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Storie di morte di una Senigallia che fu industriale

… lavoro, emancipazione, pane… e amianto con morte per companatico nel documentario prodotto dall'ALA

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Sala gremita alla Piccola Fenice per il documentario prodotto dall’Associazione Lotta all’AmiantoSenza alcun dubbio, il personaggio della serata è stato lui, Carlo Montanari. Memoria storica di quella Senigallia industriale che è andata fortunatamente scomparendo (almeno questa di cui si parla nel documentario) nel tempo, visto i danni che ha causato, che causa e che continuerà a causare. Pochi, brevi, incisivi e puntuali i suoi interventi nel pre e post visione del documentario da lui fortemente voluto come presidente dell’ALA (Associazione per la Lotta all’Amianto) con il patrocinio del Comune di Senigallia.

Presenti in sala tantissimi visi noti di politici e tecnici locali. Moltissimi gli anziani ex-dipendenti e familiari di dipendenti Sacelit-Italcementi deceduti a causa di malattie causate dall’amianto.

A prendere la parola per primo, il Sindaco Maurizio Mangialardi che sottolinea come l’argomento trattato sia un tema difficile, un abbinamento di amore ed odio. Una fabbrica che ha dato tanto lavoro, si, ma ha procurato anche tanta fatica e tante morti. La città l’ha amata perché non sapeva che cosa essa avrebbe poi procurato con l’andar del tempo.
Oggi però il procedimento di bonifica si è concluso, con la consegna in discarica speciale di 4 milioni di Kg. di materiali contaminati. Con questo non si deve dimenticare mai di abbassare la guardia perché ieri il pericolo era l’amianto, oggi potrebbe essere quel Teflon di cui anch’esso si parla e di cui si studiano gli effetti. Afferma anche di non aver visto in anteprima il documentario e di non conoscerne di conseguenza il taglio.

Carlo Montanari, spiega come l’ALA, in soli sei anni di vita, sia riuscita a fare più di quanto non siano riuscite a fare altre organizzazioni nate molto prima e come l’amianto continui a mietere vittime. Basi pensare che da Gennaio si sono avute altre 8 vittime.

L’Assessore Schiavoni si dice soddisfatto del valore del documentario, che a differenza del Sindaco, ha invece veduto e neppure una sola volta. Senza voler fare polemica, dice che si è trattato di un progetto che doveva essere di carattere nazionale-europeo, che poi si è interrotto e che l’ALA ha ripreso e fatto suo con le storie dei nostri genitori, della storia della nostra gente. Un qualche cosa di culturale che parla della nostra città anche attraverso il dolore. Un buon prodotto documentaristico.

L’intervento più lungo, quello del sindacalista Giordano Mancinelli che ha vissuto queste problematiche che ancora non si sono concluse. Per lui, questo non deve essere un punto di arrivo, ma solo uno sprone per proseguire su questa strada. A fare le spese di queste patologie non sono stati, e lo sono, solo i dipendenti, ma anche chi come le mogli che con loro convivevano e convivono hanno lavato le tute ed i panni saturi di quelle dannate fibre e polveri di amianto.
Ma il monitoraggio deve anche essere esteso ad altri lavoratori della città, che hanno avuto contatti con questo minerale come quelli del Navalmeccanico e delle fabbriche meccaniche che ad esempio trattavano freni.

Poi la parola viene data alle immagini che si susseguono alternandosi a foto in bianco e nero di vecchi ricordi a quelle più reali, attuali e veritiere di visi di dipendenti in pensione, oggi memorie storiche di quel periodo. Volti anche femminili, che ricordano quei tempi lontani, fatti di duro lavoro, sacrificio, speculazioni della proprietà facenti leva sul timore della perdita del posto di lavoro.

