A Senigallia il convegno nazionale su alcol tra i giovani e riabilitazione
L'assessore alla sanità Mezzolani, il sottosegretario Giovanardi e il direttore Asur Pesaresi tra i relatori
Aumenta il consumo di alcol e superalcolici tra giovani ed adolescenti e con il primo bicchiere a 12 anni la media dell’età italiana è la più bassa d’Europa. Secondo dati recenti 870.000 ragazzi sotto i 16 anni bevono alcolici in locali pubblici; circa un terzo dei 6.000 morti e dei 250.000 feriti in un anno in incidenti stradali è causato da un consumo non corretto di sostanze alcoliche.
Dati allarmanti che sono soltanto un aspetto di un fenomeno che si estende ad incidenti sul lavoro ed a gravi patologie correlate all’abuso di alcol. E se strutture sanitarie pubbliche e private hanno approntato anni un programma terapeutico per la cura dei pazienti alcologici, rimane ancora scoperta la fase della riabilitazione e del reinserimento nella vita normale di chi ha avuto problemi di alcol, soprattutto i giovani.
Proprio per questo da Senigallia con il convegno nazionale ’La Residenzialità alcologica: creatività nella cura e riabilitazione’ in programma l’1 ed il 2 ottobre prossimi, la sfida della nuova frontiera sul fronte della cura all’alcolismo. Il convegno terrà a battesimo la proposta di una rete nazionale all’interno del ’Corral’, Coordinamento delle riabilitazioni residenziali, non più di una dozzina in Italia. A lanciare la proposta, la casa di cura ’Villa Silvia’ che organizza il convegno.
’’Non esiste un vero e proprio registro di queste strutture; da qui l’esigenza di comprendere le diverse realtà – spiega il presidente del convegno ed amministratore della casa di cura ’Villa Silvia’, Vincenzo Aliotta – e diventare interlocutori di Servizi per le dipendenze, istituzioni pubbliche e private, realtà del volontariato che si occuoano di alcolismo’’. Negli ultimi tempi infatti sono sorte esperienze di riabilitazione e reinserimento di pazienti alcologici sulla sorta di comunità terapeutiche per tossicodipendenti.
Una fase della quale c’è assoluta necessità proprio perchè costituisce l’anello di congiunzione tra la terapia ed il nuovo inserimento nella vita normale del paziente alcologico. Una esigenza peraltro illustrata dalla legge 125/2001 non ancora entrata a pieno regime in questo settore. Tra le poche strutture italiane, nelle Marche il prossimo anno partirà una comunità residenziale nella piccola frazione montana di Piticchio di Arcevia ad opera della casa di cura ’Villa Silvia’ di Senigallia, da oltre trent’anni impegnata sul fronte della cura e del recupero di pazienti alcologici anche grazie ai gruppi di Alcolisti anonimi.
Tra i relatori del convegno – nel quale si confronteranno operatori ed esperti di strutture pubbliche e private italiane – anche il professor Giovanni Vittadini, responsabile della riabilitazione alcologica della ’Fondazione Maugeri’ di Pavia. ’’Non esiste un unico intervento affrontare l’alcolismo – dichiara il professor Vittadini – ma la terapia e la riabilitazione devono essere eseguite di una sequenza di interventi concatenati fra loro e di durata illimitata. In questo progetto a lungo-lunghissimo termine si pone in maniera sempre più autorevole la cosiddetta “riabilitazione residenziale a breve termine’’.
Di che cosa si tratta? "Di un approccio abbastanza conosciuto in vari paesi del mondo ma poco noto in Italia dove la residenzialità è considerata un sinonimo di comunità terapeutica, quindi una permanenza di almeno un anno. In effetti la permanenza in tali strutture specializzate non dura di solito, meno di tre settimane e non più di dodici".
Come avviene la riabilitazione? "Questo tempo viene impiegato nello svolgimento di un programma intensivo che ha quattro scopi: mantenimento di una sicura sobrietà; focalizzazione dei problemi sia fisici sia psichici sia relazionali del soggetto con problemi alcol correlati; training riguardante i principali supporti farmacologici e psicologici per affrontare la dipendenza; costruzione di un programma post residenziale concordato con gli altri attori della riabilitazione come i SER.D, Servizi psichiatrici, Servizi sociali, Gruppi di auto aiuto quali AA e CAT, medici di famiglia, famiglia stessa e con il paziente. Viene anche dato il giusto spazio ai familiari con un programma specificamente a loro dedicato.
Da circa un anno tredici servizi di riabilitazione alcologica residenziale hanno deciso di mettersi in rete creando il ’Corral’ (Coordinamento residenzialità riabilitative alcologiche) al fine di mettere in comune il proprio bagaglio di esperienze e di studio per di offrire un supporto sempre più efficiente ed efficace a chiunque abbia problemi alcol-correlati. E’ inoltre in pieno svolgimento una ricerca epidemiologica coinvolgente gli stessi centri allo scopo di valutare i risultati a medio-lungo termine di questa metodologia".
Quali indicazioni sono emerse? "Uno dei primi dati emersi è che il numero di persone che annualmente si rivolgono a centri ’Corral’ sfiora i 3 mila. Ciò significa che nonostante la scarsa pubblicizzazione di questi servizi con il solo ’passa parola’, il successo della metodologia appare veramente notevole".
Per ulteriori informazioni contattare il presidente del convegno dott. Vincenzo Aliotta 071/7927961, il dottor Vittadini 338/1333074 o scaricare la brochure allegata.
Allegati
Scarica la brochure del convegno e la scheda di partecipazione (pdf – 1,33 MB)
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