Il concerto tenuto da Renato Sellani martedì 24 agosto ha concluso brillantemente il percorso RAMin jazz promosso dal Comune di Senigallia. Rotonda a Mare gremita per l’occasione, c’era da aspettarselo e forse qualche poltrona in più non avrebbe guastato.

Il maestro, che però non vuole farsi chiamare così perchè dice che "non sa ancora cosa debba insegnare", ha presentato una serie di brani nonpredefiniti ma ispirati e collegati al filo dei ricordi o, come per Blue Moon, alla notte senigalliese.
Si sono susseguiti autori stranieri come Gershwin, Trenet, K. Weill e italiani come Modugno e Tenco (a richiamare la sua collaborazione con Mina).

Indimenticati e indimenticabili sono stati Kramer e Bruno Martino, "mio fratello" come lo ha definito Sellani, del quale è stata eseguita "La chiamano estate". Di Kramer invece "Donna" e, preceduto da uno stacco del "Nessun dorma" dalla Turandot di Puccini, il "In un vecchio palco della Scala" reso celebre dal Quartetto Cetra.

Atre composizioni famosissime sono state eseguite da Sellani: oltre alla già citata Blue Moon e ad un suo brano personale, anche Moon River "presa in prestito" dal film "Colazione da Tiffany". Tutte hanno ricosso il caloroso applauso e afetto del pubblico che ha avuto anche l’onore di ascoltare in anteprima nazionale un brano inedito dedicato proprio a Sellani da un compositore contemporaneo che si è ispirato a Chopin, del quale ricorre il 200 anno della nascita, durante una visita nella casa natale in Polonia.

Aldilà delle personali considerazioni, quello che si dovrebbe sottolineare del concerto è stata la sua valenza per così dire "trasversale", nel senso cioè che ha coinvolto un pubblico variegato e di varia sensibilità musicale. Non solo dunque specialisti e esperti di jazz come la rassegna avrebbe potuto far credere visto il titolo, RAMin jazz.
L’ovvio auspicio è dunque che l’appuntamento col maestro possa ripetersi nei prossimi anni in occasione delle stagioni concertistiche, estive o invernali che siano.

di Laura Pierini