Rimozioni sulla spiaggia di Senigallia: ordinanza anche per le imbarcazioni
Dopo le rimozioni e le proteste su internet, il Comune precisa: riferimento anche a scafi di qualsiasi genere
In questi giorni sono state eseguite, in ossequio a regolamenti e normative vigenti, alcune operazioni di rimozione delle attrezzature e dei vari materiali abbandonati sulle spiagge libere del litorale costiero ricadente nel territorio comunale.
Questa procedura, che si rinnova ogni anno con regolare puntualità, ha suscitato negli ultimi giorni un certo dibattito, anche nei portali informativi della rete, nel corso del quale alcuni cittadini hanno espresso la loro opinione in merito all’esecuzione di questo tipo di operazioni.
Poiché nell’ambito di queste discussioni alcuni soggetti hanno lamentato che un simile provvedimento non sia stato adottato anche per i natanti abbandonati sul libero arenile, l’Amministrazione Comunale tiene invece a sottolineare che proprio una recente ordinanza – la n° 359 del 14 luglio scorso – ha specificamente rafforzato la generica espressione contenuta nel regolamento comunale in vigore, provvedendo cioè a fare esplicito riferimento anche alle piccole imbarcazioni, cioè pattini e mosconi, ma anche natanti e scafi di qualsiasi genere.
La stessa ordinanza comprende inoltre tra gli oggetti di rimozione anche nasse, cestelli, reti, attrezzature da pesca, invasature, carrelli porta imbarcazioni e vario altro materiale che venga rinvenuto abbandonato in qualsiasi parte dell’ambito demaniale non appositamente destinata e autorizzata all’alaggio.
In questi primi giorni dall’emanazione dell’ordinanza, alla stregua di quanto avvenuto per ombrelloni e sdraio, l’Amministrazione Comunale ha preferito limitarsi per questo tipo di materiale a sviluppare un’accurata opera di informazione preventiva. A tal fine sono stati lasciati all’interno delle imbarcazioni abbandonate, o nei pressi del materiale rinvenuto, alcuni cartelli o volantini per ricordare ai proprietari il contenuto dell’ordinanza, intimandoli a rimuovere gli oggetti al più presto per collocarli nelle aree appositamente destinate. Trascorso un breve periodo di tolleranza, si provvederà naturalmente alla loro rimozione forzata.
È il caso di ricordare altresì che i natanti e il vario materiale rimosso saranno depositati presso un’apposita area, dopo di che i proprietari per tornarne in possesso dovranno entro 30 giorni dimostrarne la titolarità e affrontare il pagamento delle spese di rimozione, trasporto e custodia (ben superiori al pagamento della quota per la loro regolare permanenza negli spazi appositamente dedicati).
Questo comporterà tra l’altro l’invio di una informativa di reato alla competente Autorità giudiziaria per la violazione dell’ordinanza e l’abusiva occupazione di aree demaniali marittime. Qualora poi gli scafi, o altri oggetti di qualsiasi genere, presentino evidenti segni di abbandono e pericoloso degrado, questi saranno immediatamente avviati allo smaltimento.
dal Comune di Senigallia
Bravi.
Ma come, le barche vengono considerate un degrado, e gli extracomunitari che dormono lì, lasciando tutto il giorno materazzi, bottiglie e quanto altro non si devono toccare?Di giorno ti controllano per poterti fregare soldi, cellulari, ed alla sera, già dalle 18 iniziano a ubriacarsi...nello stabilimento dove vado da anni non mi sento più sicura con questi, e nessuno fa niente per paura di ripicche:è uno schifo!!!!!!
Costa poco!
Le persone devono capire che non è xchè ci metti sopra un "ferraccio" o un ombrellone il posto è tuo....la spiaggia libera è e libera deve rimanere, altrimenti pagate lo stallo del materiale, che cavolo!
P.S. per Sabrina...xchè gli italiani non lo fanno? Guarda che non c'è differenza di pelle nello sporcare gli spazi comuni.
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