Piano Casa, il PdL attacca la Giunta comunale di Senigallia
"Atteggiamento arrogante e di chiusura che ha prodotto un piano inutile e dannoso per la città"
"Serve un’urgente stigmatizzazione dell’atteggiamento arrogante della maggioranza". Con queste parole esordisce Alessandro Cicconi Massi, coordinatore del PdL di Senigallia, a seguito dell’approvazione in Consiglio Comunale della delibera sul Piano Casa. Una delibera fatta "in tutta fretta", che pone pesanti limiti all’applicabilità della legge approvata dalla Giunta Regionale (L. Reg. 22/2009 e modificata con legge 19/2010) e che non ha tenuto conto della richiesta della minoranza – PdL e Partecipazione – di pianificare un percorso comune e condiviso.
Giovedì mattina, 10 febbraio, si è svolta la conferenza stampa richiesta dal gruppo consiliare senigalliese a poche ore dall’approvazione delle limitazioni che l’Amministrazione comunale ha voluto porre come freno contro la speculazione edilizia. Speculazione edilizia e conseguente danno che potrebbe derivare ai vicini di casa se al proprietario, venisse in mente grazie al Piano Casa regionale di allargare la propria abitazione senza alcuna regolamentazione. La facoltà di stabilire le varie limitazioni fa capo infatti alle varie giunte comunali.
Se il fine può essere condiviso, il metodo e il merito invece non lo sono.
Perlomeno stando a quanto dichiarano i consiglieri comunali Girolimetti, Cicconi Massi, Cameruccio e Rimini che durante la discussione in Consiglio, al momento del voto, si sono alzati e hanno abbandonato l’aula per protesta.
"Avevamo richiesto già in occasione della discussione sul bilancio – afferma il coordinatore Cicconi Massi – un percorso condiviso sul piano casa, proprio per evitare che si approvasse una manovra studiata nelle segrete stanze del potere e si mettesse in campo invece il proposito della partecipazione. Noi da parte nostra eravamo disposti a fare un’opposizione non ideologica ma che portasse a migliorie. Ma abbiamo registrato solo una maggioranza blindata e un atteggiamento arrogante".
Pochi i giorni, secondo il Pdl, che sono stati dedicati all’esame della manovra: visto lo scopo di rilanciare l’edilizia privata in tempo di crisi, il piano si prospettava come un passo importante per l’intera economia senigalliese e marchigiana. "Una settimana fa la proposta è arrivata in Commissione – dichiara Gabriele Cameruccio, capogruppo in Consiglio –. In due sedute rapide e sommarie è stata esaminata, poi ieri (mercoledì 9, Ndr) la discussione in aula, da mezzanotte alle due".
Per quanto riguarda il merito della delibera approvata, alla Giunta Mangialardi e all’Assessore all’Urbanistica Ceresoni viene contestato il fatto di aver promulgato un intervento correttivo che renderà praticamente inapplicabile il piano regionale.
Piano regionale che la stessa opposizione giudicava lodevole per la volontà di dare un impulso all’economia in un periodo di stagnazione e risposte sociali all’emergenza abitativa. Nonostante la giunta regionale sia di centro sinistra. Mentre il documento che esce dall’aula senigalliese, senza l’ausilio dell’opposizione, è secondo Cicconi Massi inutile e dannoso per la città.
Il centro storico di Senigallia, di Scapezzano e Roncitelli rimarranno esclusi dal piano casa, per preservare i nuclei abitativi originari sembra essere la motivazione. Inoltre il centro storico senigalliese era già stato interessato dall’intervento di riqualificazione approvato lo scorso 4 novembre, il Piano Cervellati. Esclusi i sopracitati nuclei urbani quindi dall’ampliamento del 20% (o del 40% in caso di demolizione e ricostruzione) per via delle misure giudicate troppo restrittive.
Le proposte di ampliamento saranno in poche parole giudicate inammissibili se il nuovo edificio (o la parte ampliata/ristrutturata) dovesse arrivare ad una distanza inferiore ai 3 metri (per quanto riguarda i centri storici, 10 per le periferie) dall’abitazione del vicino.
"Dei cinque emendamenti – continua Cameruccio – che abbiamo presentato e dell’emendamento di Partecipazione, la maggioranza ha approvato un subemendamento contenente alcune disposizioni come quella di eliminare la previsione dell’atto notarile nei casi che riguardano le periferie e le campagne nonchè quella della possibilità di inserire unità immobiliari nei casi di ampliamento del 20% se il sottotetto abbia misure tra i 2.20 e i 2.70 metri".
In pratica sostengono i quattro consiglieri che con quella previsione la maggioranza gli abbia soffiato il contributo dimostrando ancora una volta l’arroganza. Cui si aggiunge la fretta dovuta ad esigenze politiche spinte soprattutto dalla parte meno moderata della coalizione di centro sinistra, SEL e Verdi.
di Carlo Leone
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