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Pochi acquisti a Natale, bene la prima settimana di saldi a Senigallia

Le proposte della CNA per rilanciare il centro storico: a partire dalla ZTL e dal No all'outlet di Marotta

Tuttosenigallia.it

La CNA di Senigallia fa il punto della situazionePochi acquisti prima di Natale, boom nella prima settimana di saldi. E’ questa la sintesi che traccia la CNA di Senigallia partendo da un’indagine tra circa 40 negozianti del centro storico sull’andamento del commercio negli ultimi periodi del 2010 e nel primo mese del 2011. E sentendo le risposte degli esercenti ne trae spunto per suggerire come rilanciare le attività e il "Centro di Velluto".

Il primo dato che la Presidente CNA Giovanna Curto e il responsabile di Zona Massimiliano Santini mettono in risalto è la perdita del potere di acquisto che si attesta sul -5%. Un dato che è una parziale spiegazione all’andamento delle vendite nel periodo pre e post-natalizio: secondo la maggior parte degli intervistati (oltre il 55%), lo shopping in centro a Natale è stato fiacco, ma ci si è rifatti con la prima settimana di saldi che ha ridato vitalità e ossigeno alle attività del centro storico.
Su tutti grava la progressiva pedonalizzazione dell’area e la mancanza di parcheggi che non agevola la sosta a quanti vorrebbero fare shopping in centro.

Problematiche queste che oltre a destare preoccupazione tra i negozianti che devono chiudere i bilanci sempre più in difficoltà, vengono appesantite anche dall’ipotesi sempre meno remota dell’apertura di un nuovo centro commerciale a Marotta: outlet che avrebbe forti ricadute su tutte le vallate del Misa, Nevola e Cesano sia sul lato occupazionale (si assumeranno circa 200 persone, ma negli altri centri si licenzieranno molti dipendenti) che su quello economico: ci sarà infatti una corsa al ribasso che metterà sempre più in crisi i piccoli negozi.

Giovanna CurtoIn questo clima di incertezza, non bisogna poi dimenticare la crisi economica che, ancora in atto, non ha certo favorito la corsa all’acquisto, ma semmai quella al saldo, tanto che se le vendite del 2010 sono più alte rispetto al 2009 per solo il 20% dei negozianti, i saldi di fine stagione partiti il 6 gennaio hanno fatto contenti oltre due terzi degli intervistati.
Alla domanda se i saldi debbano essere anticipati, è deciso il fronte dei NO: oltre l’80% dei negozianti. La motivazione è semplice, si andrebbe a sovrapporre al periodo natalizio, in genere un momento fortunato anche se nel 2010 ha visto una contrazione delle vendite.

Parere molto meno unanime è quello sull’estensione della ZTL, argomento controverso che vede favorevole il 30% dei negozianti, sfavorevole il 40% e il restante 30% senza una posizione in merito. La questione non è di poco conto visto che un’estesa zona pedonale potrebbe favorire il passeggio in centro; progetto che però dovrebbe essere supportato da agevolazioni di carattere economico e funzionale.

E qui le proposte della CNA sono state molteplici: si va dalla sosta veloce (una prima frazione gratis) a quella effettiva (paghi quanto rimani fermo), dalle promozioni "Straordinari sconti in centro", ai buoni omaggio e al caffè gratis per chi fa acquisti in quello che dovrebbe tornare ad essere un salotto. Se supportato dall’Amministrazione comunale.

Massimiliano SantiniMa nel mirino della CNA di Senigallia c’è anche la questione della qualità dei prodotti. Molti negozianti sono tentati a cambiare linea merceologica, puntando verso una fascia medio-bassa: tentazione che se da un lato sembra promettere più entrate, dall’altra va a cambiare anche l’immagine del centro, storicamente segnata da prodotti di qualità che distinguevano e distinguono quelle attività dall’invasione dei "tutto a 5 euro".

Certo c’è da pensare ad un riposizionamento del mercato senigalliese ormai saturo a cui poi si aggiungeranno – sembra – due centri commerciali nuovi: quello nel nuovo quartiere ex Sacelit-Italcementi e quello al posto dell’ex cinema Rossini.

In ballo, come afferma il segretario Santini, c’è la tenuta commerciale della città e i suggerimenti della CNA sono in realtà un appello molteplice: all’Amministrazione perchè concordi ogni piano che interessa il centro storico con le associazioni di categoria; alle altre associazioni di categoria perchè vengano intraprese iniziative insieme; infine a tutte le realtà economiche del centro storico e non solo (anche le attività di Marotta, Fano e delle vallate) perchè mai come in questo caso, l’unione fa la forza.

di Carlo Leone

Carlo Leone
Pubblicato Venerdì 4 febbraio, 2011 
alle ore 15:39
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Commenti
Ci sono 3 commenti
EffeGi 2011-02-05 13:28:27
A cui è necessario aggiungere ...
... che l'Italia non è più una nazione in sviluppo ma in fase di stallo per no dire di regressione.
La logica dello sviluppo continuo è morta. Oggi è necessario essere realisti e ragionare in termini di miglior utilizzo delle risorse esistenti, ivi incluso l'utilizzo del territorio. La classe politica deve programmare uno sviluppo sostenibile e non uno sviluppo a tutti i costi, uno sviluppo intelligente e non uno sviluppo omni-direzionale.
E non è facile, perché ci vogliono competenze economiche e capacità di disegnare un futuro possibile. Le abbiamo?
Anonimo2011-02-05 18:17:41
commercianti ottusi, andata a lezione dalla vicina romagna, ospitale e aperta al nuovo, pensate che se ostacolate l'apertura dell'outlet, vendete di più, sbagliato andate a lezione di economia aziendale, se i cittadino hanno lavoro e soldi e arivano più turisti aumenta la propesnione al consumo e tutti se ne avvantaggiano, ma voi siete troppo marchigiani e poco romagnoli per capire
EffeGi 2011-02-06 10:38:33
La Romagna
E' interessante il confronto con la Romagna: Rimini ha grandi centri commerciali come le Befane, una piccola città, ed il "divertimentificio" di tutta la riviera. Le Marche, e Senigallia in particolare, hanno forse una vocazione ed un'anima diversa, si rivolgono ad una Popolazione di piccole realtà che conosce il valore delle tradizioni e della qualità della vita. Siamo di fronte ad una scelta che si impone in tutti i settori: la quantità o la qualità. Sulla quantità siamo perdenti per i costi di prodotto più bassi dei paesi emergenti. Possiamo dire la nostra sulla qualità. Concludendo: meglio un Outlet o una serie di negozi inseriti nel tessuto della città? Meglio un rapporto impersonale, tipo mordi e fuggi, o una faccia amica con cui stabilire un rapporto non solo commerciale?
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