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"Ragazzi senz’alcol", brochure insieme al periodico del Comune di Senigallia

Le famiglie target dell'iniziativa del Rotary Club sui danni derivanti dall'assunzione di alcol

Tuttosenigallia.it

Brochure in distribuzione col periodico comunale a SenigalliaNell’ambito del progetto “Ragazzi Senz’alcol”, su iniziativa del Rotary Club di Senigallia e con la collaborazione dell’Assessorato alla Sanità, è in corso di distribuzione, in allegato al periodico “Senigallia”, un pieghevole che illustra i particolari rischi cui va incontro la donna abusando nel consumo di bevande alcoliche.

Danni diretti al feto in periodo di gravidanza, aumento percentuale del rischio di tumore alla mammella, minor livello di tolleranza (che equivale a maggior rapidità di giungere allo stato di ebbrezza) sono solo alcuni dei preoccupanti aspetti del consumo di alcol declinato al femminile.

logo Progetto "Ragazzi Senz’alcol"L’opuscolo, che vuole essere uno stimolo ad approfondire notizie scientifiche troppo spesso trascurate dai mass media, potrà raggiungere attraverso il periodico comunale 16.000 famiglie del nostro territorio e verrà anche distribuito attraverso le scuole e gli studi medici.

www.rotaryclubsenigallia.it

da Rotary Club Senigallia

Rotary Club Senigallia
Pubblicato Venerdì 23 luglio, 2010 
alle ore 9:11
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Commenti
Solo un commento
Sara '84 2010-07-24 07:56:11
Meglio dell'alcool
Sinceramente non ho mai capito il bisogno dell'alcool e di droghe. Sono una ragazza di 25 anni, non una nonnina di 90, eppure ho sempre pensato che il modo migliore di divertirsi sia legato alla lucidità. Ho avuto occasione di vedere ragazzi e ragazze ubriachi al punto da non riuscire a reggersi in piedi. Ho provato un misto di pena e rabbia. Rabbia perché vedendoli in quello stato non potevo fare a meno di chiedermi chi glielo avesse fatto fare. Pena perché in una serata che avrebbe dovuto essere festosa, quello era uno stato di tristezza assoluta decisamente fuori luogo; persone che non potevano più decidere nulla per se stesse. Ombre di se stesse, amebe. Riflesso di una società? Possibile. Il depliant può essere un'idea, ma non basta. Il lavoro utile va fatto nel privato. In tutte quelle famiglie in cui nessuno può parlare liberamente dei propri pensieri e problemi, dove c'è paura del ridicolo, dove non si condivide più nulla, dove "ognun per sé e Dio per tutti". E soprattutto, dove non è chiaro che farsi del male non fa del male solo a se stessi, ma anche agli altri, costretti a soffrire per colpa nostra e vivere in uno stato d'ansia perenne. Posso darvi un consiglio? Comunicate. Condividete i vostri pensieri. Ascoltate. Troppo semplice? Forse, ma ciò che si può scoprire aprendosi ed ascoltando un'altra persona può essere davvero un'esperienza indimenticabile. Chi lo dice che siamo gli unici a vivere una determinata situazione e che nessuno possa capirci o magari offrirci qualche buona idea, o semplicemente farci ridere davvero, che è sempre una cosa buona? In più, non ci sono effetti collaterali, né rischi di malattie o di incidenti. E in caso di sete? Un bel cocktail analcolico alla frutta.
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