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Arrestato per droga il figlio del pizzaiolo travolto dal treno a Senigallia

Michele Gasparini, 26 anni, fermato a Pesaro dai Carabinieri di Reggio Emilia con due kg di stupefacenti

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PesaroUrbinoNotizie.it

CarabinieriArrestato per droga il figlio del pizzaiolo di Castel Colonna morto travolto da un treno lo scorso gennaio. Nell’ambito di un’operazione antidroga condotta dai Carabinieri di Reggio Emilia fin nell’ascolano, sono scattate tra venerdì 11 e sabato 12 febbraio le manette per il giovane 26enne Michele Gasparini, preso insieme ad un ragazzo di Pesaro con oltre due chili di stupefacenti: cocaina, hashish, marijuana.

Per quanto riguarda l’operazione denominata “Riviera” che ha portato i militari dell’arma a controllare e perquisire alcune abitazioni tra Pesaro, Senigallia, Ascoli, Caserta e Palermo, non sono ancora del tutto noti i particolari: sembra che Michele Gasparini, arrestato in flagranza di reato insieme a Enrico Suppo nella casa di quest’ultimo, sia stato messo da tempo sotto controllo tramite intercettazioni telefoniche.

Intercettato dunque a Bologna dove avrebbe “ritirato” parte di un carico di droga, il giovane di Senigallia, gestore assieme alle sorelle della pizzeria Joli 2 in via Piave, è stato seguito fino all’abitazione del pesarese dove poi è finito in manette venerdì notte.
Michele risiedeva nella casa a Castelcolonna del padre Roberto, il 59 titolare della pizzeria Joli, morto venerdì 21 gennaio travolto da un treno a Senigallia nei pressi della stazione ferroviaria.

Del giro facevano parte anche altre persone tra cui un 28enne titolare di albergo di Numana che nega ogni accusa; un 42enne ex gestore del Meublè Baby Gigli; un marocchino 39enne; un albanese di 28 anni; un 35enne di Sirolo; un 34enne di Castelfidardo, un 35enne di Osimo e un trentenne: per loro gli arresti domiciliari con l’accusa di Associazione a delinquere con finalità di spaccio.
Due fermi inoltre sono scattati per un 29enne di Porto Recanati, e per un 38enne di Castelfidardo; mentre sono finiti agli arresti anche un pasticcere 32enne di Ancona, albanese e un 32nnne di Osimo.

Secondo le ricostruzioni due degli stranieri comandavano il traffico di spaccio dividendosi le zone marchigiane con una serie di pusher e spacciatori nel dettaglio che coprivano la zona di Ancona, Osimo, Castelfidardo, Sirolo e Numana. Poi collegati al giro, anche i “colleghi” di Pesaro e Senigallia che completavano lo smercio. In totale oltre 30 le denunce, 8 gli arresti domiciliari, due fermi e quattro arresti in flagranza per un giro da oltre 200.000 euro.

Carlo Leone
Pubblicato Mercoledì 16 febbraio, 2011 
alle ore 8:57
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Commenti
Ci sono 7 commenti
Giuseppe Giugasvili 2011-02-16 18:48:43
Mi sfugge l'utilità sociale per cui si debba informare la collettività che il ragazzo in questione sia figlio del pizzaiolo morto sotto il treno.
Credo che in verità non vi sia alcuna utilità se non il voyeurismo gossipparo di provincia.
La reputo una caduta di stile per un giornale che solitamente aveva evitato certe derive.
Anonimo2011-02-16 20:56:02
Confermo pienamente quanto scritto da Giuseppe.
perchè ricordare la parentela e citare il nome della pizzeria?
Tommaso Bucci 2011-02-16 22:52:53
Sottoscrivo tutto il comento di Giuseppe Giugasvilli e non mi fa affatto piacere dover dargli completamente ragione.
vercellik 2011-02-17 17:49:33
Giuseppe Giugashvili*, che ci fai così lontano dalla Georgia?

NB vero nome di stalin
Giuseppe Giugasvili 2011-02-18 06:15:10
Guardi Vercellik,
ho già affrontato a suo tempo il discorso del mio nick con altri e non mi pare l'argomento giusto per discutere amabilmente di quegli anni (spero che lei sappia un po' di comparativistica storica prima di parlare, vedi esperimenti in Algeria di De Gaulle, l'India per Churchill, i 'gulag' Usa Style di Roosevelt, elementi necessari per giudicare lucidamente quegli anni).
Ma, appunto, non mi sembra questo il luogo e il modo: sappia solo che la confutatio ad hominem anzichè ad rem è una scorrettezza logica conclamata, oltre che di cattivo gusto visto ciò di cui si parla.
Si legga 'L'arte di aver ragione' di Schopenauer così magari si renderà conto e affinerà un po' i suoi trabocchetti dialettici, oppure l'ha già letta e crede che questa basti per 'avere ragione'.
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Parlando di cose tristemente più serie: purtroppo questa violazione della privacy (che costituisce una tegola per una famiglia già provata) è stata usata non solo da 60019 ma da quasi tutti, se non tutti, gli organi di stampa locali.
Questo 'piano inclinato' (a proposito, Vercellik, altro artificio che farebbe bene a studiarsi)ovviamente non giustifica chi ci si è inserito, ma credo sia sintomatico del modo di trattare la cronaca.
Anonimo2011-02-18 13:03:05
concordo pienamente con Giuseppe... conosco personalmente la famiglia, e credo che citare il nome della pizzeria, nonchè di chi sia figlio non serva a nulla se non a creare ancora più problemi alla famiglia che ne ha già tantissimi da superare... Con questo non voglio giustificare ciò che ha fatto ma di sicuro non devono pagare anche gli altri per le sue colpe...
Ade 2011-02-18 21:39:24
L'informazione...è davvero una arma tagliente visto che il suo reale scopo non è più quello di coinvolgere liberamente pensanti e pensatori ma tutt'altro creare disordine, caos e terrore psicologico per aver sempre più adepti da manipolare visto che la massa è sempre più sucube della falsa società che incondizionatamente, grazie a terrificanti mezzi mediatici ci muove i fili.Spero che l'individuo riprenda coscienza della sua libera espressione di VITA.
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