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"No al rigassificatore di Falconara": incontro pubblico a Senigallia

Venerdì 17 settembre alle 21 al Centro Sociale Saline

Anconanotizie.it

RigassificatoreIl rigassificatore è un impianto che permette di riportare allo stato aeriforme il GNL (gas naturale liquefatto) e cioè un gas precedentemente portato allo stato liquido con una riduzione di volume di 600 e portando il gas liquido ad una temperatura di – 161°, permettendo il trasporto marittimo del gas tramite navi gasiera in alternativa al trasporto per metanodotto.

Premesso che:
– in Italia vi sono già due impianti di rigassificazione e che altri due sono già stati approvati, raggiungendo obiettivi che il Governo Prodi si era posto al fine di garantire ed assicurare la diversificazione di approvvigionamento di metano;
– che il fabbisogno italiano di gas fino al 2015 (dati Ministero Sviluppo Economico e mai smentiti) è ampiamente garantito dai soli metanodotti che ricordiamo in Italia sono 5 e garantiscono in pieno l’autosufficienza;
possiamo affermare che un impianto di rigassificazione a largo di Falconara non serve.

Non serve a Falconara, non serve a Senigallia e non serve ad Ancona, Jesi, Chiaravalle e Montemarciano. Non serve ai cittadini che vivono e lavoro di ittica e turismo nei territori di questi comuni.

Il rigassificatore serve, invece a chi lo costruisce e a chi vorrebbe far diventare l’Italia un grande “hub” e cioè un grande smistatore di gas, potendo così speculare sul gas acquistandolo quando costa meno per poi rivenderlo quando costerà di più.

In Italia, poi, si potrà guadagnare anche decidendo di non rigassificare qualora il prezzo non sia conveniente, infatti l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas assicura comunque la copertura del 70% dei ricavi di riferimento per 20 anni e questi soldi saranno prelevati dalle nostre bollette.

Inevitabilmente un impianto di rigassificazione comporta due importanti problematiche:
– quella ambientale: infatti anche la dove il meccanismo, con il quale avviene il riscaldamento  gas e quindi la sua espansione, utilizza un circuito chiuso, si avrà sempre e comunque il raffreddamento dell’acqua marina e lo sversamento di  ipoclorito di sodio in mare che andranno, ragionevolmente, a produrre mutamenti nell’ecosistema, con rischi di danni incalcolabili all’ambiente e alle specie viventi e che si ripercuoteranno inevitabilmente sul sui settori economici del turismo e della pesca;
– quella della sicurezza: questi impianti sono classificati come industria a rischio di incidente rilevante e nello specifico quello di Falconara s’inserirebbe in un’area già ad elevato rischio d’incidente vista la presenza della Raffineria Api, di una centrale di produzione di energia elettrica, la IGCC e dell’aeroporto. Considerato il già elevato traffico marino di petroliere un’eventuale fuoriuscita di GNL dalle gasiere in transito rischierebbe di produrre un “effetto domino” dalle conseguenze inimmaginabili.

Di ciò parleremo venerdi 17 settembre 2010 dalle ore 21:00 al Centro Sociale Saline di Senigallia in via dei Gerani, 8.
Tutti sono invitati a partecipare, cittadini, associazioni, comitati, partiti ed istituzioni.

dai referenti del comitato “No Rigassificatore di Falconara”
Roberto Ballerini
Roberto Cenci
Massimiliano Giacchella

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Sabato 11 settembre, 2010 
alle ore 15:31
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Commenti
Ci sono 4 commenti
francesco 2010-09-13 08:34:36
rigassificatore
e' interessante sottolineare l'acrimonia con la quale i " comitati " , inclusi quelli di Falconara , si battano sempre per la nobile causa ambientale . Non voglio e non sono in grado di contraddire i dati relativi al fabbisogno , se si afferma che non servono abbiamo gia' risolto parte del problema . Il rigassificatore in effetti non esiste perche' al terminal attraccheranno navi gassificatrici che sono in grado di liquefare il gas secondo le modalita' da voi descritte . Non si riesce purtroppo a comprendere che tale impianto costituisce una occasione di sviluppo di posti di lavoro ( e credo che nel comprensorio non si possa certo fare finezze in proposito o pensare che un po' di ombrelloni risolvano i problemi occupazionali ). Sicurezza e inquinamento ? Lavorando all'interno della raffineria dico che i sistemi di controllo ambientale e di sicurezza non sono secondi a nessuno , essendo come Impresa parte integrante in questo sistema . Spero di apportare un commento critico anche se non certamente conforme alle vostre iniziative , ma non si puo' sempre dire di no a prescindere .
Franco Giannini 2010-09-13 14:30:00
Memorie corte?? o altro
Francesco scrive
"....Lavorando all'interno della raffineria dico che i sistemi di controllo ambientale e di sicurezza non sono secondi a nessuno...". Beh !! io in questo nutro qualche perplessità. Infatti se la memoria non mi inganna, qualche incidente c'è stato in raffineria e neppure piccolo, non so se i procedimenti giudiziari si siano chiusi, ma so per certo che qualche famiglia sta ancora piangendo i suoi cari... e lei parla di sicurezza? E' questo il male più grande di noi italiani... per difendere quel "maledetto pezzo di pane", ma comprendo anche necessario, siamo disposti anche a venderci facendo finta di peccare di memoria. E se così fosse, allora il termine da usare non sarebbe quello di smemorati, ma altri.
francesco 2010-09-13 20:15:21
rigassificatore
Immaginavo ovviamente i termini con i quali vengono definiti i lavoratori in raffineria , fa parte integrante di una cultura dei no e intollerante e naturalmente offensiva . Io non so il suo mestiere , spero che sia naturalmente ottimo per lei , le dico che nessuno si "vende" , personalmente ho tolto le tende dal mio Paese a 50 anni per necessita' ed avere l'opportunita' di lavorare in questa splendida regione che sono le Marche .
Franco Giannini 2010-09-14 06:55:13
Cerco di spiegarmi meglio
Gent.mo sig. Francesco, ho lavorato 40 anni ed ora sono pensionato, le posso garantire, libero o meno di crederci, che la mia non è la cultura del no, cerco di essere tollerante (anche se a volte nel nostro paese e con i nostri compaesani la cosa diviene difficile...)ed evito nel modo più assoluto di essere offensivo. Rispetto e comprendo quindi anche il perchè di certi comportamenti.
Solo che io, ma poi ognuno è libero di dire e fare come meglio crede, avrei evitato di estrarre la spada schierandosi a difesa di una azienda in cui ancora certe ferite non dovrebbero essersi rimarginate. Ma a quanto pare il condizionale è d'obbligo e lei me lo conferma non avendo risposto al mio dubbio sul primo commento. O la sua valutazione è troppo ottimistica, o forse la mia dubbiosa è troppo pessimistica. La virtù, o in questo caso la mediocrità, sta forse nel mezzo. In Italia la sicurezza del lavoratore non sta nell'azienda ma spesso nelle solite parole retoriche del "post evento"..."...Mai più...!" con il morto che giace ed il vivo che si da pace.
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