CIE di Bologna
Da Senigallia gli attivisti hanno partecipato all'azione contro il centro di identificazione ed espulsione
Centocinquanta attivisti dei centri sociali di Emilia Romagna, Veneto e Marche hanno invaso il Cie di Via Mattei a Bologna, nella mattina del 1 Marzo, scavalcando con le scale il muro di cinta esterno ed arrivando a meno di 50 metri dalle gabbie in cui si trovavano i migranti trattenuti.
Hanno tentato di varcare una seconda recinzione ma una camionetta dell’Esercito ha bloccato il varco che erano riusciti ad aprire nella cancellata.
Immediatamente sono accorsi gli agenti con scudi e manganelli per tenerli lontani gli attivisti, mentre dall’interno i migranti iniziavano una protesta scaturita in una vera e propria rivolta con lancio di sedie, scarpe ed altri oggetti e incendio di materassi e lenzuola.
“Libertà-libertà” gridavano le/i detenute/i, mentre i manifestanti comunicavano con megafono, fumogeni colorati e lo striscione “Welcome to all new European people”, per dir loro che l’Europa del futuro si costruisce insieme con ribellioni e lotte, come insegnano i cittadini del Maghreb stanchi di vivere in paesi dominati dalla paura e dalla miseria.
Dal collegamento telefonico con uno dei detenuti si è appreso che molti dei reclusi nel Cie di via Mattei sono giovani tunisini sbarcati in Italia nelle ultime settimane: appena arrivati e già clandestinizzati.
Gli attivisti sono riusciti ad ottenere che una delegazione facesse ingresso nella struttura per incontrare i detenuti ed assicurarsi che non avessero subito rappresaglie per la rivolta scatenata.
Per loro, e per tutti coloro che arriveranno sulle coste italiane, questo Primo marzo segna l’apertura di una campagna per il diritto di asilo europeo: contro l’Europa della segregazione e dello sfruttamento, con l’invasione del Cie è stato rivendicato dal basso e concretamente il diritto a poter scegliere liberamente dove vivere e dove progettare il proprio futuro.
– Foto, video e approfondimenti
dal Mezza Canaja
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