Ultimo appuntamento della Rassegna Musica Festival di Senigallia
La sera di sabato 18 settembre alle 21 il concerto “tra antico e contemporaneo”
La rassegna di musica contemporanea Musica Nuova Festival XIX edizione 2010 organizzata dalla Associazione Musica Antica e Contemporanea in collaborazione con il Comune di Senigallia e l’Assessorato alla Cultura, è giunta al termine e proporrà l’ultimo appuntamento sabato 18 settembre 2010 presso la Chiesa S. Giovanni Battista di Montignano.
Alle ore 21,00 si svolgerà il concerto “tra antico e contemporaneo” con due bravissimi interpreti, Giovanni Maria Perrucci all’organo Callido anno 1770 e Guido Arbonelli al clarinetto.
Verranno ancora ascoltate le stupende ed intramontabili sonorità timbriche del famoso organo Callido, patrimonio inestimabile musicale presente nel nostro territorio e precisamente nella Chiesa di Montignano e quelle del clarinetto con la sua timbrica penetrante e cantabile.
Seguirà la finale del Concorso di Composizione “Antonio Manoni” 2010, verranno premiati i vincitori selezionati dalla Giuria di prestigio presieduta dal famoso organista Luigi Ferdinando Tagliavini, dai compositori Aurelio Samorì e Roberta Silvestrini e dagli strumentisti Guido Arbonelli e Simonetta Fraboni.
Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato e permesso la realizzazione dei diversi appuntamenti della manifestazione (Comune di Senigallia, Assessorato alla Cultura, Biblioteca Luca orciari di Marzocca, Centro Sociale Adriatico di Marzocca, Associazione Fidapa, Chi tutti gli sponsor, Carlo Pandolfi, Renato Pesaresi, Claudio Costantini, Giorgio Domenichetti, Mauro Mangialardi e tutti gli sponsor che hanno sostenuto le varie serate.
Gaetano Callido è senza dubbio il rappresentante più celebre della scuola organaria veneta del XVIII secolo, di cui si riconosce il fondatore in Pietro Nacchini. Questi, infatti, rifiutate le complicazioni dell’organaria barocca, elaborò nuovi criteri fonici e costruttivi che furono eseguiti scrupolosamente dai suoi allievi e seguaci fino ai primi decenni del XIX secolo e che ebbero come risultato una semplificazione strutturale dello strumento ed una rigorosa stilizzazione neoclassica del suono organistico.
L’attività di Callido conobbe così una rapida espansione e la sua impresa raggiunse un livello di produzione di dieci strumenti all’anno, un mercato che comprendeva non solo le regioni venete, ma anche la Dalmazia, la Romagna, le Marche e si estendeva a Costantinopoli, Smirne e Alessandria d’Egitto.
da Roberta Silvestrini
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