Stabilimenti balneari e tarsu: replica del Comune di Senigallia
"Ricostruzioni non rispondenti al vero: applicati i regolamenti. Amministrazione aperta al dialogo"
Nei giorni scorsi sono comparsi sulla stampa locale alcuni comunicati delle associazioni dei bagnini aventi ad oggetto gli avvisi di accertamento emessi dall’Ufficio Tributi del Comune di Senigallia, a partire dal mese di ottobre, relativi all’omesso o parziale versamento della Tarsu dovuta da parte di alcuni stabilimenti balneari.
Non è intenzione dell’Amministrazione alimentare le polemiche ma, a fronte di argomentazioni e ricostruzioni assolutamente non corrispondenti alla realtà dei fatti, non possiamo esimerci dall’intervenire.
Premesso che tutti i cittadini, bagnini compresi, devono pagare regolarmente le tasse dovute in base alla normativa vigente, e che è indispensabile contrastare i fenomeni di evasione fiscale che recano grave danno all’intera collettività, l’atteggiamento di questa amministrazione e degli uffici comunali preposti non solo non è mai stato vessatorio nei confronti dei cittadini ma anzi aperto al confronto e al dialogo.
Questo significa che, trattandosi di applicare una normativa a volte complessa a fattispecie molto articolate, il cittadino che riceve un avviso di accertamento può interloquire con gli uffici rappresentando le proprie ragioni ed argomentazioni e producendo documentazione a supporto, laddove ritenga di avere in realtà pagato quanto dovuto. Tutto questo nella certezza di trovarsi di fronte degli uffici, e dove necessario degli amministratori pubblici, attenti all’ascolto e pronti a rivedere le proprie valutazioni laddove vengano prodotti elementi nuovi.
Nel caso specifico degli stabilimenti balneari gli avvisi di accertamento emessi (relativi, come prevede la normativa in materia agli ultimi cinque anni) riguardavano da un lato quei bagnini per i quali sono risultate delle differenze tra la superficie dello stabilimento risultante dalla concessione demaniale e quella dichiarata per il pagamento della Tarsu, dall’altro quegli stabilimenti che avevano completamente omesso la dichiarazione delle superfici e conseguentemente il pagamento della tassa.
Deve innanzitutto essere premesso che degli oltre 160 bagnini ne sono stati controllati poco più della metà, partendo appunto da quelli che avevano completamente omesso la dichiarazione ed il versamento pari al 5% del totale.
L’amministrazione si è resa immediatamente disponibile ad incontrare le associazioni di categoria degli operatori balneari per chiarire i criteri seguiti e per ascoltarne le ragioni. Si è trattato di incontri molto costruttivi che hanno immediatamente permesso di individuare un percorso condiviso che consentisse una verifica puntuale di tutte le situazioni ed i motivi per i quali sono state riscontrate, planimetrie alla mano, delle differenze tra la suddivisione delle superfici all’interno dello stabilimento e la denuncia presentata ai fini della tassa rifiuti.
Da questa verifica è emerso che nella maggior parte dei casi le nuove superfici utilizzate non erano state dichiarate ai fini dell’applicazione della Tarsu ed in questo caso si è quindi proceduto all’allineamento dei due dati. In quest’ottica si è rilevato che in diversi casi le differenze di superficie riscontrate riguardavano, tra le altre, le aree gioco, al cui interno ci possono essere sia aree gioco per bambini sia campi per attività sportive.
Solo queste ultime erano esplicitamente escluse dal regolamento Tarsu vigente negli anni oggetto di controllo, ma proprio in virtù dell’atteggiamento costruttivo che abbiamo sempre mantenuto come amministrazione comunale si è scelto, avendone verificato i presupposti, di agire in via interpretativa ricomprendendo anche le aree gioco per i bambini tra le superfici escluse da tassazione.
Non vi è stato quindi alcun errore da parte degli uffici, che hanno applicato, come è loro preciso dovere fare, il regolamento vigente. Le correzioni effettuate a seguito dell’interpretazione condivisa con le associazioni di categoria hanno dato luogo ad un limitato numero di annullamenti, che fra l’altro hanno riguardato gli avvisi con gli importi più bassi. E’ infatti impensabile che solo per un’area gioco possano essere state richieste decine di migliaia di euro.
In realtà nella maggioranza dei casi gli importi recuperati non discendevano solo dalle aree gioco, e gli importi più elevati sono stati richiesti a quei bagnini che non avevano mai neanche presentato la dichiarazione per il pagamento della TARSU.
L’amministrazione comunale intende continuare a gestire tutte le questioni di interesse delle categorie economiche attraverso un costruttivo confronto con le associazioni che le rappresentano, auspicando che lo sforzo di tutti i soggetti coinvolti sia teso alla risoluzione dei problemi piuttosto che ad sollevare polemiche che non hanno ragione di esistere.
dall’Amministrazione Comunale
Se si legge CON ATTENZIONE il regolamento comunale disciplinante l'applicazione della TARSU! ci si accorge che questo, relativamente la categoria dei bagnini, disciplina il calcolo della tarsu in base alla metratura risultante dalle concessioni demaniali, peraltro rilasciate dallo stesso comune. Come mai il comune non ha fatto i conteggi in base a quanto esso stesso prescrive nel regolamento? Come mai addita i bagnini di presunte omissioni di denuncia variazione quando e' tutto da dimostrare se esse siano dovute? A disposizione per ogni confronto, iFabrizio Franceschetti
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