"Un corteo per iniziare a trovare un’uscita a sinistra dalla crisi"
La cronaca della manifesta/azione vista dal movimento "Uniti contro la Crisi"
Sabato 19 febbraio, più di trecento persone hanno attraversato le vie del centro storico senigalliese. L’hanno fatto dietro lo striscione “Uniti contro la crisi: Remember, remember 14 december”, portando due parole d’ordine molto chiare: dimettere Berlusconi e chiedere lo sciopero generale.
Il corteo ha portato in piazza le realtà sociali di Senigallia: associazioni, sindacati di base e confederali, centri sociali, collettivi studenteschi e partiti politici, ma anche e soprattutto singole persone: operai, studenti e precari. Questi ultimi sono i soggetti di “uniti contro la crisi”, singole persone che hanno visto in questo spazio una nuova dimensione del fare politica, capace di essere presente dentro il tessuto nazionale, regionale e cittadino.
Il corteo di sabato 19 tramite azioni comunicative – quasi teatrali – ha scritto davanti a luoghi simbolo della politica nazionale e locale i suoi “no” contro il berlusconismo e i suoi “sì” per uscire da questo quasi ventennio.
In piazza Roma dalle impalcature del Municipio sono stati calati due striscioni di dieci metri con scritto “Dimettiamo Berlusconi”. Il corteo si è poi mosso verso le sedi della CISL e della UIL lasciando sulle loro porte due cartelloni enormi con la faccia di Marchionne al posto dello Zio Sam con scritto “I fuck you”, denunciando così la collusione antioperaia che lega le politiche della Fiat a quelle di chi, in teoria, dovrebbe difendere i diritti degli operai. Subito dopo è stata oscurata con un enorme muro di cartone con scritto “casa chiusa” la sede del PDL, il partito principalmente responsabile dello scempio di questo Paese.
Il corteo si è poi diretto verso la sede della CGIL, appendendo davanti all’ingresso uno striscione con scritto “sciopero generale subito” per poi arrivare alla sede del PD, dove è stato lasciato un altro striscione con scritto “il berlusconismo abita anche qui”. Quest’ultima azione ha voluto affermare in maniera chiara e inequivocabile che il berlusconismo è una cultura politica trasversale, che coinvolge anche la classe dirigente democratica.
Il corteo è poi concluso in Piazza Saffi, dove tra interventi di operai della Fiom, attivisti del comitato per l’acqua pubblica, del collettivo studentesco e dell’ANPI, è stato calato uno striscione di dieci metri dal tetto della scuola Pascoli con scritto “acqua, salute, scuola e lavoro: beni comuni”.
L’acqua, perché tra qualche mese si dovrà votare per il referendum contro la privatizzazione. La scuola, contro la Gelmini e verso lo sciopero generale di marzo. Il lavoro, in solidarietà alla FIOM e per il reddito di cittadinanza. Infine, la salute, perché l’ospedale di Senigallia è sotto attacco, i suoi lavoratori licenziati e i suoi servizi tagliati.
C’è chi dice che Berlusconi abbia fatto promesse e non le abbia mantenute ed è per questo che se ne deve andare. C’è, invece, chi pensa che Berlusconi abbia fatto delle promesse e le ha mantenute tutte ed è per questo che va dimesso. E’ su questa politica del fare (i fatti propri) che “Uniti contro la crisi Senigallia”, organizzerà un ciclo di seminari, non solo per denunciare, ma per iniziare a costruire parole e pratiche che siano in grado di tracciare un’alternativa al belusconismo e per “uscire a sinistra” dalla crisi.
Sabato è stato solo l’inizio!
da Uniti Contro La Crisi Senigallia
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