Nuovo atto del processo penale per l’esplosione alle Saline di Senigallia
Svolta la seconda udienza sull'episodio che ha ferito gravemente due ragazzi nel 2007 al campo sportivo
Il pomeriggio dell’11 novembre 2010 si è svolta la seconda udienza del processo penale sul caso dell’esplosione di bombole piene di gas al campo sportivo delle Saline del 2007. Il procedimento sta verificando le responsabilità di Renato Giovannetti, presidente della Protezione Civile di Senigallia.
L’esplosione del 12 maggio 2007 aveva violentemente investito due ragazzi, Andrea Tarsi e Valentina Argentati (all’epoca, rispettivamente di 19 e 17 anni), che stavano percorrendo in bicicletta via dei Gerani, provocando loro gravissime lesioni: Andrea fu operato d’urgenza all’Ospedale di Torrette per una grave emorragia interna, ferite e lesioni diffuse, invece Valentina, fu curata all’Ospedale di Senigallia per una frattura mandibolare e numerose ferite e ustioni.
Un principio d’incendio si era sviluppato dietro il muro di cinta del campo sportivo, surriscaldando bombole di gas, provocando lo scoppio di una di esse, che fu la causa dell’incidente.
Il processo sta cercando di risalire alle responsabilità manutentive delle bombole: la prima udienza si era svolta il 17 luglio 2010.
Indagato per lesioni e disastro, il presidente del coordinamento volontari della Protezione Civile di Senigallia, proprietaria dell’area in questione, Renato Giovannetti era presente in aula l’11 novembre con i suoi avvocati Marco Guidotti e Riccardo Pizzi.
L’udienza di fronte al Giudice Dr.ssa Francesca Giaquinto del Tribunale di Senigallia, ha visto l’interrogatorio dei testimoni, da parte degli avvocati della difesa e del pubblico ministero, Cinzia Servidei.
Gli avvocati di Giovannetti hanno focalizzato la difesa sulle condizioni del luogo in cui erano riposte le bombole del gas: appoggiate su un pallet, a 10 cm da terra, pare fossero circondate dai semi dei pioppi che con le loro appendici piumose sono altamenti infiammabili. Altro elemento è la fotografia apparsa su un giornale, che ritrae una bottiglia di plastica piena di semi di pioppi rinvenuta dopo il fatto nelle vicinanze, ma che tutti gli interrogati non ricordano di aver notato.
Sono stati interrogati a turno i protagonisti della vicenda, Andrea Tarsi e Valentina Argentati, con i propri familiari presenti in aula, e a seguire altri testimoni che sono intervenuti in loro soccorso dopo l’esplosione: il poliziotto Francesco Festinese, che passava di lì in bicicletta, che è stato premiato con una medaglia per essere prontamente intervenuto in soccorso dei ragazzi.
Interrogati anche un altro poliziotto giunto con la pattuglia dopo l’incidente, e Marco Vignini, dei Vigili del Fuoco di Ancona, che ha redatto il rapporto d’intervento sul posto, ma che ha raggiunto il luogo dell’incidente dopo più di un’ora dallo scoppio delle bombole del gas. Vignini ha ipotizzato che è possibile che i semi dei pioppi, accumulatisi nello spigolo del muro di cinta siano stati causa dell’aumento di temperatura, quindi di pressione nelle bombole e dello scoppio.
Inoltre le testimonianze non sono chiare riguardo al numero delle bombole di gas presenti nell’area: di certo una è scoppiata, ma il numero di quelle deformate variano dalle 2 alle 3. Nessuno tra Vigili o Agenti, intervenuti per raffreddarle e spostarle in mezzo al campo per il rischio di ulteriori esplosioni, ricorda con precisione quante fossero.
Nella prossima udienza, fissata per il 12 gennaio 2011, verranno ascoltati altri testimoni: probabilmente anche il custode del campo sportivo, Giorgio Castiglioni, che ha chiamato per primo i pompieri e il Responsabile dell’intervento dei Vigili del Fuoco di Senigallia che era presente due minuti dopo lo scoppio. Ancora i due non sono stati iscritti nel registro dei testimoni.
Ad inizio 2011 saranno inoltre già scaduti i termini per decidere sul rinvio a giudizio per Flavio Brunaccioni, Comandante dei Vigili Urbani di Senigallia, che sembrava avesse ottenuto l’archiviazione del caso. Ma all’archiviazione si erano opposti gli avvocati dei ragazzi coinvolti, adducendo motivazioni che hanno fatto riaprire le indagini e che chiamano in causa anche il Comune di Senigallia.
di Barbara Baldassari
Vorrei ringraziare Barbara Baldassari, che era presente ieri in tribunale, per il suo articolo che a me è sembrato il più aderente alla realtà di quelli letti questa mattina. Sono stata sorpresa dai titoli altisonanti degli altri giornali. I titoli più del contenuto degli articoli non mi sembrano affatto aderenti a quello che è emerso ieri. Pur confermando lo sforzo degli avvocati di Giovannetti per suscitare almeno "un sospetto", visto che prove non ce ne sono. A me è sembrato che non sia emerso nulla che avvalora questa tesi per ora. Ricordiamoci che le indagini sono ancora in corso.Secondo la mia opinione il giudice stà cercando di raccogliere tutti gli elementi che possono chiarirgli il caso e per questo ci sarà la prossima udienza del 12 gennaio, e si ascolteranno nuovi testimoni.
Mi hanno fatto notare un errore di contenuto che mi era sfuggito. Lo riporto oggi.
L'area in questione "non appartiene al coordinamento volontari della Protezione civile", LA PROPRIETA' è un elemento importante da valutare, e per questo faccio questa correzione. E' un area comunale di cui si stà valutando l'uso. I documenti attualmente prodotti non la individuano come sicuramente affidata alle associazioni di volontariato
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