Servizi sociali, si al riordino ma sempre con i Comuni al centro del dibattito
Mangialardi: "Fondamentale il ruolo degli enti comunali, nelle Marche grande sensibilità e apertura"
In merito alla attuale discussione sulla riforma della legga 13/03, riguardante l’organizzazione e il riordino dei servizi sociali, ritengo opportuno sottolineare come non esista alcuna contrapposizione tra i Comuni del nostro territorio, la cui azione si coordina attraverso la Conferenza dei Sindaci, e la Regione Marche.
In primo luogo, non può che essere condiviso il metodo scelto dalla Regione per discutere di questo delicato argomento: il dibattito si sta infatti sviluppando attraverso forme estese di concertazione e un confronto approfondito con i territori. Questo è avvenuto non solo con la Conferenza Sindaci, ma anche all’interno della V Commissione consiliare regionale, che ha effettuato numerose audizioni ascoltando i Presidenti dei comitati dei sindaci e i coordinatori d’ambito.
Per quanto riguarda il merito della questione, è poi facile concordare con i princìpi generali della riforma in oggetto, che prevedono azioni di razionalizzazione per aumentare efficacia e qualità degli interventi. In materia ho però ritenuto opportuno chiarire la necessità di saper differenziare gli interventi nel sanitario e nel campo dell’integrazione socio-sanitaria da un lato rispetto a quelli in campo sociale, che rendono prezioso e probabilmente indispensabile un contributo specifico dei singoli territori.
Questo perché si tratta sostanzialmente di sistemi ben diversi e quello sociale è sempre stato costruito nelle Marche attorno al ruolo specifico dei Comuni, capaci di leggere e interpretare i bisogni dei loro cittadini. Pertanto, anche riconoscendo la necessità di procedere sulla materia per realizzare un miglioramento, che è sempre possibile, occorre tenere ben presente che il baricentro e l’asse di ogni attività in questo settore non può che rimanere in capo ai Comuni.
Questa posizione, approvata e votata all’unanimità dalla Conferenza e dal Comitato dei Sindaci, deve comunque essere correttamente interpretata come un contributo propositivo al dibattito.
L’intera materia deve infatti essere sviluppata nelle sedi legislative deputate e peraltro non si registra finora alcuna rigidità della Regione Marche, che anzi nel corso del tempo ha sempre dimostrato grande sensibilità e totale apertura alla discussione sul sociale, cercando tra l’altro ogni anno di compensare economicamente i drammatici tagli imposti dal Governo nazionale attraverso interventi idonei sul proprio bilancio.
dal Presidente del Comitato e della Conferenza dei Sindaci
Maurizio Mangialardi
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