Si succedono interviste all’oncologo Dr. Massimo Marcellini, alla Senatrice Amati, all’Assessore Ceresoni, al sindacalista Mancinelli, ai Consiglieri Comunali Mancini e Rebecchini, al Sindaco Mangialardi, per concludere nella parte finale, con le immagini dei lavori di bonifica del territorio Sacelit-Italcementi, che ad onor del vero, qualche dubbio, sulla qualità di esecuzione, l’ha lasciato a buona parte del pubblico presente.

Alla fine del documentario l’Assessore Ceresoni dice che a caval donato… ma che se la prima parte è significativa, la seconda va discussa confrontandosi anche su idee diverse. Si è impostato un grande cantiere di bonifica dall’amianto, controllato h24 in cui si è tenuto conto che:
1) la salute degli operai fosse sempre salvaguardata,
2) fosse mantenuto un controllo sulla qualità dell’aria,
3) ci fosse un controllo ALA-Comune sulle polveri sui davanzali delle abitazioni confinanti.
Questo, invece, nel documentario non viene detto.

Al Dott. Fiorenzuolo dell’Asur viene l’idea di prendere la parola per contestare il numero dei decessi. Afferma che in quel numero di decessi indicato sono compresi non solo quelli per amianto, ma anche per altre cause. Come si evince da statistiche fornite dall’Università di Camerino relative agli anni 2008-2010 per un numero di 8 decessi per mesotelioma.
Dalle file del pubblico, a questo punto, si fa sentire la voce di Carlo Montanari, che rivolto al Dott. Fiorenzuolo gli urla un: "Bugiardo… solo nel 2010 si sono avuti 8 casi… Parli con l’oncologo Dr. Marcellini".

L’Avvocato Olivetti, su invito di Carlo Montanari, non quindi in qualità di sindaco di Ostra, bensì unicamente come legale dell’ALA, fa questa precisazione onde fugare qualche dubbio che poteva essere sorto dalle esternazioni del Dott. Fiorenzuolo.
La Sacelit infatti ha iniziato a risarcire le persone toccate dal problema "amianto". Sotto lo studio dell’Avvocato, sito in via Pisacane, giorni or sono c’erano 52 persone che attendevano il loro turno per essere risarcite. I dati quindi non combaciano.

Il Sindaco Mangialardi descrive a sua volta questo documentario, come un messaggio forte, un prodotto di parte che doveva però essere fatto in questo modo. Va bene anche che la polveri che si vedono nel filmato, ottenute dall’abbattimento di pareti e colonne, siano considerate polveri di amianto. Vero o non vero che sia, l’essenziale è stato e deve essere il bonificare, perché ciò serve a tenere alta l’attenzione. Dobbiamo essere orgogliosi che la fabbrica non c’è più.

Poi parte dal Consigliere Mancini il problema delle analisi dei materiali macinati, e chiede se esse sono state fatte e trova Carlo Montanari dello stesso avviso, anche perché dice di averle chieste al Dott. Fiorendolo e che lo stesso gli ha detto che quelle analisi non sono state mai fatte. Montanari annuncia anche che vuole andare in fondo ad un fatto grave emerso dalle interviste ad un dipendente che afferma che già nel 1970 il sindacato era a conoscenza che l’amianto era cancerogeno, ed allora perché non ha detto nulla?
Ceresoni rispondendo a Mancini e Montanari dice che provvederà immediatamente a depositare a loro disposizione gli atti relativi alle analisi sul macinato che sono state fatte e non come prescrive la legge una volta all’anno, bensì una ogni 20 gg.

La conclusione della serata è nelle parole intelligenti dell’Assessore alla cultura Schiavoni che afferma che questi lavori servono per avere confronti e per approfondire: ALA dalla parte del dolore e la città dall’altro che vuole e deve sapere.

Se mi è permesso e già non si sia provveduto in tal senso, suggerirei a Carlo Montanari, di chiedere agli Istituti scolastici superiori la possibilità di proiettare il suo documentario. Alcuni giovani intervistati nel filmato, diciamo che con le loro risposte mi hanno lasciato, come dire… perplesso.

di Franco Giannini

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 4 ottobre, 2010 
alle ore 9:23
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