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Esplosione bombole alle Saline di Senigallia, ascoltati i testimoni del PM

Svolto il nuovo atto del procedimento per l'incidente che ha gravemente ferito due ragazzi nel 2007

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Esplosione salineContinua la ricerca della verità sull’esplosione delle bombole di gas nel campo sportivo delle Saline il 12 maggio 2007. Si è svolta nella mattina del 12 gennaio la terza udienza del processo che sta indagando le responsabilità della Protezione Civile per l’incidente che causò gravi ferite a due ragazzi che passavano in bicicletta.

Presenti in aula il Giudice Dr.ssa Francesca Giaquinto del Tribunale di Senigallia, gli avvocati della difesa Marco Guidotti e Riccardo Pizzi con Renato Giovannetti, presidente della Protezione Civile, il Pubblico Ministero e alcuni familiari dei due ragazzi, Andrea Tarsi e Valentina Argentati che furono investiti dall’esplosione delle quattro bombole di gas, e che sono stati ascoltati nella seconda udienza del processo, svoltasi l’11 novembre 2010.

Per questa terza udienza del processo, sono stati chiamati in aula dal Pubblico Ministero coloro che erano presenti nelle vicinanze del luogo dell’esplosione il maggio 2007: ormai dopo tre anni tutti hanno dimostrato confusione nel ricordare e raccontare gli eventi di cui erano stati testimoni.

Diversamente dalla seconda udienza del processo, che aveva visto focalizzarsi dell’attenzione degli avvocati sulle condizioni manutentive dell’area al momento dello scoppio, la mattina del 12 gennaio sono state ascoltate le testimonianze delle prime persone che si trovavano fuori dal campo sportivo o nelle prossimità al momento dell’esplosione.

Interrogati Massimo Santolini, residente a 100 metri dal luogo dell’incidente, e Luciano Messersì, magazziniere dell’Unione Sportiva Vigor Senigallia: entrambi si accorsero del fumo proveniente dall’angolo interno del muro del campo sportivo, mandando via per questo un gruppo di ragazzini nelle vicinanze, e poco dopo, circa 10-15 minuti, raccontano, ci fu lo scoppio delle bombole. La moglie di Santolini prima dello scoppio era andata a casa per allertare i vigili del fuoco, Messersì al momento dell’esplosione stava andando ad avvertire il custode del campo sportivo che si trovava nell’ufficio dei campi da tennis, mentre Santolini vide lo scoppio delle bombole e i due ragazzi che ne vennero investiti.

Giuseppe Olivetti, volontario della Protezione Civile ha raccontato invece di essere arrivato sul posto dopo lo scoppio delle bombole, a seguito di una telefonata ricevuta da Giovannetti che lo invitava ad andare a controllare cos’era successo. Olivetti ha raccontato che le bombole solitamente venivano riposte dopo il loro utilizzo in una struttura di lamiera apposita, ma da quando iniziarono i lavori di rifacimento dell’area, utilizzata anche da altre associazioni come i Falchi della Rovere, non sa come venivano custodite: i volontari della Protezione Civile potevano entrare soltanto accompagnata da funzionari comunali.

Ultimo teste chiamato è stato Gianluca Romagnuolo, che prima dello scoppio passò con lo scooter davanti al campo sportivo: dice di ricordare poco, rispetto alla testimonianza che aveva fornito dopo l’incidente, racconta di due ragazzini aggrappati al muretto del campo sportivo affacciati verso l’interno che guardavano il fumo e poi scesi.

In questa udienza doveva essere sentito anche il perito Walter Cinti, a cui fu affidata la relazione e la perizia tecnica dalla PM Valeria Sottosanti, quindi l’esaminazione del luogo e la verifica della sussistenza di episodi riconducibli a responsabilità penale, ma Cinti era assente per malattia.

Il Giudice dopo aver ascoltato le testimonianze, ha fissato la prossima udienza in data 24 marzo, dove verranno chiamati in aula i dieci testi della difesa.

di Barbara Baldassari

Barbara Baldassari
Pubblicato Mercoledì 12 gennaio, 2011 
alle ore 15:56
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Commenti
Ci sono 5 commenti
Anonimo2011-01-12 17:48:00
sempre brava
brava Barbara
.......aaaa 2011-01-13 17:43:25
SI SCARICA LA COLPA??
VA A FINIRE CHE SI SCARICA LA COLPA AD UN ALTRO GRUPPO DI VOLONTARIATO .....
Di chi erano le bombole e chi aveva la responsabilità nel gestirle? si nomina il gruppo di volontariato con presidente Giovannetti ma non si nomina il nome del gruppo di cui fa parte, perchè non si specifica in modo da non immischiare altri gruppi di volontariato che ci sono Senigallia?? grazie
Anonimo2011-01-13 20:04:58
per scaricare colpe ci vogliono prove.
Qui si cerca di capire le responsabilità. Chi prende decisioni su in quel pezzettino di area comunale, sulle cose che si fanno, come si fanno e perchè. Con quale diritto o "incarico" si decide di posizionare in modo poco protetto in un area accessibile e mal messa delle bombole malmesse che possono diventare un perico. Peccato che il perito Cinti non sia stato presente all'udienza, forse poteva dirci cosa aveva scoperto con le sue indagini e con quelle della polizia. E comunque le indagini probabilmente sono ancora in corso e possono venir fuori cose che Cinti non aveva valutato
Anonimo2011-01-14 06:37:55
Le associazioni di protezione civile, accreditate presso la Regione Marche, esistenti a Senigallia sono 6. "Giovannetti, presidente della Protezione Civile"... lui è il presidente di UNA delle associazione, basta generalizzare.
A questo indirizzo, scrivendo "senigallia" nel campo "comune", saprete il nome delle 6 associazioni.

http://protezionecivile.regione.marche.it/moduli.asp?modulo=ricercavoloweb

Per colpa di qualcuno sono stati colpevolizzati tutti, grazie "presidente"!
Anonimo2011-01-17 11:26:21
Condivido la preoccupazione della cattiva pubblicità che cade sulle associazioni di volontariato che si sentono innocenti, ma se le associazioni erano 2 o 15 cosa cambia? chi gestisce tra tutti i rischi in un area comune, di materiale comune? Non sono nella mente della giornalista ma parlare in generale è forse un modo per non alzare il dito accusatorio verso nessuno in particolare. Forse le responsabilità sono anche fuori dal volontariato e questo speriamo ce lo diranno le nuove indagini
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