I Verdi e la variante al Piano degli Arenili di Senigallia
Le positività da un punto di vista ambientalista
Come forza politica che ha nella propria ragion d’essere la visione ecologica della società, dell’agire politico, del governo dei fenomeni, ci piace dare risalto ad alcune positività che riscontriamo nella “Variante al piano degli arenili” recentemente approvata dal Consiglio Comunale di Senigallia.
Lo strumento è complesso e dinamico, siamo, tra l’altro, ancora nel periodo delle osservazioni e ci dovrà essere un ulteriore passaggio in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva, con possibili ulteriori modifiche e aggiustamenti, non vogliamo quindi esprimere qui né un giudizio definitivo né tanto meno esaustivo.
La prima cosa che crediamo valga la pena rimarcare è il fatto che questo strumento urbanistico si poggia fortemente sul principio che la spiaggia è un bene comune. In questo senso vanno, per esempio, la salvaguardia della spiaggia libera con il blocco di nuove concessioni, la tutela, il recupero e la valorizzazione delle qualità paesaggistiche e di biodiversità della costa.
Consideriamo estremamente positivo l’alto livello di condivisione raggiunto. Positivo ovviamente è l’accordo con tutte le associazioni di categoria, ma, dal nostro punto di vista, è fondamentale il protocollo sottoscritto dal GSA (Gruppo Società e Ambiente). Lo è per due motivi: primo perché la storica associazione ambientalista senigalliese rappresenta il bene comune, le istanze dei cittadini tutti (compresi quelli futuri), secondo perché istituisce un percorso di confronto, monitoraggio e verifica permanete non solo sull’evoluzione dello strumento urbanistico in quanto tale ma sugli effetti concreti che questo andrà a produrre sulla spiaggia senigalliese.
Di grande significato ci sembra anche l’unanimità raggiunta in Consiglio Comunale per l’approvazione della “Variante”. E’ un risultato “clamoroso”, un grande successo, e senza ombre a nostro parere, che, almeno in questa fase, testimonia di un alto grado di maturità e responsabilità della città nel suo insieme. A tale proposito ci piace citare il titolo di un ancora attualissimo e significativo articolo del 1994 di Alex Langer: “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile” .
Non governare “contro” ma governare “con”. In questo senso pensiamo vada la forte attenuazione della prescrittività dello strumento urbanistico. Si punta al dialogo e alla concertazione permanente per responsabilizzare gli operatori di spiaggia contando sul loro coinvolgimento attivo nella salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici. Si scommette infatti proprio sul fatto che una spiaggia e un lungomare che siano tutto l’anno accessibili, belli, il più possibile naturali, interessanti e sostenibili da un punto di vista ecologico, possano rappresentare la convergenza e il punto di equilibrio tra l’interesse pubblico e sociale della salvaguardia di un importante bene comune e l’intereresse economico di chi con e su la spiaggia lavora e che, oltre a un servizio, “vende” la spiaggia in sé, e quindi tutte le sue qualità, quelle paesaggistico-ambientali in primo luogo.
A questo proposito è importante ribadire come ad una forte attenuazione della rigidità dello strumento urbanistico corrispondono una serie di innovazioni di processo per renderlo continuamente verificabile e aggiornabile rispetto alle finalità volute e condivise e nel processo appunto inglobate.
La questione dei consorzi: favorire il rafforzamento e la crescita delle aziende che operano sul litorale ha un notevole valore strategico in vista delle nuove legislazioni che entreranno in vigore nei prossimi anni che rappresentano un rischio notevole per il modello senigalliese di gestione della spiaggia. Modello che si compone di una pluralità diversificata di piccoli e medi operatori locali. Crediamo che questo modello abbia valore sia dal punto di vista economico-sociale che ambientale. Tanti piccoli operatori, oltre a favorire una distribuzione più equa della ricchezza generata dalle attività turistiche, garantiscono maggiormente la collettività da speculazioni, snaturamenti e saccheggio ambientale. Piccolo e locale è più bello, più equo e più sostenibile. Mutatis mutandis si pensi a cosa è successo al nostro territorio agricolo con la fine della mezzadria.
Pensiamo altresì che alla crescita e al rafforzamento delle aziende balneari possa e debba corrispondere un aumento dell’occupazione e, soprattutto, un’occupazione meno precaria e aleatoria. L’argomento è stato sollevato in fase di discussione in Consiglio Comunale dal consigliere de “La Città Futura” Carlo Girolametti e accolto come impegno a cercare gli strumenti adeguati dall’assessore Ceresoni. Confidiamo che anche su questo aspetto della questione sia mantenuto alto l’interesse e la buona volontà di tutti.
Sulle strutture in precario previste sulla spiaggia libera per il ricovero delle attrezzature dei bagnanti pendolari pensiamo che, oltre al valore sociale di tale previsione, non vadano sottovalutatati gli ovvi benefici che possono conseguire dalla possibilità data ai bagnanti che usufruiscono della spiaggia libera di accedervi in bicicletta, a piedi o con mezzi pubblici, una volta liberati dal quotidiano fardello di sdraie e ombrelloni.
Altrettanto importante ci sembra infine, assieme alla rinaturalizzazione dei fossi, alla salvaguardia delle dune e della biodiversità di fauna e flora, la previsione e regolamentazione di spazi per la piccola pesca. La spiaggia, il mare, la costa nel suo insieme sono ambienti naturali vivi e vitali, che vanno salvaguardati il più possibile come tali, per noi e per le prossime generazioni, compresa un’ attività tradizionale e primaria come quella della pesca.
da Verdi Senigallia
Non governare " contro" ma governare "con"?
Si , ma se c'è l'amata poltrona sotto le chiappe.
Vero?
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