Caso Fiat, solidarietà ai lavoratori nel prossimo Consiglio comunale di Senigallia
Ordine del Giorno del Gruppo "Partecipazione" per chiedere la riapertura della trattativa fra le parti
Sulla vicenda Fiat degli ultimi giorni, con il referendum sull’accordo proposto da Marchionne passato con il 54% dei voti, il Comune di Senigallia, durante il prossimo Consiglio comunale, darà il suo voto su un ordine del giorno che vuole esprimere solidarietà agli operai della casa automobilistica torinese. Atto che dovrebbe arrivare quasi in concomitanza con lo sciopero indetto dalla Fiom per il 28 gennaio.
Di seguito pubblichiamo il testo del punto all’odg proposto dal Movimento "Partecipazione".
Premesso che le politiche liberiste, sostenute da grandi imprese e da molti governi, oltre ad aver trascinato l’Italia e parte del mondo nella più grave crisi del dopoguerra, hanno come conseguenza lo smantellamento ciò che resta delle conquiste sociali, politiche e sindacali dei lavoratori, proprio al fine di far pagare ai ceti popolari il prezzo della crisi;
Considerato che nell’ultimo biennio il governo Berlusconi, amplificando errori dei precedenti governi di centrosinistra, ha cancellato centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle fabbriche e nelle strutture pubbliche (a partire dalla scuola: 140 mila posti in meno ed espulsione in massa dei precari), ingigantito il precariato lavorativo e di vita, imposto catastrofiche "riforme" della scuola e dell’Università, bloccato i contratti nel Pubblico Impiego e, con il decreto Brunetta, sequestrata la contrattazione e i diritti lavorativi e sindacali, come avvenuto a livello generale con il "collegato lavoro";
Considerato ancora che, in parallelo, l’Amministratore Delegato di Fiat, Marchionne, vuole che in tutto il Paese si imponga un modello parassitario e per nulla innovativo, socialmente reazionario contro ciò che resta dei diritti degli operai, sperimentando alla Fiat la riduzione dei lavoratori e delle lavoratrici in condizioni ottocentesche che violano lo spirito e la lettera della Costituzione democratica;
Ritenuto che il 14 gennaio, le operaie e gli operai di Mirafiori hanno scritto una pagina che lascerà una traccia nella storia di questo paese, in quanto
la vittoria numerica dei “sì” – che pure va giudicata molto negativamente per le conseguenze che comunque potrà avere sui lavoratori, non solo di Mirafiori – non deve però far velo alla considerazione che la vittoria politica, per certi versi inaspettata, è certamente quella del fronte del “no”;
Osservato in quali condizioni è maturato e si è svolto questo referendum, prima del quale Marchionne, Berlusconi e l’insieme del suo governo (e con loro i vari Cota, Chiamparino, Fassino, D’Alema e il rottamatore dei diritti Renzi) hanno alimentato un clima di vero e proprio ricatto nei confronti dei lavoratori (“o voti sì o perdi il posto di lavoro”), senza contare la stucchevole retorica contro la Fiom, accusata di “dire solo dei no” e di essere incapace di fare i conti con la “modernità” e con lo “sviluppo”, laddove la Fiom e i sindacati di base hanno fatto la sola cosa che deve fare un sindacato degno di questo nome, ovvero, difendere gli interessi e i diritti dei lavoratori contro un attacco così arrogante e vergognoso, condotto contemporaneamente da azienda, Confindustria, Governo e gran parte dei mass media;
Ribadito che in questo contesto le operaie e gli operai di Mirafiori, a cui veniva chiesto di rinunciare al diritto di sciopero, alla malattia, alla pausa pranzo, agitando lo spettro della chiusura della fabbrica, hanno dato una splendida lezione a tutti di morale, politica e anche di orgoglio, rivendicando implicitamente e con forza la dignità del proprio lavoro;
Rilevato che c’è un’Italia che alza la testa e che, anche grazie al forte contributo del movimento studentesco, si è delineato un potenziale fronte sociale alternativo e antiliberista che non accetta i ricatti, che pretende di ragionare in termini di giustizia e diritti, che si ostina a non considerare “naturale” che il cosiddetto “sviluppo” passi per l’umiliazione della vita dei lavoratori e della dignità del lavoro;
Valutato che l’esito di questo referendum va perciò considerato un importante punto di partenza per riaprire una nuova stagione di rivendicazioni e di lotte in direzione del recupero dei diritti perduti;
esprime la propria vicinanza e solidarietà alla Fiom, ai sindacati di base e alle lavoratrici ed ai lavoratori della Fiat, che hanno ribadito che non si può immaginare di governare i processi produttivi e lavorativi contro gli operai e le operaie;
sostiene la loro richiesta volta alla riapertura della trattativa fra le parti;
aderisce allo sciopero indetto dalla Fiom e dai sindacati di base per il 28 gennaio prossimo.
da Gruppo Consiliare “Partecipazione”
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