Serra de’ Conti, lettera per salvare la chiesa di Madonna del Piano
Il luogo storico e culturale, ora abbandonato rischia il crollo. Baldetti scrive a Sindaco e Soprintendenza
"In qualità di docente e cultore di storia del territorio, coinvolto nel 1997 dalla Scuola Media Statale di Serra de’ Conti nell’iniziativa ’La scuola adotta un monumento’ per la valorizzazione e il recupero della cosiddetta chiesa cinquecentesca ’Madonna del Piano’, segnalo alle SS.VV. la situazione di grave emergenza nella quale in questi giorni versa il luogo culturale, a causa di progressivi crolli del soffitto della navata ed evidenti lacerazioni con infiltrazioni di acqua nella parte ancora integra, impreziosita da una pittura parietale, tali da pregiudicare la statica della struttura".
Con queste parole il docente Ettore Baldetti ha scritto una lettera di segnalazione e protesta indirizzata al Sindaco di Serra de’ Conti, Arduino Tassi, al Soprintendente per i Beni Architettonici e al Direttore della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Paolo Scarpellini. Una lettera accalorata che chiede un immediato intervento prima che la memoria storica e culturale del luogo venga cancellato per condizioni climatiche avverse e soprattutto per incuria verso i monumenti.
"Se un complesso architettonico può rappresentare l’identità storica di un centro abitato in forte sviluppo socio-economico e demografico come Osteria o ’La Piana di Serra de’ Conti’, questo è sicuramente il sopracitato tempietto di Santa Maria delle Grazie o ’Madonna del Piano’ che ha conferito la denominazione al villaggio con la vicina e coeva stazione di posta e ristoro, parimenti fatiscente, anche per il recente cedimento di un settore del tetto.
La zona valliva, interessata da una continuità abitativa fra età neolitica e romana, racchiude altresì un interesse basilare per la comprensione e lo studio dei primi insediamenti umani nel territorio comunale e dell’hinterland, essendo limitrofa alla testata di una dorsale collinare che, discendendo da Montale di Arcevia, sbarra e devia la media valle del Misa formando due ramificazioni viarie, nelle direzioni di Arcevia-Sassoferrato e Scheggia e della Valle Esina-Fabriano-Fossato di Vico: entrambe indirizzate verso la Via Flaminia, la valle del Tevere e Roma.
Davanti alla porta della chiesa e alla facciata della vicina casa di accoglienza e di cambio delle cavalcature, similmente strutturata su tre arcate in muratura a tutto sesto, passava infatti un diverticolo della ‘Flaminia’, definito così nelle fonti medievali e poi “Strada Consolare”, il quale in questo luogo, sede di una fiera cinquecentesca, intersecava un sentiero indirizzato direttamente verso i centri collinari di Serra de’ Conti e Montecarotto.
La chiesa, sicuramente officiata fin dalla fine del Cinquecento, venne nel 1968 sconsacrata e privatizzata, poi, grazie all’opera meritoria delle due ultime amministrazioni comunali dirette dai sindaci Bruno Massi e Arduino Tassi, è stata prima acquisita dal comune, nel 2006, quindi, nel 2009, si è deliberato di cederla alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici che successivamente trasferirà la nuova sede in uso all’ente municipale per fini museali o come scuola di restauro, in virtù di una convenzione per la quale si attende il nulla osta ministeriale.
Sembra però purtroppo che i tempi lunghi della burocrazia non collimino con il rapido e progressivo disfacimento di questi ultimi giorni, favorito dai recenti rovesci atmosferici: per questo si richiede un’iniziativa d’emergenza che metta in sicurezza l’edificio e protegga l’intera struttura o la parte affrescata dalle piogge battenti e dilavanti, magari tramite l’erezione di temporanei ponteggi laterali metallici con coperture soprastanti.
Distinti saluti.
dal Prof. Ettore Baldetti
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