Riecco un pezzo della Senigallia romana
Dalle cantine di un edificio in via Cavallotti sono venute alla luce strutture vecchie di secoli
Un importantissimo scavo archeologico è stato eseguito in queste settimane a Senigallia. Durante i lavori di ristrutturazione, eseguiti dalla Società Berta Costruzioni s.r.l. all’interno delle cantine di uno stabile sito in via Cavallotti, in un punto “strategico” della topografia urbana di Senigallia, sono infatti venute alla luce alcune strutture riferibili all’impianto urbano della colonia romana.
Grazie alla disponibilità dell’impresa è stato possibile dare inizio ad un’articolata attività di ricerca. Il gruppo di lavoro, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, nella persona della responsabile di zona, dott.ssa Maria Raffaella Ciuccarelli, coordinato dal prof. Giuseppe Lepore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, ha effettuato dapprima delle indagini georadar all’interno delle cantine dello stabile, i cui promettenti risultati hanno condotto, successivamente, ad una serie di riscontri di tipo archeologico che stanno mettendo in luce diverse strutture pertinenti alle più antiche fasi romane della città.
È stato infatti rimesso in luce un reticolo di strutture murarie, pozzi e vasche (stanno emergendo dalla terra), con una conformazione e un orientamento che lascia intravedere interessanti approfondimenti di studio.
Il gruppo di lavoro comprende gli archeologi Tommaso Casci Ceccacci, Fabio Visani e Francesco Belfiori, Gilda Assenti per lo studio dei materiali, Federica Boschi e Michele Silani per le indagini georadar, Mauro De Donatis dell’Università di Urbino per gli aspetti geologici, nonché diversi volontari di Italia Nostra della sezione di Senigallia.
“Questo di Via Cavallotti – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Mangialardi – si sta rivelando uno scavo archeologico di grandissimo interesse, il più importante per Senigallia dopo quello dell’area archeologica La Fenice. Gli importanti resti permetteranno agli studiosi di conoscere nuovi aspetti della Senigallia romana. Stiamo valutando, grazie all’intervento della Società Berta e di concerto con la Soprintendenza, la possibilità di musealizzare almeno una parte delle strutture rinvenute, così da permettere la fruizione delle antichità cittadine a un pubblico sempre più vasto”.
L’importante ritrovamento costituisce il primo risultato della Convenzione firmata nel mese di febbraio 2010 tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna e il Comune di Senigallia, incentrata sull’archeologia urbana della città. Questo accordo comporta l’attivazione di collaborazioni per lo studio del passato della prima colonia romana sull’Adriatico e prevede attività di divulgazione dei temi storici cittadini, fra cui il recente ciclo di Conferenze “Porti, vie d’acqua e commerci nell’Alto Adriatico dall’Antichità all’età moderna”, indagini d’archivio sulla storia della città e sperimentazioni con indagini non intrusive, come prospezioni magnetiche e georadar, preliminari alle ricerche archeologiche.
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