I film d’autore italiani più belli alla Piccola Fenice di Senigallia
Anteprime assolute ogni martedì di febbraio per la nuova rassegna di cinema del Circolo Linea d'Ombra
I film d’autore italiani più belli della recente stagione cinematografica in anteprima assoluta alla Piccola Fenice di Senigallia, ogni martedì di febbraio. Torna l’appuntamento con “Anteprima cinema”, rassegna di film realizzata nell’ambito della Stagione cinematografica 2010-2011 del Comune di Senigallia a cura del circolo Linea d’ombra, che punta l’attenzione in particolare sui giovani registi e sui film presentati in festival internazionali.
Oltre alla proiezione del film, in due casi saranno anche presenti i registi che dialogheranno con il pubblico in sala e risponderanno a domande e curiosità.
Quattro gli appuntamenti previsti a partire da martedì 1 febbraio, martedì 8 e a seguire martedì 15 e 22. I film proposti al pubblico sono rispettivamente “La siciliana ribelle” di Marco Amenta, “Cielo senza terra” di Giovanni Maderna (sarà presente alla proiezione) e Sara Pozzoli, “Il loro Natale” di Gaetano Di Vaio e “Per questi stretti morire” di Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri (entrambi presenti alla proiezione). Inizio alle 21.15. Ingresso con tessera.
Presentato al Festival Internazionale di Roma nell’edizione 2008, il film che apre la rassegna “Anteprima Cinema”, martedì 1 febbraio è “La siciliana ribelle” di Marco Amenta. Liberamente tratto da eventi reali, racconta la vicenda di Rita (Veronica D’Agostino) giovane figlia di mafiosi portata a “tradire” la famiglia. Dopo l’omicidio del padre e del fratello, Rita vuole infatti scoprire la verità. Lasciata sola a combattere per la legalità, isolata da tutti nella città di origine, Rita ancora adolescente è costretta a nascondersi a Roma. Il film ha ricevuto la Nominations ai David di Donatello.
“Cielo senza terra” di Giovanni Maderna e Sara Pozzoli, previsto martedì 8 febbraio, è stato presentato alle Giornate degli autori al Festival di Venezia del 2010. A Senigallia sarà presente il regista Giovanni Maderna. Due protagonisti, un padre e il figlio di 8 anni, una camminata in montagna, una tenda, la vita all’aria aperta, un intimo dialogo fatto di domande sulla vita, la famiglia, l’infanzia, le inquietudini dell’età adulta, l’amore, la città, la natura. Intanto giù nella pianura alcuni operai hanno occupato una fabbrica e un produttore musicale degli anni Settanta racconta le sue disavventure. Il film è un gioco a molteplici dimensioni che coesistono tra intrecci personali e collettivi, affrontando il mondo.
Terzo film della rassegna “Anteprima Cinema” in programmazione, martedì 15 febbraio, “Il loro Natale” di Gaetano Di Vaio è stato presentato fuori concorso a Venezia 2010 nella sezione Controcampo. Il film è un percorso nella quotidianità delle donne, mogli, madri, figlie, di detenuti nelle carceri di Napoli, in un momento dell’anno simbolico come il Natale. Le giornate di Maddalena, Mariarca, Titina, Stefania sono scandite dall’assenza fortemente presente dei loro uomini, oltre che dalla cura per la casa e per i figli. La preparazione per i colloqui settimanali, le visite all’avvocato per avere notizie sulla scarcerazione, i bambini a scuola, i pacchi di Natale, con l’ombra sempre presente della camorra e l’assenza dello Stato. Il regista Gaetano Di Vaio è fondatore della casa di produzione Figli del Bronx e nel 2009 ha scritto il docu-fiction “Napoli Napoli Napoli”, firmato da Abel Ferrara.
Infine, martedì 22 febbraio, la rassegna si conclude con “Per questi stretti morire (ovvero cartografia di una passione)”, realizzato da Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri (regia, sceneggiatura, montaggio, scene, produzione). I due cineasti saranno presenti a Senigallia per incontrare il pubblico. Il film, presentato nella sezione Orizzonti alla Biennale di Venezia 2010, ritrae l’ostinazione, l’eccesso, i patimenti nella vita e nelle opere dell’esploratore cineasta e fotografo Alberto Maria De Agostini (1883-1960), arbitrariamente reinventate. Partito a 26 anni da un paesino del Piemonte come missionario, raggiunse nel 1910 la Patagonia e la Terra del Fuoco. Scalò montagne, scoprì fiordi ed esplorò ghiacciai dando loro i nomi. Di fronte allo struggimento e al dolore della scomparsa degli ultimi indios, non seppe usare altre parole che quelle impressionate sulle sue lastre fotografiche o sui fotogrammi del suo bellissimo film Terre Magellaniche. Tutto questo finisce in un immaginario e caotico magazzino della memoria, in mezzo a tristi residui accatastati della “civiltà dei bianchi”, dove due ragazzi frugano alla ricerca di tracce dell’artista.
da Alessandro Piccinini Comunicazione
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