Nasce anche a Senigallia la sezione Alvip
Coordinatore Carlo Tortarolo. Polemica sulla finanziaria: "forte coi deboli, debole coi forti"
Chi sono le vittime del precariato oggi?
Innanzitutto i giovani che non hanno più la possibilità di tracciare una rotta certa per il loro percorso di vita. E questo non perché siano privi delle qualità necessarie a dare un loro valido e sostanziale contributo alla nostra società, ma perché in questi ultimi anni la politica ha scelto di svalutare questo contributo con l’erosione dei diritti dei lavoratori, diritti conquistati in più di un secolo di lotte di emancipazione sociale, che nel loro complesso rendevano il lavoro il mezzo con cui la società garantiva la libertà individuale.
Perché si è fatta una simile scelta?
La politica doveva affrontare, spinta da varie realtà economiche, la sfida di riformare il sistema paese. Paese che, per ben note ragioni, stava da tempo rallentando: qualche anno fa si parlava addirittura di declino.Da qui la scelta di cercare di rilanciare la nostra economia, prevalentemente manifatturiera, abbattendo il costo della manodopera con la "flessibilità", il precariato. Nei paesi in cui lo stato nel suo insieme funziona e le regole sono certe non c’è bisogno di chiedere ai cittadini di sacrificare parte dei loro diritti a un qualche, non meglio precisato, di certo non comune, interesse economico…
Una simile scelta ci appare in tutta la sua miopia se consideriamo come il lavoro dei suoi cittadini sia il bene più prezioso del nostro paese. Una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro, che sul lungo periodo diviene nel suo insieme vittima del precariato, capace di spegnere le eccellenze italiane. Eccellenze fondate su professionalità di altissimo livello di certo non occasionali come un lavoro da rinnovare di sei mesi in sei mesi in cui non vi è alcuna possibilità di realizzarsi. Se un giovane oggi non ha alcuna certezza sul proprio futuro come possiamo chiedergli di investire in un percorso di vita che con la formazione e l’esperienza lo porti a essere un elemento qualificante dell’Italia di domani che dobbiamo costruire oggi?
Per il nostro paese il futuro non può essere lo sfruttamento di generazioni di lavoratori privati dei loro diritti. Anzi dovrà essere l’immaginare e il realizzare prodotti migliori di quelli dei nostri concorrenti con un lavoro estremamente qualificato e qualificante, scelta di cui un tempo la politica era garante con una continua e a volte anche molto intensa dialettica anche legislativa.
Questa finanziaria in particolar modo rappresenta la continuità di una politica che opera le scelte più semplici cioè rinviare ulteriormente le riforme strutturali necessarie, limitandosi a tagliare orizzontalmente le risorse di soggetti che sono impossibilitati ad opporsi.
E’ la scelta politica di chi si pone debole con i forti e forte con i deboli.
Oggi in molti sentono latitare la politica su questi temi, non si sentono rappresentati in queste loro urgenze, da qui la nascita di un’associazione, l’Alvip, che raccolglie le testimonianze di chi è vittima del venir meno di diritti spesso inalienabili che ormai davamo per acquisiti.
La marcia dei precari del 5 e 6 Febbraio 2011 che si terrà a Roma, non vuole essere un’iniziativa contro il mondo dell’impresa, ma è per chiedere un interlocutore politico con cui confrontarsi su quelle che possono essere le prospettive sul medio e lungo periodo. il tutto nell’ottica di dare una prospettiva occupazionale a una generazione di lavoratori che oggi sembra destinata a restare ai margini del mondo del lavoro, nonostante i nostri giovani abbiano capacità e voglia di fare che non temono certo il confronto con quelle dei giovani di altri paesi.
da Carlo Tortarolo,
Coordinatore Alvip Senigallia
un posto a tortarolo tanto lo dovevate trovare, vero?
http://www.youtube.com/watch?v=nwi82P4dP2Q
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!