Stentano a ripartire le attività economiche a Senigallia
Lo studio CNA evidenzia poche luci e una prospettive decisamente ombrosa per molte attività locali
Nonostante la scorsa stagione turistica senigalliese possa dirsi archiviata con moderata soddisfazione, con un discreto margine di incremento delle permanenze nel territorio e dopo una partenza nei primi mesi dell’anno piuttosto timorosa, il tessuto produttivo e commerciale locale continua a manifestare segnali poco incoraggianti, tanto che si preannuncia un ultimo scorcio dell’anno poco esaltante.
Tale lettura economica è frutto del lavoro di indagine condotto dal centro studi Sistema della CNA Marche, illustrato martedì 26 ottobre presso la sala riunioni dell’Istituto Alberghiero di Senigallia, dove alla presenza di numerosi imprenditori, i dirigenti dell’associazione hanno rimarcato la persistente debole congiuntura economica ed evidenziato una certa preoccupazione per il 2011, stante i prospettati tagli ai trasferimenti statali verso le amministrazioni periferiche.
Deterioramento dei margini di competitività, esposizione bancaria in aumento, debole propensione agli investimenti soprattutto presso le micro imprese artigiane, forte contrazione degli utili (20% del campione registrano un fatturato in aumento, ma solo il 10% un utile in aumento), un tasso di occupazione in via di stabilizzazione su livelli purtroppo preoccupanti, ma tra i meno pesanti tra le regioni italiane (subito dietro alle evolute regioni del nord), sono alcuni dei dati che dipingono uno scenario ancora ben lontano dall’agognato giro di boa.
La zona di Senigallia si colloca in una posizione intermedia tra le aree della provincia di Ancona: la debole presenza di attività produttive (le più colpite dalla crisi) non sottrae il nostro territorio dall’impietoso ridimensionamento dell’albo delle imprese, che registra un calo di oltre 130 attività, passando da 8.152 imprese totali a 8.020.
I settori più colpiti, manco a dirlo, sono quello agricolo e manifatturiero, con un trend negativo più recente che interessa anche il commercio e l’edilizia.
Dunque, mentre a livello provinciale il decennio scorso ci ha lasciato in dote un segnale positivo nel bacino imprenditoriale con un +4%, viceversa nel senigalliese si è perso l’1,6% del tessuto imprenditoriale.
Inoltre va detto che ben un terzo delle imprese del tessile continua ad impiegare meno del 50% della capacità produttiva e nel manifatturiero la quota di attività che hanno investito in azienda (eccetto nel legno con un 12%) si aggira attorno al 6% contro il 25% medio aziendale e con una prospettiva di assestamento al 5% per fine anno.
L’analisi della CNA ha infine evidenziato il fatto che nell’ultimo anno si è assistito ad un processo di progressiva polarizzazione delle imprese, ovvero ad un consolidamento del tessuto imprenditoriale esistente, di fronte al perdurare di un contestuale implacabile fenomeno di screening o selezione dal mercato delle attività meno competitive.
dalla CNA di Senigallia
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